Concetti Chiave
- La semiotica, o semiologia, è definita come la scienza che studia i segni, coniugando le teorie di Ferdinand de Saussure e Charles Sanders Peirce.
- Le funzioni della semiotica includono sei elementi chiave della comunicazione, come delineato da Roman Jakobson, tra cui funzioni referenziale, espressiva e conativa.
- Le funzioni semiotiche presentano una doppia natura, opposta tra logica ed espressiva, influenzando il modo in cui percepiamo e significiamo i messaggi.
- I segni semiotici si dividono in logici ed espressivi, con caratteristiche contrastanti che riflettono i diversi modi di significazione nelle scienze e nelle arti.
- I codici della semiotica si classificano in diacritici, tassonomici e semantici, determinando la struttura e l'informatività dei messaggi nella comunicazione.
In questo appunto di italiano viene descritto il concetto e la disciplina della semiotica che viene definita anche semiologia. Si riportano come esempio anche le funzioni della semiotica, altre caratteristiche delle funzioni e delle funzioni referenziali, il segno e i codici della semiotica.
Indice
La definizione di semiologia o semiotica
Il termine semiologia fu coniato dal linguista Ferdinand de Saussure(1857-1913), nella forma francese sémiologie, con il significato di scienza sociale che studia i segni in modo generale (in greco σημεῖον significa “segno”).
Anche Charles Sanders Peirce (1839-1914) concepì una teoria generale dei segni denominata semiotica. Sebbene De Saussure metta in rilievo la funzione sociale del segno, mentre Pierce la sua funzione logica, poiché tali aspetti sono strettamente vincolati, i termini semiologia e semiotica vengono oggi riferiti alla stessa disciplina.
Le funzioni della semiologia o semiotica: caratteristiche
La funzione del segno consiste nel comunicare idee per mezzo di messaggi. Già nella retorica di Aristotele (384/3 a.C. – 322 a.C.) sono individuati tre elementi in cui si articola la comunicazione: colui che parla, colui che ascolta e l’argomento oggetto del discorso. Il fine è rivolto all’ascoltatore e si realizza nella sua persuasione (Retorica 1358b). In questa teorizzazione, lo stagirita si rivelò precursore dei nostri modelli della comunicazione, come quello a sei elementi di Roman Jakobson (1896-1982). Infatti, ogni processo di comunicazione implica un mittente che indirizza un messaggio a un destinatario, in un contesto, attraverso un contatto, per mezzo di un codice. Jakobson stabilì sei funzioni linguistiche svolte da questi sei fattori:
- La funzione referenziale definisce il rapporto tra il messaggio e l’oggetto a cui si riferisce.
- La funzione espressiva o emotiva definisce il rapporto tra il messaggio e il mittente.
- La funzione conativa (dal latino conor “cercare di”) definisce il rapporto tra il messaggio e il destinatario.
- La funzione poetica si incentra sul messaggio stesso e, per la sua efficacia, conta sulla forma.
- La funzione fatica (dal latino fari “parlare”) ha come oggetto affermare, mantenere o interrompere la comunicazione. Il referente del messaggio fatico è la comunicazione in sé, così come il referente del messaggio poetico è il messaggio in sé e del messaggio emotivo il mittente.
- La funzione metalinguistica definisce il senso dei segni che rischiano di non essere compresi dal destinatario.
Altre caratteristiche delle funzioni e delle funzioni referenziali
Le varie funzioni si trovano mescolate in varie proporzioni nello stesso messaggio e l’una o l’altra prevalgono a seconda del tipo di messaggio e del tipo di comunicazione.
In questo senso sono caratteristiche le funzioni referenziali(oggettive e cognitive) e la funzione emotiva (soggettiva ed espressiva). Esse costruiscono i due grandi modi di espressione semiologica che sono antiteticamente opposti, in modo che la nozione di una "doppia funzione del linguaggio" possa essere estesa a tutti i modi di significato. Infatti, la comprensione e il sentimento, lo spirito e l'anima, costituiscono i due poli della nostra esperienza e corrispondono a modalità di percezione non solo opposte, ma inversamente proporzionali, al punto che potremmo definire l'emozione come un'incapacità di comprendere. Inibisce l'intelligenza che non capisce cosa le sta succedendo. La comprensione è esercitata sull'oggetto e l'emozione sul soggetto; m comprendere significa soprattutto un'organizzazione, un ordinamento delle sensazioni percepite, mentre l'emozione è un disordine e una commozione dei sensi.
