Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • L'italiano permette di derivare avverbi qualificativi da quasi ogni aggettivo, rendendoli numerosi grazie a diverse procedure di formazione.
  • Gli avverbi qualificativi si formano principalmente con il suffisso -mente, usando la forma maschile dell'aggettivo o attraverso locuzioni con preposizioni semplici.
  • Il suffisso -mente proviene dal latino popolare, in cui "mente" era parte del complemento di modo e ha perso il suo significato originale diventando un semplice suffisso.
  • Alcuni avverbi si formano utilizzando aggettivi al maschile singolare, rendendo la frase più breve ed elegante, come "parlare piano" o "vedere giusto".
  • Gli avverbi di modo possono anche essere creati con preposizioni come "di" o "in" seguite da un aggettivo, risultando preferiti per la loro semplicità rispetto alla forma in -mente.

Indice

  1. Introduzione
  2. Formazione
  3. Procedura
  4. Derivazione dal latino
  5. Aggettivo con valore avverbiale
  6. Preposizione + aggettivo
  7. Avverbi qualificativi e complemento di modo o maniera
  8. “Bene” e “male”: due casi particolari

Introduzione

Una caratteristica dell’italiano è la possibilità di far derivare quasi da ogni aggettivo un corrispondente avverbio di modo o maniera, chiamati anche avverbi qualificativi. Per questo motivo, essi sono molto numerosi.

Formazione

Gli avverbi qualificativi si formano secondo tre procedure:
1) Mediante il suffisso -mente: forte > fortemente, chiaro > chiaramente, veloce > velocemente
2) Ricorrendo alla forma corrispondente all’aggettivo maschile: corre piano, salta alto, parlare chiaro
3) Ricorrendo a locuzioni unite ad una preposizione semplice: di recente, di nuovo

Procedura

• Il suffisso-mente si aggiunge alla forma femminile dell’aggettivo (chiaro > chiara > chiaramente)
• Se l’aggettivo termina in -e, il suffisso si aggiunge direttamente : breve > brevemente, senza alcuna trasformazione preliminare.
• Se l’ultima sillaba degli aggettivi in -e contiene una consonante liquida (-le oppure -re), prima di aggiungere il suffisso -mente, la -e finale si elimina:
facile > facilmente, terribile > terribilmente, crudele > crudelmente.

• Eccezioni: leggero > leggermente, benevolo > benevolmente, violento > violentemente che seguono la stessa regola degli aggettivi che terminano in -e quindi non si trasformano al femminile.

Derivazione dal latino

Il suffisso -mente è derivato dal latino popolare e in particolare modo dal complemento di modo in cui per esempio, per dire con “intenzione chiara” si diceva, in ablativo “clara mente” (= in maniera chiara). Nell’italiano, “mente” ha perso il significato originario ed è diventato un puro e semplice suffisso. L’origine spiega anche perché prima di aggiungere il suffisso è necessario trasformare l’aggettivo al femminile: perché così era in latino. La lingua latina della Chiesa diffusa largamente il suffisso avverbiale, partendo dalle espressioni “devota-mente” , “fedel(i)-mente”, “santa-mente”.
Anche i participi presenti e passati seguono la stessa regola:
brillare > brillante > brillantemente
moderare > moderato > moderatamente
disperare > disperato > disperatamente
convenire > conveniente > convenientemente
Fanno eccezione i colori che non hanno l’avverbio corrispondente in -mente, bensì la locuzione con la preposizione (= di rosso, di verde, di bianco).

Aggettivo con valore avverbiale

Una particolare formazione dell’avverbio di modo è quello che si ottiene utilizzando soltanto il maschile al maschile singolare:
Esempi. Parlare piano (= parlare sottovoce), vedere giusto, costare caro. Questi aggettivi non sono molti anche perché non sempre si può evitare la confusione fra aggettivi e avverbi. La frase che ne risulta ci guadagna in brevità e acquista più eleganza.
Esempi: poco denaro / mangiare poco, molto dolore /soffrire molto, un paese vicino / abitare vicino, una città lontana / andare lontano, un uomo forte / parlare forte (= ad alta voce)
Dall’unione di due avverbi, in ambito musicale (piano + forte) si è formato il sostantivo “pianoforte”, frequentemente abbreviato in “piano”.

Preposizione + aggettivo

Un’altra formazione dell’avverbio è composta dalla preposizione “di” oppure “in” seguita da un aggettivo
Recentemente > di recente, sicuramente > di sicuro, solitamente > di solito, di rado, di continuo, di solito, in alto, in basso.
La stessa formazione si ottiene anche con “da” oppure con “die”, ma in misura più ridotta: a lungo, da vicino, da lontano. Pur essendo un tipo di avverbio di modo limitato, esso è comunque preferito alla forma in -mente perché più semplice e breve.

Avverbi qualificativi e complemento di modo o maniera

Tutti gli avverbi qualificativi si possono trasformare in un complemento di modo o maniera
Lavorare faticosamente > lavorare con fatica, piangere disperatamente > piangere con disperazione, agire rapidamente > agire con rapidità.
Da quanto detto, si può concludere che dallo stesso aggettivo si possono ottenere diverse forme avverbiali o complementi per esprime un modo:
Esempio: certo > certamente / di certo / con certezza. La preferenza dell’uno e dell’altro dipende dal gusto personale e dal tocco stilistico che vogliamo dare alla frase

“Bene” e “male”: due casi particolari

Dalla lingua latina derivano anche i due avverbi di modo “bene” e “ male”. In latino gli avverbi si formavano partendo dal tema dell’aggettivo con la desinenza -e (mal(u) > male, bon(u) > bene) Dal diminutivo “bènulu” si è avuto “benlo” e quindi “bello”. Pertanto, i tre vocaboli buono/bene/bello hanno tutti la stessa origine.
“Malo” continua ad esistere nelle espressioni “di malo modo”, “di mala voglia” oppure come uso avverbiale (sotto forma di “male): star male, pensare male, agire male. Negli altri casi, è stato sostituito da “malvagio” e da “cattivo” (dal latino “captivus”).

Domande da interrogazione

  1. Qual è una caratteristica distintiva della lingua italiana riguardo agli avverbi?
  2. Una caratteristica distintiva dell'italiano è la possibilità di derivare quasi da ogni aggettivo un corrispondente avverbio di modo o maniera, chiamati anche avverbi qualificativi.

  3. Quali sono le tre procedure principali per formare avverbi qualificativi in italiano?
  4. Gli avverbi qualificativi si formano mediante il suffisso -mente, utilizzando la forma maschile dell'aggettivo, o attraverso locuzioni unite a una preposizione semplice.

  5. Come si spiega l'origine del suffisso -mente in italiano?
  6. Il suffisso -mente deriva dal latino popolare, in particolare dal complemento di modo, dove "mente" ha perso il significato originario ed è diventato un suffisso.

  7. Quali sono le eccezioni alla regola di trasformazione degli aggettivi in avverbi con il suffisso -mente?
  8. Le eccezioni includono aggettivi come "leggero", "benevolo", e "violento", che seguono la regola degli aggettivi che terminano in -e e non si trasformano al femminile.

  9. Come si formano gli avverbi di modo utilizzando preposizioni?
  10. Gli avverbi di modo si formano con la preposizione "di" o "in" seguita da un aggettivo, come in "di recente" o "in alto", e sono preferiti per la loro semplicità e brevità rispetto alla forma in -mente.

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