Anna Rainoldi
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Concetti Chiave

  • Attilio Bertolucci, nato nel 1911 a San Lazzaro vicino Parma, proveniva da una famiglia agiata di proprietari terrieri.
  • Fu un bambino precoce, appassionato di lettura e poesia fin da giovane, e conseguì una laurea in storia dell'arte a Bologna.
  • Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasferì a Roma dove lavorò con riviste, editori e nel settore cinematografico, trasmettendo la sua passione ai figli.
  • La sua prima raccolta di poesie fu pubblicata nel 1951 e vinse il Premio Viareggio; continuò a pubblicare fino al suo ultimo lavoro nel 1997.
  • Bertolucci preferiva scrivere poesie in ambienti informali come salotti e caffè, senza restrizioni di tempo o luoghi specifici.

Indice

  1. Attilio Bertolucci
  2. Le opere

Attilio Bertolucci

Angelo Bertolucci nacque nel 1911 a San Lazzaro, in provincia di Parma da un'agiata famiglia di proprietari terrieri. Attilio era un bambino precoce e dalle elementari passò al ginnasio a Parma. Leggeva moltissimo al di là delle letture raccomandate a scuola, scriveva in versi e seguiva i suoi gusti personali. Conseguì la laurea a Bologna appassionandosi alla storia dell'arte Italiana, materia che insegnò fino al 1952 a Parma. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcuni amici lo indussero a trasferirsi a Roma dove collaborò con riviste, case editrici, programmi radiofonici, documentari cinematografici. Il cinema fu la sua seconda grande passione e riuscì a contagiare i figli. Il poeta, oggi considerato uno dei più intensi del Novecento, morì nel 2000.

Le opere

Cominciò prestissimo a scrivere in versi, ma la sua prima raccolta fu pubblicata solo nel 1951 e vinse il Premio Viareggio. Conteneva le sue liriche, raccolte e ordinate negli anni. Pubblicò altri volumi in versi di cui il più famoso nel 1988. Esso è un lunghissimo racconto, diviso in 46 capitoli, che rappresenta la storia di quattro generazioni della sua famiglia. Il suo ultimo racconto in versi risale al 1997. Egli spesso spiegava che non era abituato a scrivere poesie in uno studio, preferiva un salotto, un bar di lusso o un caffè, senza una ragione logica, senza limiti e senza orari.

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