Si tratta dunque di due modi di percezione - e di conseguenza di significazione - totalmente opposti, per cui i caratteri del segno logico e del segno espressivo si oppongono termine per termine: il segno logico è convenzionale, arbitrario, omologico, obiettivo, razionale, astratto, generale transitivo, selettivo; il segno espressivo è naturale, motivato, analogico, soggettivo, affettivo, concreto, singolare, immanente, totale.
Il segno e i codici della semiotica
Si tratta chiaramente di tendenze, poiché queste proprietà sono relative in ragione del fatto che il segno è, in misura minore o maggiore, convenzionale o arbitrario. Ci troviamo di fronte a due grandi modi di significazione che oppongono le scienze e le arti. Questa è la causa del rifiuto esistente tra segni logici ed emozione da un lato e tra segni espressivi e comprensione dall'altro: le modalità semiologiche della conoscenza intellettuale non influenzano l'esperienza affettiva e viceversa. Questo è ciò che rende lo studio scientifico dei fenomeni affettivi così difficile e precario, dato che lo spirito è totalmente incapace di definire e strutturare, cioè di “capire”, termini come passione, desiderio, emozione.
Esistono tre tipi di codici a seconda che i segni siano in una relazione logica di esclusione, inclusione o intersezione, corrispondenti rispettivamente alle funzioni diacritica (o distintiva), tassonomica (o classificatoria), semantica (o significativa).
La funzione di un sistema fonologico (e della maggior parte dei sistemi di segnale) è puramente distintiva in quanto non vi è alcuna relazione tra le caratteristiche rilevanti. Un sistema tassonomico, invece, integra i segni in un sistema di relazioni, ma necessario, univoco e inclusivo. Il sistema lessicale implica sia significato sia informazione.
Più un codice è significativo, più è ristretto, strutturato, socializzato e viceversa. Ora, il contenuto informativo di un messaggio e la ridondanza (o perdita di informazioni) che ne è il corollario sono proprietà oggettive e misurabili. Più forte sarà la ridondanza, più significativa, chiusa, socializzata e codificata sarà la comunicazione. Più è debole, più la comunicazione sarà informativa, aperta, individualizzata e decodificata. Da questo punto di vista possiamo considerare che le nostre scienze e tecniche dipendono da sistemi sempre più codificati.
Questa strutturazione o "codifica" del sistema pone il problema del rapporto tra destinatario e comunicazione dal doppio punto di vista del messaggio e del mittente. Il destinatario che riceve un messaggio deve codificarlo, ossia ricostruirne il significato a partire dai segni, ognuno dei quali contiene elementi di quel significato, ovvero domande relative alle relazioni di ciascun segno con gli altri.
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione di semiologia o semiotica secondo il testo?
- Quali sono le funzioni linguistiche stabilite da Roman Jakobson?
- Come si differenziano le funzioni referenziali ed emotive?
- Quali sono i tipi di codici menzionati nel testo?
- Come influisce la codifica sulla comunicazione secondo il testo?
La semiologia o semiotica è definita come una scienza sociale che studia i segni in modo generale, coniata da Ferdinand de Saussure e sviluppata anche da Charles Sanders Peirce.
Roman Jakobson ha stabilito sei funzioni linguistiche: referenziale, espressiva, conativa, poetica, fatica e metalinguistica, ognuna delle quali definisce diversi rapporti tra il messaggio e i suoi elementi.
Le funzioni referenziali sono oggettive e cognitive, mentre le funzioni emotive sono soggettive ed espressive, rappresentando due modi opposti di espressione semiologica.
I tipi di codici sono distintivi, tassonomici e semantici, che si basano su relazioni di esclusione, inclusione o intersezione tra i segni.
La codifica influisce sulla comunicazione rendendola più significativa, strutturata e socializzata, mentre una bassa codifica rende la comunicazione più informativa, aperta e individualizzata.