Concetti Chiave
- L'Alto Medioevo è segnato da una decadenza economica e sociale, con spopolamento delle città e crescita delle Curtis come centri economici autosufficienti.
- La Chiesa di Roma e il monachesimo, introdotto da San Benedetto da Norcia, diventarono punti di stabilità culturale, conservando testi filosofici e scientifici.
- La lingua italiana moderna deriva dal latino volgare, utilizzato dalle classi sociali più basse e influenzato dalle invasioni barbariche, originando le lingue neolatine.
- Il volgare toscano, fiorentino in particolare, prevalse nel Trecento, diventando la base della lingua italiana grazie alla sua struttura lessicale e sintattica.
- La letteratura volgare si rivolgeva a un pubblico più ampio rispetto a quella latina, con scrittori che intrattenevano le corti e giullari che diffondevano la cultura popolare.
Indice
Introduzione
Con il termine Alto Medioevo ci riferiamo al periodo storico che va dal 476 d.C. (Caduta dell’Impero romano d’Occidente) all’anno Mille.In questo intervallo di tempo gli storici registrano tre eventi principali:
• Una profonda decadenza economica e sociale: ci fu un netto calo della popolazione a causa di carestie, epidemie e saccheggi in seguito a guerriglie. Una delle conseguenze fu lo spopolamento delle città.
• Se da una parte, quindi, resta potente l’Impero fortemente urbanizzato, dall’altra accade che la popolazione abbandona le città per andare a popolare la Curtis, una grande realtà sociale ed economica, in grado di produrre tutto ciò che è sufficiente per la sopravvivenza.
• In questa situazione di cambiamento, di carestie ed epidemie e di spopolamento delle città, unico punto stabile che dà certezza è la Chiesa di Roma che diventa rifugio universale anche grazie al monachesimo. Il monachesimo fu conosciuto in Occidente grazie all’operato di San Benedetto da Norcia. Il monachesimo ha il suo centro vitale nel monastero dove oltre a svolgersi una produttiva attività agricola, si realizza anche la cultura: molti sono i monaci che si occupano di trascrivere e conservate testi importanti di filosofia, letteratura e storia latina, nonché testi di carattere scientifico e astronomico.
Le origini della lingua italiana: il latino letterario e il latino volgare
La lingua italiana che parliamo oggi deriva dal latino volgare. Nell’antichità, all’interno dell’Impero romano non tutti e non sempre parlavano il latino così come lo studiamo oggi. Esso era infatti la lingua colta che utilizzavano gli uomini della chiesa e gli uomini che si occupavano della politica o della cultura imperiale. Gli strati sociali più bassi costituiti dai mercanti, dagli artigiani e dai contadini non parlavano certo lo stesso latino erudito delle classi nobiliari ed ecclesiastiche . Basti pensare agli stessi soldati che portavano nei territori, contro i quali combattevano, una lingua meno erudita, più volgare appunto che, poi inevitabilmente, si trasformava e si diversificava ancora di più nel mescolarsi con le parlate locali, parlate cioè di paesi lontanissimi da Roma.Un soldato romano per esempio per dire bocca non usava il termine latino os-oris, bensì quello plebeo bucca ed è proprio da quest’ultimo termine volgare che deriva la parola italiana bocca; in italiano però abbiamo igiene orale, oppure verifica orale e l’attributo orale deriva da oris.
Il termine italiano cavallo non deriva dal termine latino equus bensì dal termine volgare caballus; in italiano però abbiamo carne equina, o equitazione che derivano da equus.
In seguito, quando iniziò la decadenza di Roma, a partire dal III secolo d. C., sotto i colpi delle invasioni barbariche che portarono gli effetti di lingue diverse tra di loro, le diverse parlate in latino volgare, si modificarono ulteriormente, assorbendo anche influenze barbariche e diedero vita a nuove lingue. Si tratta delle cosiddette lingue neolatine (o romanze cioè parlate nei territori ancora sotto l’Impero romano).
Alle lingue neolatine appartengono:
• L’Italiano
• Il francese
• Il provenzale
• Lo spagnolo
• Il catalano
• Il portoghese
• Il romeno
• Il ladino
Ma cosa accadde in particolare in Italia?
Nonostante le invasioni barbariche, in Italia il latino rimase vivo per più tempo, ma con il passare degli anni anche qui si diversificò in parlate locali dette dialetti. Venivano chiamati dialetti volgari, da vulgus=popolo, cioè dialetti del popolo, di gente comune, non colta.Il volgare che nel Trecento prevalse su tutti gli altri fu quello toscano e soprattutto fiorentino. Infatti la lingua italiana che parliamo oggi conserva una struttura lessicale, morfologia e sintattica fiorentina.
