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ITS AcademySi attende l'approvazione definitiva per la riforma degli Istituti Tecnici Superiori. Si chiameranno ITS Academy. La rivoluzione degli ITS avviene tramite i fondi del PNRR. Ecco le novità.

Istituti tecnici superiori: rafforzare il sistema con 40mila iscritti entro il 2026

Con l'approvazione definitiva da parte del Parlamento che dovrebbe arrivare a breve (si tratta della terza e ultima lettura del testo già approvato al Senato a maggio scorso), gli istituti tecnici superiori vengono rinominati ITS Academy. Diventano un canale formativo terziario parallelo all’università in continuità con il sistema di istruzione e formazione tecnica e professionale e con i licei, come già avviene nel resto d'Europa (come in Francia e Germania ad esempio). A differenza dell’università e degli istituti di istruzione secondaria, tuttavia, non verrebbe costituito da un sistema statale centralizzato: coordinamento e finanziamento sono nazionali, ma la competenza sulla programmazione e sull’erogazione degli ITS è regionale. L'obiettivo è passare dai 19mila iscritti attuali a 40mila entro il 2026. Per accedere agli ITS bisognerà essere in possesso o di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, o di un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale, unitamente a un certificato di specializzazione tecnica superiore conseguito all’esito dei corsi di istruzione e formazione tecnica superiore (articolo 69 della legge n. 144 del 1999) della durata di almeno 800 ore.

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ITS Academy, il 60% dei docenti dovrà provenire dal mondo del lavoro

Presenti in Italia dal 2010, gli ITS sono percorsi post-diploma (durata biennale o triennale), alternativi alla laurea, che offrono percorsi di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica in 110 diversi poli dislocati sul territorio. Ci sono 766 corsi attivi, 19.626 studenti e 3.050 soggetti partner coinvolti (di cui 1.222 imprese e 135 Associazioni di imprese). Con la riforma aumenteranno le aree tecnologiche di formazione, che prevedono ambiti tra i quali Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Tecnologie del Made in Italy e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
I nuovi percorsi di studio saranno incentrati prevalentemente sullo sviluppo di competenze tecnologiche e sulla transizione ecologica, in linea con le direttive del Pnrr, che prevede per gli ITS lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro, non utilizzabile immediatamente ma che verrà diluito negli anni, fino al 2026. Sarà aumentato il numero di ore passate dentro alle aziende, così da offrire un contatto che risulti più concreto e diretto con il mondo del lavoro: su un totale di 2.000 ore da svolgere nel biennio, 1.200 saranno di formazione pratica e teorica all’interno degli stessi istituti, e le 800 ore rimanenti saranno dedicate agli stage professionalizzanti, svolti direttamente nelle aziende selezionate. Altra novità: ci sarà un credito al 30% per le imprese che investono negli ITS, del 60% se l’erogazione avviene in aree con alto tasso di disoccupazione. Il 60% del corpo docente dovrà provenire dal mondo del lavoro e possedere una formazione ed esperienza professionale maturata. Gli ITS possono rappresentare una valida base per il mondo del lavoro: garantiscono, ad oggi, tassi di occupazione medi all'80% a un anno dal titolo e contratti stabili con stipendi da 1600 euro netti al mese. Ci sarà anche l'istituzione di un fondo ad hoc destinato a finanziare i percorsi formativi, sulla base di criteri in parte definiti nel provvedimento in esame, secondo una logica di programmazione triennale. Infine potenziamento degli istituti al diritto allo studio, mediante la previsione di borse di studio ad hoc anche per lo svolgimento di tirocini

Istituti tecnici superiori, quanti sono attualmente

La maggior parte degli ITS è localizzato in Lombardia (20); seguono Sicilia (11), Toscana, Calabria e Campania (9); Lazio (8); Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Puglia con 7 ITS; Liguria con 6 ITS; Abruzzo e Sardegna con 5 ITS; Marche, Friuli Venezia Giulia con 4 ITS; una sola Fondazione è presente in Molise, Umbria e Basilicata. Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia sono le regioni ad avere almeno una Fondazione ITS in tutte le aree tecnologiche. "L’investimento che stiamo facendo sugli ITS attraverso il PNRR è strategico, non solo per le ragazze e i ragazzi, ma per l’intero Paese – dichiara il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi –. I dati dell’ultimo monitoraggio sugli Istituti Tecnici Superiori confermano l’alta qualità e l’efficacia di questo segmento formativo. Con 1,5 miliardi fino al 2026 puntiamo a rafforzare i percorsi, mantenendo la loro identità e il loro prezioso e specifico rapporto con i territori, e a renderli ancora più attrattivi per i giovani. Vogliamo creare una rete educativa nazionale, per rendere il sistema più solido e integrato, oltre che arricchire l’offerta, in linea con le esigenze del tessuto produttivo e con i nuovi campi dell’economia".
Data pubblicazione 11 Luglio 2022, Ore 15:04
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