Concetti Chiave
- Le fotocamere stereoscopiche nascono con l'interesse di Wheatstone per creare immagini tridimensionali, utilizzando due obiettivi distanziati come gli occhi umani.
- Il cinema 3D ha inizialmente usato due cineprese affiancate, causando problemi di peso e ingombro, risolti con videocamere digitali stereoscopiche nel XXI secolo.
- La fotocamera stereoscopica cattura due immagini simultanee su pellicola, solitamente nei formati 60mm o 35mm, ma sono utilizzabili anche pellicole 70mm e piane.
- Lo Stereo Realist, un sistema ampiamente utilizzato negli anni '50 e '60, ha facilitato la produzione di diapositive a colori stereoscopiche, stimolando la crescita di laboratori di sviluppo.
- Diverse aziende hanno prodotto telaietti e visori per diapositive stereoscopiche, in cartoncino o plastica, per facilitare la visualizzazione di immagini tridimensionali.
Fotocamera stereoscopica
Con la nascita della fotografia, sempre su interessamento da parte di Wheatstone, si vennero a utilizzare apparecchi fotografici per la creazione di fotografie stereoscopiche o stereofotografie. Il cinema tridimensionale portò la nuova esigenza di riprendere immagini in movimento tridimensionali: per un lungo periodo periodo si utilizzarono due cineprese affiancate, con gli ovvi problemi di peso e ingombro nei movimenti di camera e nei close-up (a questo proposito come esempio vanno ricordati i titoli di testa di Delitto perfetto di Alfred Hitchcock, con la ripresa di un dito che componeva il numero sulla tastiera di un telefono, realizzata, per questo scopo, creando un telefono e un "dito" di proporzioni ingrandite). All'inizio del XXI secolo vengono infine elaborate le prime videocamere per riprese stereoscopiche digitali, utilizzate sia nel cinema che in televisione, con doppio obiettivo affiancato.
Per la realizzazione di autostereogrammi, videogiochi, film 3D in animazione digitale, si utilizzano infine appositi programmi per computer.
La fotocamera stereoscopica è una fotocamera dotata di due obiettivi, posti tra loro alla stessa distanza degli occhi umani, 6 cm. circa, e che proiettano sul piano della messa a fuoco due immagini, permettendo alla pellicola fotografica di impressionare contemporaneamente due diverse immagini. Utilizza normalmente il formato 60 mm, oppure 35mm, ma può essere utilizzata anche pellicola 70mm e, specie i modelli più antichi, pellicola piana.
Molte sono le case produttrici di apparecchi ottici che hanno realizzato prodotti destinati alla ripresa di immagini fotografiche digitali. Tra queste il sistema Stereo Realist, che permetteva di produrre diapositive a colori stereoscopiche, ha avuto ampia diffusione soprattutto durante gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, con la conseguenza di veder sorgere svariati laboratori di sviluppo, mentre molte sono le ditte che hanno realizzato telaietti per montare le diapositive, in cartoncino fustellato o plastica, e visori destinati alla visione delle diapositive.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'evoluzione delle fotocamere stereoscopiche nel tempo?
- Come funzionano le fotocamere stereoscopiche?
- Quali sono stati alcuni dei sistemi e delle tecnologie utilizzate per la fotografia stereoscopica?
Le fotocamere stereoscopiche sono iniziate con l'uso di apparecchi fotografici per creare immagini tridimensionali, evolvendosi nel tempo fino a includere videocamere digitali stereoscopiche all'inizio del XXI secolo, utilizzate nel cinema e in televisione.
Le fotocamere stereoscopiche sono dotate di due obiettivi posti alla stessa distanza degli occhi umani, circa 6 cm, che proiettano due immagini sul piano della messa a fuoco, permettendo alla pellicola di impressionare due immagini diverse contemporaneamente.
Tra i sistemi utilizzati, il sistema Stereo Realist ha permesso la produzione di diapositive a colori stereoscopiche, diffondendosi ampiamente negli anni cinquanta e sessanta, con la creazione di laboratori di sviluppo e visori per la visione delle diapositive.