Concetti Chiave
- L'alfabeto latino comprende 24 grafemi, includendo x, k, y, non presenti nell'alfabeto italiano.
- Le parole latine si leggono generalmente come si scrivono, tranne eccezioni come i dittonghi ae e oe che si leggono come e.
- Il latino non utilizza accenti ma si basa sulla durata della vocale per distinguere la pronuncia.
- I gruppi consonantici come ph e gl hanno pronunce specifiche, simili a quelle in altre lingue derivate dal latino.
- Il gruppo intervocalico -ti- si pronuncia come -zi-, una caratteristica distintiva del latino.
Cioè, quanto mi devo fermare sulla pronuncia del suono di ciascuna vocale? Tanto o poco? E' importante perché i romani basavano la lingua parlata proprio sulla distinzione durativa della pronuncia. Esattamente, l'italiano è tra le lingue romanze, assieme al romeno quello che conserva maggiori affinità con il latino. Il latino infatti non presenta regole di pronuncia, ogni parola la si legge come si scrive salvo qualche eccezione. I dittonghi ae e oe si leggono e a meno che essi non siano segnati con una dieresi (¨) segno diacritico che indica quando due vocali non fanno dittongo.
Esempi
- rosae, foedus ---> si leggono ---> rose, fedus
- poëta, aëdus ---> si leggono ---> poeta, aedus
- il gruppo consonantico ph si legge f, come in molte altre lingue che hanno preso spunto dal latino.
- il gruppo gl è gutturale, come nella parola "glutine"
il gruppo “-ti" intervocalico (fra 2 vocali), si legge "-zi".