La letteratura volgare
La nuova letteratura in volgare diede vita ad un nuovo pubblico di utenti: ricordiamo che la letteratura in latino aveva un pubblico alquanto ristretto, quello clericale. I chierici, infatti, gli uomini dotti appartenenti al mondo della chiesa, conoscevano e scrivevano principalmente in latino, un latino classico, rigido e retorico. Il pubblico cui si rivolgeva questa letteratura in latino era composto dagli stessi chierici o da chi aspirava a diventarlo. Oltre ai chierici la letteratura in latino aveva come destinatari i dotti di tutta Europa, coloro cioè che, per lo meno teoricamente, dedicavano la loro vita alla lettura e allo studio dei testi scrittiDiversamente, lo scrittore in lingua volgare si rivolgeva ad un pubblico socialmente delimitato: la classe nobiliare che condivideva la storia, le aspirazioni
Da una parte era il popolo dei Comuni che si esprimeva in volgare e dunque era in grado di comprendere la lettura dei testi scritti appunto in volgare: in questo caso il successo dello scrittore e degli scritti in volgare dipendeva da quanto i contenuti stessi raccontati nei libri fossero avvincenti e interessanti: la fortuna di chi scriveva in lingua volgare dipendeva cioè dall’abilità dello scrittore stesso.
Dall’altra parte questi scrittori erano in contatto con la corte. La corte era il luogo privilegiato in cui le opere in volgare venivano lette ad alta voce, recitate, cantate e musicate, accompagnate cioè da strumenti musicali al cospetto di uomini di cultura detti appunti i cortigiani. Tutto avveniva in presenza del signore della Corte. Lo scrittore in volgare è dunque un “uomo di corte” che vive sotto la protezione del Signore della corte il quale organizzava cenacoli durante i quali oltre si elaborava la nuova letteratura. Spesso e volentieri era lo stesso signore della corte a elaborare delle poesie o dei componimenti in prosa nella lingua volgare.
Inevitabilmente accanto alla figura dello scrittore in volgare si diffonde la figura del giulllaree del menestrello La parola giullare deriva dal latino joculator che a partire già dal basso medioevo indicava l’uomo dello spettacolo, anche nelle sue forme più semplici: i giullari erano saltimbanchi, cantanti, mimi, giocolieri. Il giullare era l’esecutore dei testi e quindi il vero divulgatore della lingua volgare tanto dentro che fuori del contesto della corte e viveva dei compensi che gli venivano elargiti in seguito ai suoi che portava in giro per le corti, per le fiere e per le piazze delle città.
Il termine menestrello deriva invece dalla lingua provenzale “menestrello” che significava “servo di casa”. Il menestrello intratteneva i signori e i commensali della corte in modo continuativo e stabile solo all’interno della corte stessa; egli era principalmente un musicista e un cantore, spesso componeva egli stesso le storie che cantava.
Nel tempo i giullari e i menestrelli cominciarono ad organizzarsi in delle Corporazioni e a dar vita a delle scuole professionali.
Non bisogna, però, pensare che ci fosse una netta separazione tra letteratura in latino ad opera dei chierici e dei dotti e la letteratura in volgare ad opera degli scrittori e dei giullari. Un esempio è Goffredo di Monmouth, vescovo britannico medievale che scrisse in latino la storia dei re inglesi (historia regum Britannia e) prendendo spunto da favole e leggende volgari, che riguardavano l’antichità e il medioevo, le quali favole e leggende furono, in parte, fonte dei romanzi del ciclo bretone.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i tre eventi principali registrati dagli storici durante l'Alto Medioevo?
- Come ha influenzato il monachesimo la cultura durante l'Alto Medioevo?
- Da cosa deriva la lingua italiana moderna e come si è evoluta dal latino?
- Qual è stato il ruolo della letteratura volgare nel Medioevo e chi erano i suoi principali destinatari?
- Come si sono differenziate le funzioni dei giullari e dei menestrelli nella diffusione della letteratura volgare?
Durante l'Alto Medioevo si sono verificati tre eventi principali: una profonda decadenza economica e sociale, lo spopolamento delle città a favore della vita nelle Curtis, e la stabilità offerta dalla Chiesa di Roma e dal monachesimo.
Il monachesimo, grazie all'opera di San Benedetto da Norcia, ha avuto un ruolo centrale nella conservazione della cultura, con i monaci che si dedicavano alla trascrizione e conservazione di testi importanti di varie discipline.
La lingua italiana moderna deriva dal latino volgare, parlato dalle classi sociali più basse dell'Impero romano. Con la decadenza di Roma e le invasioni barbariche, il latino volgare si è trasformato, assorbendo influenze locali e barbariche, dando vita alle lingue neolatine, tra cui l'italiano.
La letteratura volgare ha creato un nuovo pubblico, rivolgendosi principalmente alla classe nobiliare e al popolo dei Comuni. Gli scrittori in volgare erano in contatto con la corte, dove le loro opere venivano recitate e musicate, mentre i giullari e i menestrelli diffondevano la lingua volgare al di fuori del contesto cortese.
I giullari, essendo artisti itineranti, diffondevano la lingua volgare e intrattenevano il pubblico con esibizioni varie, mentre i menestrelli, principalmente musicisti e cantori, intrattenevano in modo stabile all'interno delle corti, componendo talvolta le storie che cantavano.