Concetti Chiave
- Il verbo è essenziale nella frase e indica azioni, stati o esistenze riferiti al soggetto.
- La struttura del verbo si compone di radice e desinenza, dove la radice è costante e la desinenza varia per indicare persona, numero, modo e tempo.
- I verbi si classificano in tre coniugazioni basate sulla desinenza dell'infinito, e coniugare un verbo significa modificarne le desinenze secondo le circostanze.
- La desinenza verbale esprime anche il modo e il tempo, con sette modi distinti tra finiti (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo) e indefiniti (infinito, participio, gerundio).
- I tempi verbali come presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice hanno usi specifici per esprimere azioni in momenti diversi e per indicare certezza, dubbio o consuetudine.
Indice
- Il ruolo del verbo
- Radice e desinenza
- Coniugazioni e desinenze
- Numero e persona del verbo
- Concordanza e desinenza
- Modi finiti e indefiniti
- Uso del presente indicativo
- Uso dell'imperfetto
- Passato remoto e futuro semplice
- Passato prossimo e trapassato
- Futuro anteriore
Il ruolo del verbo
Il verbo è la parte variabile del discorso che può indicare un'azione, uno stato, un modo di essere o un'esistenza, sempre riferiti al soggetto della frase. E' l'elemento fondamentale della frase, sufficiente e necessario a determinare l'esistenza.
Il verbo può essere analizzato e classificato in relazione alla struttura, al significato, alla funzione.
Ogni forma verbale, come tutte le parti variabili del discorso, è costituita da due parti: la radice e la desinenza.
Radice e desinenza
La radice del verbo, quindi, si ottiene togliendo la desinenza dall'infinito presente.
Coniugazioni e desinenze
In base alla desinenza dell'infinito i verbi vengono classificati in tre gruppi, chiamati coniugazioni.
Coniugare un verbo vuol dire cambiarne le desinenze secondo le circostazione dell'azione.
La desinenza indica, nella maggior parte dei casi, la persona e il numero, fornendo informazioni relativamente a chi compie o subisce l'azione o a chi si riferisce la situazione espressa dal verbo.
Numero e persona del verbo
Il verbo può essere di numero singolare o plurale:
Il verbo può essere di prima, seconda, terza persona singolare o plurale:
Proprio perché il verbo ha una forma particolare a seconda della persona, non è necessario che questa sia sempre espressa; di solito la desinenza del verbo è sufficiente a indicarla.

Concordanza e desinenza
Il verbo concorda con il soggetto in rapporto alla persona, sia espressa sia sottintesa. Se la persona è sottintesa, la terminazione del verbo basta a indicarcela.
La desinenza verbale esprime il modo e il tempo del verbo.
I modi sono sette e si distinguono in:
Modi finiti e indefiniti
I modi finiti, che precisano la persona e il numero mediante la desinenza, sono quattro:
I modi indefiniti, che esprimono l'azione in modo generico e non definiscono la persona e il numero, sono tre:
Uso del presente indicativo
Il presente indicativo indica contemporaneità, cioè si riferisce a un'azione, un modo di essere, uno stato che si realizza nel momento in cui si parla.
L'uso del presente è frequente anche in questi casi:
Uso dell'imperfetto
L'imperfetto esprime un'azione nel passato che dura nel tempo.
L'uso dell'imperfetto si verifica anche in questi casi:
Passato remoto e futuro semplice
Il passato remoto esprime un'azione avvenuta e conclusa nel passato. Il passato remoto, oggi, viene spesso sostituito nell'uso dal passato prossimo, specialmente nelle regioni settentrionali. Nelle regioni meridionali, invece, il passato remoto viene ancora utilizzato di frequente anche per indicare eventi accaduti in un passato recente. Nel linguaggio burocratico viene di preferenza usato il passato remoto quando si redigono relazioni e verbali.
Il futuro semplice indica un evento o una situazione che si realizzerà in un futuro più o meno vicino.
L'uso del futuro semplice è frequente anche in questi casi:
Passato prossimo e trapassato
Il passato prossimo è il composto del presente. Si forma con il verbo ausiliare coniugato al presente, al quale si aggiunge il participio passato del verbo che indica l'azione. Esprime un'azione avvenuta in un passato recente oppure in un passato lontano, ma i cui effetti permangono nel presente.
Il trapassato prossimo è il composto dell'imperfetto. Si forma con l'imperfetto del verbo ausiliare, al quale si aggiunge il participio passato del verbo che indica l'azione. Esprime un'azione conclusa prima di un'altra a sua volta espressa con un passato.
Il trapassato remoto è il composto del passato remoto. Si forma con il passato remoto del verbo ausiliare a cui si aggiunge il participio passato del verbo che indica l'azione. Esprime un'azione interamente conclusa prima di un'altra espressa con un passato remoto.
Futuro anteriore
Il futuro anteriore è il composto del futuro semplice. Si forma con il futuro semplice del verbo ausiliare a cui si aggiunge il participio passato del verbo che indica l'azione. Esprime un'azione che deve avvenire nel futuro prima che se ne realizzi un'altra anch'essa nel futuro, rispetto alla quale, quindi, è anteriore.
Il futuro anteriore è usato anche per indicare un fatto accaduto nel passato sul quale si voglia esprimere un dubbio.
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione principale del verbo in una frase?
- Come si struttura un verbo?
- In che modo i verbi vengono classificati in base alla desinenza dell'infinito?
- Quali sono i modi finiti e indefiniti del verbo?
- Qual è la differenza tra passato remoto e passato prossimo?
Il verbo è l'elemento fondamentale della frase, sufficiente e necessario a determinare l'esistenza, indicando un'azione, uno stato, un modo di essere o un'esistenza riferiti al soggetto.
Ogni forma verbale è costituita da due parti: la radice, che è l'elemento costante, e la desinenza, che è la parte variabile e informa su persona, numero, modo e tempo.
I verbi vengono classificati in tre gruppi chiamati coniugazioni, in base alla desinenza dell'infinito.
I modi finiti sono indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo, mentre i modi indefiniti sono infinito, participio e gerundio.
Il passato remoto esprime un'azione avvenuta e conclusa nel passato, mentre il passato prossimo esprime un'azione avvenuta in un passato recente o lontano, ma i cui effetti permangono nel presente.