Tommysopeem4
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Concetti Chiave

  • Il perfetto latino esprime azioni concluse nel passato, simile al "Past Simple" inglese, e può essere tradotto in italiano con passato remoto, passato prossimo e trapassato remoto.
  • La formazione del perfetto si basa sul "tema del perfetto", derivato dalla terza forma del paradigma del verbo, con alcune eccezioni per la terza coniugazione che usa il raddoppiamento.
  • La diatesi attiva del perfetto aggiunge desinenze specifiche al tema del perfetto, seguendo una coniugazione regolare per tutte le persone singolari e plurali.
  • Nella diatesi passiva, il perfetto si forma con il participio perfetto e il verbo "sum", concordando in genere e numero con il soggetto.
  • Verbi difettivi latini si presentano solo al perfetto e si traducono in italiano variando tra presente e passato remoto.

Indice

  1. Caratteristiche e formazione
  2. Diatesi attiva
  3. Diatesi passiva
  4. Verbi difettivi

Caratteristiche e formazione

Il tempo verbale latino del perfetto si usa per esprimere azioni appartenenti al passato, cioè che vi hanno avuto inizio e fine; per questo motivo, facendo un parallelismo con l'inglese, corrisponde un po' al “Past Simple”.
Si può tradurre con 3 tempi verbali in italiano:
- passato remoto (io mangiai)
- passato prossimo (io ho mangiato)
- trapassato remoto, che però è meno usato (io ebbi mangiato)

Il perfetto presenta una coniugazione regolare, ossia uguale per tutti i verbi, ma si forma a partire dal “tema del perfetto”, che non è lo stesso per tutti.
Si parte dalla terza forma verbale del paradigma di ogni verbo, e per ottenerlo basta togliervi la desinenza -i:

- laudo,laudas,laudavi,laudatum,laudare ----> laudav- (tema del perfetto)
- moneo,mones,monui,monitum,monere ----> monu- (tema del perfetto)

Per alcuni verbi, soprattutto della 3° coniugazione, il perfetto si forma tramite raddoppiamento della prima sillaba:

- cano (cantare) --> cecini
- curro (correre) --> cucurri
- tendo (tendere) --> tetendi

Questo raddoppiamento, però, non si trasmette anche ai verbi composti degli stessi:

- incurro (incorrere, imbattersi) ----> incurri (NON in-cucurri)
- contendo (dirigersi) ----> contendi (NON con-tetendi)

L'unico caso in cui si verifica riguarda i composti del verbo “do” (dare):
- condo (fondare) ---> condidi
- perdo (mandare in rovina) ---> perdidi
- addo (aggiungere) ---> addidi

Diatesi attiva

Appurato come ottenere il tema del perfetto, per coniugare un verbo al perfetto basta aggiungere al suo tema le seguenti desinenze, uguali per tutti i verbi:

1°p.

Sing. -i
2°p. Sing. -isti
3°p. Sing. -it

1°p. Plur. -imus
2°p. Plur. -istis
3°p. Plur. -erunt

Coniugazione di “laudo” → perfetto attivo
Laudav-i
Laudav-isti
Laudav-it
Laudav-imus
Laudav-istis
Laudav-erunt

Diatesi passiva

Per quanto riguarda la forma passiva, per tradurre il tempo verbale si ricorre alle corrispettive forme passive:
- passato remoto passivo (io fui mangiato)
- passato prossimo passivo (io sono stato mangiato)
- trapassato remoto passivo (io fui stato mangiato)

Si forma unendo il participio perfetto e il verbo sum, opportunamente coniugato al tempo presente; per il primo, bisogna partire dal “supino”, la 4° forma del paradigma verbale: togliendo la desinenza -um e aggiungendo quelle degli aggettivi della 1° classe (-us, -a, -um al singolare e -i, -ae, -a al plurale), lo si otterrà.

Esempio: - us, a, um (singolare)
laudo,laudas,laudavi,laudatum,laudare ----> laudat-
- i, ae, a (plurale)

Successivamente, si pone il verbo sum e si ottiene la coniugazione:

Laudatus,a,um sum
Laudatus,a,um es
Laudatus,a,um est

Laudati,ae,a sumus
Laudati,ae,a estis
Laudati,ae,a sunt

Da questa si può evincere un'altra caratteristica del tempo verbale, cioè che deve concordare in genere e numero (NON per declinazione) sia con soggetto che con il verbo (non troverò mai laudatus sunt, “essi furono lodato”)
Esempi:
- Puellae laudatae sunt (Le fanciulle furono/sono state lodate).
- Poetae laudati sunt (I poeti furono/sono stati lodati).

Verbi difettivi

Esistono alcuni verbi che non presentano altre forme che quella dell'indicativo perfetto (e quindi dei tempi, come il piuccheperfetto che si formano a partire da questo; lo stesso discorso vale anche per il modo congiuntivo), e vengono appunto detti “difettivi” (non presentano l'indicativo – e quindi nemmeno il congiuntivo e l'infinito – presente e futuro)
Si distinguono in 2 categorie, in base alla loro traduzione:

- si traducono con il presente: memini (ricordo), novi (so) e odi (odio, detesto)

- si traducono con il passato remoto: coepi (iniziò) e inquit (disse)

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione del tempo verbale perfetto in latino?
  2. Il tempo verbale perfetto in latino si usa per esprimere azioni appartenenti al passato, che hanno avuto inizio e fine, simile al "Past Simple" in inglese.

  3. Come si forma il tema del perfetto per i verbi latini?
  4. Il tema del perfetto si ottiene dalla terza forma verbale del paradigma di ogni verbo, togliendo la desinenza -i.

  5. Quali sono le desinenze per coniugare un verbo al perfetto attivo?
  6. Le desinenze per coniugare un verbo al perfetto attivo sono: -i, -isti, -it, -imus, -istis, -erunt.

  7. Come si forma la diatesi passiva del perfetto in latino?
  8. La diatesi passiva del perfetto si forma unendo il participio perfetto e il verbo "sum" coniugato al tempo presente.

  9. Cosa sono i verbi difettivi e come si distinguono?
  10. I verbi difettivi sono verbi che presentano solo la forma dell'indicativo perfetto e si distinguono in base alla loro traduzione: alcuni si traducono con il presente, altri con il passato remoto.

Domande e risposte