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riforma its academyGli Istituti Tecnici Superiori - ovvero quei percorsi post diploma, alternativi all’università, pensati per formare professionalità particolarmente ambite dal tessuto produttivo del nostro Paese - stanno per cambiare volto. La riforma dell’intero “sistema ITS”, recentemente approvata dalla commissione Istruzione e Cultura del Senato, può ora passare all’esame dell’Aula. Dopodiché, se non ci saranno ostacoli di percorso, basterà il voto della Camera per farla diventare legge. Un provvedimento che ha l’ambizioso obiettivo di porre gli ITS al centro della formazione italiana.

Infatti, nonostante numeri invidiabili sul fronte dell’occupazione, parliamo di un mondo ancora sconosciuto ai più. Eppure i dati parlano chiaro: secondo l’ultimo monitoraggio INDIRE 2022, dopo un anno dal termine del percorso di studi, l’80% dei diplomati negli ITS ha già trovato lavoro, con il 91% di loro che è impegnato in un’occupazione coerente con il ciclo di studi svolto. Questo grazie a un approccio molto concreto (con tante ore di stage e attività pratiche) e a uno stretto contatto con le aziende del territorio di riferimento.

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Ora, però, il disegno di legge in discussione in Parlamento - promosso dal segretario del Partito Socialista, Riccardo Nencini - mira a un profondo restyling del “sistema", ponendo particolare attenzione al potenziamento del modello formativo, all’integrazione di questi percorsi con il ciclo di lauree universitarie professionalizzanti e all’ulteriore rafforzamento del rapporto con le imprese. Una riforma che prenderà corpo grazie allo stanziamento di 1,5 miliardi di fondi derivanti dal PNRR e che punta ad accrescere il ruolo degli ITS nel panorama formativo italiano. Arrivando a raddoppiare il numero degli attuali iscritti.

Gli ITS cambiano nome: si chiameranno Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy)

Si parte dal nome, che la proposta di legge vuole rendere più immediatamente riconducibile alle imminenti sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nell’ambito della transizione ecologica e digitale. Sostenere la diffusione della cultura scientifica e tecnologica, con un forte orientamento all’innovazione: questi sono i punti cardine di quelli che, dopo l’entrata in vigore della legge, si chiameranno Istituti Tecnologici Superiori, anche detti ITS Academy.

Ma se cambia il nome dei percorsi, la loro mission rimane intatta: “potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali”. Gli ITS assumono così un’accezione più specifica nell’ambito della valorizzazione delle competenze tecniche e professionali, prevedendo aggiornamenti costanti anche per i docenti delle discipline scientifiche e tecnologiche. Inoltre, le varie strutture, avranno in futuro la possibilità di poter stringere “patti federativi” con le universitarie, al fine di promuovere ulteriori opportunità di formazione, rendendo l’offerta ITS ancora più ricca.

Fondo per l’istruzione tecnologica superiore: i finanziamenti annuali del MI

Per la formazione tecnica post diploma, dunque, il 2022-2023 sarà un biennio decisivo. L’investimento dei fondi del PNRR richiede misure precise e puntuali che sappiano rispondere alle reali esigenze dei settori produttivi. In questo senso, il Ministero dell’Istruzione ha previsto, assieme a questa riforma, l’attivazione di un Fondo per l’istruzione tecnologica superiore. Fino ad oggi, infatti, gli ITS hanno sostanzialmente provveduto al proprio sostentamento tramite i fondi derivanti da bandi annuali o pluriennali. Il nuovo fondo, invece, prevede un finanziamento stabile per gli Istituti Tecnologici Superiori, che potranno attingere a un “tesoretto” di circa 48 milioni di euro all’anno, a partire dal 2023.

Le risorse dovranno essere destinate a finanziare principalmente nuovi percorsi formativi e borse di studio per i futuri iscritti. Inoltre, una parte del finanziamento dovrà mirare a potenziare le strutture già esistenti, come i laboratori didattici e, più in generale, le strutture con tecnologie 4.0. Ma non solo: il Ministero dell’Istruzione ha infatti previsto l’istituzione, presso l’INDIRE, dell’anagrafe degli studenti iscritti ai corsi ITS Academy, cui verrà destinata una parte del fondo. Infine, parte dei soldi andrà al sistema di monitoraggio e valutazione degli ITS Academy, con lo scopo di “ridefinire gli indicatori del monitoraggio” degli attuali ITS.

La rivoluzione delle aree tecnologiche degli ITS Academy

Dal punto di vista pratico, la riforma investirà anche i settori tecnologici proposti nell’offerta formativa degli ITS. Quelli già in essere sono attualmente 6: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy (con le sue sotto-articolazioni), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Nell’ottica di una risposta concreta alle sfide del prossimo futuro, il MI dovrà però individuare nuove aree tecnologiche afferenti all’offerta ITS Academy, rivolgendo particolare attenzione alla transizione digitale e alla transizione ecologica.

Soprattutto quest’ultima, porterà con sé diversi rami da rivoluzionare, dove introdurre nuove figure professionali specializzate. Pensiamo alla mobilità, alla logistica e ai trasporti in generale. Il disegno di legge individua, poi, interventi su altre aree tematiche altrettanto importanti, che vanno dalle nuove tecnologie per il made in Italy - incluso l’alto artigianato artistico - alle nuove tecnologie della vita; passando per le tecnologie per il turismo e l’edilizia, e fino ad arrivare alle sfide digitali riguardanti la comunicazione e l’informazione.

“Sono molto soddisfatto per l’approvazione a larghissima maggioranza in Commissione Istruzione e Cultura del Senato del disegno di legge sugli ITS. Si tratta della prima riforma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prende sempre più forma e sta per diventare legge - ha detto il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha poi aggiunto - L’investimento che stiamo facendo su questo segmento formativo è strategico per lo sviluppo dell’intero Paese. Il via libera di oggi dimostra l’attenzione comune e la responsabilità condivisa nei confronti del settore. Con 1,5 miliardi di euro a disposizione potenzieremo i percorsi, rafforzando la rete, strutturando sempre di più il rapporto con le Regioni e i loro territori, con l'obiettivo di rendere questa offerta più conosciuta e richiesta tra i giovani”.

Data pubblicazione 20 Maggio 2022, Ore 17:23 Data aggiornamento 20 Maggio 2022, Ore 17:36
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