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Significati più comuni
In spagnolo, innanzitutto, significa “loquace”, cioè colui “que habla con facilidad alguna o algunas lenguas además de la propria”. Invece nel linguaggio figurato significa “astuto, scaltro, sagace.Come termine storico, un tempo, indicava anche la lingua romanza, ossia lo spagnolo antico. Insomma, è stato il sinonimo di “romance”, un termine derivato dal latino “rōmānice loqui” = “parlare al modo dei Romani”. Successivamente, ha assunto il significato di “parlare in lingua volgare”, contrapposto a “latino”.
Los moros latinados
“Ladino” era anche l’arabo rimasto in Spagna dopo la Reconquista e che parlava castigliano o latino, detto anche più precisamente “moro latinado”, quindi che aveva assimilato gli usi, i costumi e la cultura cristiano-latina della Spagna. Il tipo di ladino o moro latinado si moltiplicò in modo straordinario e ben presto dimenticò la lingua araba dei padri, che restò soltanto uno strumento di cultura nelle mani di qualche erudito. Una testimonianza significativa della rapida fortuna e declino della cultura moresca si può trovare nel fatto che nella prima metà del Cinquecento, a pochi anni di distanza da quando si era resa necessaria in Spagna una traduzione araba della Bibbia, si dovette tradurre il Corano in lingua latina.Associazione al concetto di astuzia
Interessante è la frase seguente: Es muy ladino, siempre saca lo que quiere = Egli è molto astuto, arriva ad ottenere tutto ciò che chiede. Il termine “ladino” associato al termine di astuzia, per etimologia è derivato da “latinus” che veniva associato all’idea di intelligenza e di abilità, in contrapposizione ai popoli indigeni che mentalmente erano considerati più arretrati e, intellettualmente, meno capaci. Nel tempo è passato ad indicare coloro che parlavano correntemente lo spagnolo, mentre le popolazioni indigene (per esempio quelle dell’America del Sud) conservavano l’uso della loro lingua materna.Il ladino delle Alpi
Come in italiano, “ladino” designa anche gli abitanti del Cantone dei Grigioni, del Friuli-BVenezia Giulia e di alcune valli delle Dolomiti e i loro rispettivi dialetti, note con la denominazione comune di “ladino” oppure “retoromanze”.Il ladino nei Balcani
Il termine “ladino” si presta, inoltre, a qualche equivoco, poiché designa anche, nella parlata locale, il “giudeo-spagnolo” dei Balcani e il popolo che lo parla. Si tratta degli ebrei sefarditi che, cacciati dalla Spagna nel 1492, si rifugiarono nell’Europa sud-orientale e in Turchia dove hanno sempre conservato, per l’appunto, l’antico ladino o sefardi, detto anche jargoso o judio-español, uno spagnolo curioso che conserva la stessa fisionomia arcaica di cinque secoli fa, come dimostra l’organo di stampa dei Ladinos di Istanbul “La boz de Oriente” (= la voce d’Oriente), stampato nel rispetto dell’ortografia di un tempo.Il "ladino" in alcuni paesi dell’America centro-meridionale
Nello spagnolo di Cuba “ladino” è il negro africano non civilizzato del tutto, mentre nello spagnolo dell’Argentina, dell’Uruguay e del Perù indica l’indio che parla spagnolo (lo stesso procedimento concettuale del moro latinado della Spagna del Cinquecento).Il caso dell’evoluzione del termine in Guatemala
In Guatemala, il termine è adoperato per indicare il meticcio il cui padre è spagnolo e la madre india; già alla fine del Seicento, le cronache del Guatemala si servivano del termine “ladino” per evitare, con questo eufemismo, quello più duro di “mestizo (= meticcio), perché fin dai primi anni della conquista, questa parola era servita a bollare i figli della violenza dei conquistatori nei confronti delle donne del popolo conquistato e ad escluderli dalla proprietà delle terre e dal diritto di poter sfruttare la mano d’opera indigena. I Ladinos del Guatemala, in genere, furono sempre molto poveri: erano braccianti o miserabili artigiani. L’unica differenza fra “Ladinos” e “Indios” era che i primi potevano lasciare il padrone per trovarsene un altro. Ed è stata proprio l’esclusione degli Indios a unificare, col passar del tempo, intorno al Ladino, i proprietari terrieri, i professionisti, gli operai, gli artigiani e infine gli uomini politici e i militari, categorie queste ultime, che dispongono oggi di un potere pressoché assoluto.Ai giorni nostri, proprio una minoranza di Ladinos, originaria del sottoproletariato di Ciudad de Guatemala, detiene il potere e l’esercito quasi con la stessa durezza che caratterizzò quella dei “conquistadores” e dei governatori spagnoli.