Concetti Chiave
- Il tono cade su una sillaba tonica nelle parole polisillabiche, ma nella scrittura l'accento tonico non è sempre indicato.
- Le parole italiane si dividono in quattro gruppi basati sulla posizione dell'accento: ossitone, parossitone, proparossitone e bisdrucciole.
- Alcune parole omografe cambiano significato a seconda della posizione dell'accento, come "pànico" e "panìco".
- È consigliato indicare l'accento nelle voci del verbo "dare" per evitare confusione con omonimi non derivati.
- Alcuni termini identici nella grafia cambiano significato a seconda dell'apertura della vocale, come "pèsca" e "pésca".
L’accento in italiano
1) In una parola composta da più sillabe (=polisillaba), il tono cade su di una sillaba (=sillaba tonica), mentre les altre sono senza accento e si chiamano atone.. Purtroppo, nella grafia, l’accento tonico non viene indicato anche se sarebbe molto utile che esso fosse indicato come grave su a e u (à, ù) e grave o acuto su e, o (è,è,ò,ó)
è = e grave o aperta come “èrba”, “sèmpre”
é = e acuta o chiusa come “stélle”, “néve”
ò aperta come “òrto”, “òrbo”
ó chiusa come “sóle”, “córto”
2)Rispetto alla posizione della sillaba tonica si hanno quattro gruppi di parole:
1) Ossìtone (si dice anche tronche), quando l’accento cade sull’ultima sillaba e l’accento viene segnato: carità, città, così, mangiò
2) Parossitone si dice anche piane), quando l’accento cade sulla penultima sillaba, ma non viene segnato: insalàta, ancóra, mangiàre, dormìre
3) proparossitone (si dice anche sdrucciole), se l’accento cade sulla terzultima sillaba: pùbblico, càttedra
4) bisdrucciole, quando l’accento cade sulla quartultima sillaba: nàvigano
3) Alcune parole (= omografi) cambiano di significato a seconda della posizione dell’accento:
pànico= paura
panìco = un tipo di cereali
intùito = capacità di avvertire una situazione con prontezza
intuìto = participio passato del verbo intuire
àncora = attrezzo che serve per ormeggiare una nave
ancóra = avverbio di tempo
prèsidi = dirigenti a capo di un istituto scolastico
presìdi = guarnigione militare
Purtroppo non è diffusa l’abitudine di segnare l’accento per cui, in alcuni casi, ciò può comportare confusione.
Sarebbe opportuno mettere anche l’accetto sulle voci del verbo dare per non confonderli con gli omonimi che non sono derivativa dare:
da = preposizione semplice
egli dà = voce del verbo dare, presente indicativo
danno = un’azione che riduce la funzionalità di in bene
essi dànno = voce del verbo dare, presente indicativo
detti = proverbi, sapienza popolare
io dètti = voce del verbo dare, passato remoto
Occorre osservare che questa regola è osservata solo per dà/da
4) Esistono anche dei termini identici nella grafia, cambiano di significato a seconda dell’apertura della vocale:
pèsca = frutto
pésca = l’azione di pescare i pesci

Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra le parole ossitone e parossitone?
- Come cambia il significato delle parole omografe in base all'accento?
- Perché è importante segnare l'accento nelle voci del verbo "dare"?
Le parole ossitone hanno l'accento sull'ultima sillaba e l'accento viene segnato, mentre le parossitone hanno l'accento sulla penultima sillaba e l'accento non viene segnato.
Le parole omografe cambiano significato a seconda della posizione dell'accento, ad esempio "pànico" significa paura, mentre "panìco" è un tipo di cereale.
È importante segnare l'accento per distinguere le voci del verbo "dare" dai loro omonimi non derivati, come "da" preposizione e "dà" voce del verbo dare.