Concetti Chiave
- Machiavelli nel "Principe" esplora il rapporto tra la fortuna e la virtù, cruciali per il successo di un regnante.
- La fortuna è vista come un insieme di eventi casuali e imprevedibili, influenzando il destino per metà secondo Machiavelli.
- La virtù, intesa come la capacità di prevedere e prepararsi agli eventi avversi, permette di mitigare l'impatto della fortuna.
- Machiavelli paragona la fortuna a un fiume impetuoso, che può essere controllato attraverso la costruzione di "argini" virtuosi.
- Adattare il proprio comportamento alle circostanze del tempo è essenziale per un principe per evitare di essere travolto dalla fortuna.
La fortuna e la virtù in Machiavelli
Machiavelli decide di scrivere Il Principe in un periodo storico di profonda crisi italiana:L’Italia in questo periodo vive un forte sconvolgimento politico con la discesa di Carlo VIII.
Proprio per supportare e aiutare l’Italia a mantenere la propria dominazione, Machiavelli affronta, nel Principe, un argomento che secondo lui è importantissimo: quanto la sorte può determinare la vita di un regnante?
Secondo Machiavelli la fortuna è fondamentale. Per fortuna non s’intende solo una situazione positiva: all’epoca non veniva utilizzato il termine sfortuna: fortuna viene dal latino FORTE che significa PER CASO, quindi fortuna significa IL CASO che può essere tanto positivo quanto negativo.
Un altro elemento è però ugualmente importante, importante al cinquanta per cento, e cioè la Virtù
Nel capitolo XXV del Principe, intitolato Quanto possa nelle umane cose la fortuna, e in che modo se gli possa ostare, viene analizzato in modo definitivo il complesso e problematico rapporto tra la virtù e la fortuna che caratterizza tutto il trattato. Si parla soprattutto della capacità dell'uomo di contrastarla con la sua virtù;
Secondo Machiavelli, molti uomini pensano che ciò che accade loro sia determinato dalla fortuna o da Dio, e quindi non si possa fare nulla, ma solo accettare quello che succede; invece, la metà di ciò che ci accade dipende da noi stessi. Lo spiega con una similitudine: la fortuna è come un fiume in piena, che travolge ciò che incontra, ma da cui tuttavia ci si può almeno in parte proteggere se per tempo si saranno costruiti degli argini per limitare i danni. Tali argini sono chiamati, fuor di metafora, "ordinata virtù". La fortuna, infatti, può cambiare, cambiando così il destino di un principe: è meglio perciò che il principe "riscontri", cioè adegui, le sue azioni alle circostanze del suo tempo.
La virtù è la virtus romana, non certo quella cattolica. La virtus romana era la capacità di opporsi alle umane sventure contrapponendo la propria morale e la propria intelligenza.
Inizialmente l’autore riconosce queste due forse uguali, i grado di controbilanciarsi perfettamente la fortuna per Machiavelli è un insieme di eventi imprevedibili, casuali, ma l'uomo può fare qualcosa con la propria virtù, e in particolare con la propria capacità di prevedere il corso degli eventi ed essere preparato a tutto quello che può accadere. Tale caratteristica, naturalmente, è fondamentale per il principe che voglia mantenere il suo stato: secondo Machiavelli, osservando la situazione italiana si può notare bene come non ci sia stata tale capacità di previsione.
“Nondimanco, perchè il nostro libero arbitrio non sia spento, giudico potere esser vero, che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l’altra metà, o poco meno, a noi. Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell’altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benchè sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodochè crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l’impeto suo non sarebbe sì licenzioso, nè sì dannoso.”
Machiavelli parla della situazione in Italia, definita “una campagna senza argini, e senza alcun riparo”, in cui la fortuna imperversa sovrana. L’autore procede nella sua analisi ammettendo come, anche per quanto riguarda il "Principe", l’unica cosa che può portare al suo successo è la capacità di adeguare il proprio comportamento alle necessità del tempo.
se l’indole e il comportamento del regnante si accorda alle esigenze del tempo, egli riuscirà; al contrario, rovinerà:
“E questo voglio basti aver detto quanto all’opporsi alla fortuna in universale. Ma restringendomi più al particulare, dico, come si vede oggi questo Principe felicitare, e domani rovinare, senza vederli aver mutato natura o qualità alcuna. Il che credo nasca prima dalle cagioni che si sono lungamente per lo addietro trascorse; cioè, che quel Principe che si appoggia tutto in sulla fortuna, rovina come quella varia. Credo ancora, che sia felice quello, il modo del cui procedere suo si riscontra con la qualità de’ tempi, e similmente sia infelice quello, dal cui procedere si discordano i tempi.”
La fortuna risulta dominare quindi sulla virtù e Machiavelli, davanti a questa triste consapevolezza, conclude affermando l’importanza della volontà e dell’audacia nell’azione, le sole che potranno forse domare la fortuna, terribile donna:
“Conchiudo adunque, che, variando la fortuna, e gli uomini stando nei loro modi ostinati, sono felici mentre concordano insieme, e come discordano sono infelici. Io giudico ben questo, che sia meglio essere impetuoso, che rispettivo, perchè la Fortuna è donna; ed è necessario, volendola tener sotto, batterla, ed urtarla; e si vede che la si lascia più vincere da questi che da quelli che freddamente procedono. E però sempre, come donna, è amica de’ giovani, perchè sono meno rispettivi, più feroci, e con più audacia la comandano.”
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale trattato da Machiavelli ne "Il Principe"?
- Come definisce Machiavelli la fortuna e quale ruolo gioca nella vita dei principi?
- Che cosa intende Machiavelli per "virtù" e come può essa contrastare la fortuna?
- Qual è la visione di Machiavelli riguardo al libero arbitrio e al destino?
- Secondo Machiavelli, quali qualità deve avere un principe per avere successo?
Il tema principale trattato da Machiavelli ne "Il Principe" è il complesso rapporto tra la fortuna e la virtù nella vita di un regnante, e come questi due elementi influenzino il successo o il fallimento del suo dominio.
Machiavelli definisce la fortuna come un insieme di eventi imprevedibili e casuali, che possono essere sia positivi sia negativi. Sostiene che la fortuna determini la metà delle nostre azioni, ma che l'altra metà sia sotto il nostro controllo, attraverso l'uso della virtù.
Per "virtù", Machiavelli intende la capacità di opporsi alle avversità attraverso la morale e l'intelligenza, in particolare la capacità di prevedere gli eventi e prepararsi ad affrontarli. La virtù permette di costruire "argini" metaforici per limitare i danni causati dalla fortuna.
Machiavelli sostiene che, nonostante la fortuna giochi un ruolo significativo nel determinare gli eventi, gli esseri umani dispongono di un certo grado di libero arbitrio che permette loro di influenzare la propria vita. Ritiene che sia possibile governare almeno la metà delle nostre azioni attraverso la virtù.
Secondo Machiavelli, un principe deve essere impetuoso e audace, poiché la fortuna, descritta come una donna, favorisce coloro che sono audaci e aggressivi. Un principe deve adattare il suo comportamento alle esigenze dei tempi per essere felice e avere successo.