nicolaripolii
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Concetti Chiave

  • L'alfabeto latino è composto da 23 lettere, con 6 vocali considerando la distinzione tra U e V, e 18 consonanti, mentre i dittonghi includono combinazioni come au, eu, ae, oe.
  • Nel latino moderno esistono due pronunce principali: quella ecclesiastica o scolastica, derivante dal latino medievale, e quella scientifica o erasmiana, che riproduce il latino classico.
  • Le regole di sillabazione del latino sono simili a quelle italiane, con particolari eccezioni come i gruppi muta cum liquida che non si dividono mai in sillabe.
  • Le sillabe latine possono essere lunghe o brevi, con la lunghezza determinata dalla presenza di vocali lunghe, dittonghi, o sillabe chiuse terminanti in consonante.
  • Le regole di accentazione seguono leggi specifiche, tra cui la legge del trisillabismo e della penultima, che determinano la posizione dell'accento in base alla lunghezza sillabica.

Indice

  1. L'alfabeto latino
  2. Le pronunce latine
  3. Sillabazione

L'alfabeto latino

L’alfabeto latino ha 23 lettere: A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Y Z.
Le vocali sono 6 (contando la distinzione tra U e V) e le consonanti 18.
V → corrisponde sia al fonema U (funzione vocalica) che V (funzione consonantica).
Dittongo → incontro di due vocali a formare un’unica sillaba (si ha una vocale + elemento di chiusura); in latino i dittonghi sono: au, eu, ae, oe, ei, ui, yi (usato solo in alcuni grecismi).
Ogni vocale ha una quantità, breve o lunga; i dittonghi sono sempre lunghi; per indicare le lunghezza delle vocali si usano i segni diacritici ◡ per le vocali brevi e ー per quelle lunghe.
Possono esistere degli omografi, ovvero parole che graficamente vengono scritte uguali, cambia solo la quantità delle vocali: es. pŏpulus (pŏpolo) e pōpulus (pioppo).

Le pronunce latine

Il latino di oggi ha due tipi di pronunce:
  1. pronuncia ecclesiastica o scolastica (dal latino medievale);
  2. pronuncia scientifica o erasmiana (riproduzione del latino classico).
Differenza tra le due pronunce:
  • pronuncia dei dittonghi ae ed oe
  • pronuncia lettera y
  • pronuncia lettera v
  • pronuncia lettere c, g + e, i
  • pronuncia dell’h
  • pronuncia di t, r, c, p + h
  • pronuncia di “ti” seguito da vocale
  • pronuncia di gn

Sillabazione

Le regole sono come quelle dell’italiano, e sostanzialmente a ogni vocale o dittongo corrisponde una sillaba. Ci sono anche altre regole:
  1. I gruppi formati da due o più consonanti si dividono lasciando solo la prima consonante con la sillaba precedente. Si fa eccezione per i gruppi muta cum liquida che non si dividono mai, anche se in poesia qualche volta si ritrovano questi gruppi divisi (es. magistra → ma|gis|tra);
  2. La “i” consonantica non ha funzione di vocale, quindi non forma di per sé una sillaba (es. iustus → ius|tus);
    le forme composte mantengono la loro integrità, quindi, ad esempio, i prefissi in-, ob- o per- vengono a costituire una sillaba a sé (es. inutilis → in|u|ti|lis e non i|nu|ti|lis).

Anche le sillabe hanno una quantità definita sillabica:

  1. Sillaba lunga: contiene una vocale lunga o un dittongo; inoltre sono lunghe tutte le sillabe chiuse, ovvero che
  2. terminano per consonante;
  3. Sillaba breve: sono brevi soltanto sillabe aperte che terminano per vocale breve.

Accento: tre sono le regole fondamentali per accentare una parola:

  1. Legge del trisillabismo → l’accento non può andare oltre la terzultima sillaba;
  2. Legge della baritonesi → l’accento non può cadere sull’ultima sillaba, quindi si trova necessariamente o sulla
  3. terzultima o sulla penultima;
  4. Legge della penultima → si stabilisce dove va l’accento in base alla quantità della penultima sillaba: se è lunga cadrà su di essa, se è breve cadrà sulla terzultima.

Quando a una parola viene aggiunta una particella enclitica (ovvero priva di accento), l’accento, che non tiene qui più conto delle quantità, ricade obbligatoriamente sulla sillaba immediatamente precedente alla particella (es. puélla → puellàque).

Apofonia → le vocali brevi accentate in terzultima sillaba nei composti si indeboliscono e vengono generalmente mutate in e, i, u.
esempio: făcio → perfĭcio

Domande da interrogazione

  1. Quante lettere ha l'alfabeto latino e come sono suddivise tra vocali e consonanti?
  2. L'alfabeto latino ha 23 lettere, con 6 vocali (considerando la distinzione tra U e V) e 18 consonanti.

  3. Quali sono i dittonghi presenti nella lingua latina?
  4. I dittonghi in latino sono: au, eu, ae, oe, ei, ui, yi (usato solo in alcuni grecismi).

  5. Quali sono le due pronunce principali del latino moderno?
  6. Le due pronunce principali del latino moderno sono la pronuncia ecclesiastica o scolastica e la pronuncia scientifica o erasmiana.

  7. Come si determina la quantità di una sillaba in latino?
  8. Una sillaba è lunga se contiene una vocale lunga o un dittongo, o se è chiusa (termina per consonante); è breve se è aperta e termina per vocale breve.

  9. Quali sono le regole fondamentali per accentare una parola in latino?
  10. Le regole fondamentali per accentare una parola in latino sono la legge del trisillabismo, la legge della baritonesi e la legge della penultima.

Domande e risposte