Concetti Chiave
- L'Isola di Pasqua, situata a 3.601 km dalle coste cilene, è famosa per le sue statue megalitiche, i Moai, che affascinano i visitatori sin dal 1722.
- La ricostruzione tradizionale narra di una società fiorente poi crollata a causa della deforestazione e dell'esaurimento delle risorse, portando a conflitti e cannibalismo.
- Nuove teorie suggeriscono che i ratti, introdotti dai primi colonizzatori, abbiano contribuito significativamente alla deforestazione dell'isola.
- Un'altra teoria, proposta da Alfred Metraux, attribuisce il declino della popolazione indigena al genocidio e alle malattie introdotte dagli europei.
- La fine della civiltà di Rapa Nui è vista come il risultato di molteplici fattori, tra cui guerre, clima avverso, e il contatto con i colonizzatori europei.

Isola di Pasqua: la ricostruzione tradizionale
Ogni anno migliaia di turisti di tutto il mondo compiono lunghi voli sopra il Pacifico meridionale per arrivare ad ammirare le celebri figure megalitiche dell’isola di Pasqua, un’isola appartenente allo stato del Cile ma situata a 3.601 km dalle sue coste, nel bel mezzo dell’oceano. Le grandi e misteriose statue in pietra che ne ricoprono la superficie, i misteriosi Moai, affascinano i visitatori dell’isola sin dal 1722. Quello fu l’anno in cui infatti tre velieri olandesi al comando dell'ammiraglio Jacob Roggeveen la scoprirono, rivelando al mondo la sua esistenza (l’isola all’epoca era abitata da una popolazione indigena che la chiamava “Rapa Nui”, la grande roccia). Sin da subito, molti furono gli interrogativi riguardo la realizzazione e il trasporto di queste grosse statue. la ricostruzione più diffusa della storia dell’isola narra che gli abitanti dell’isola, stabilitisi lì dalle isole vicine tra il 300 d.C. e il 1200, un tempo, avrebbero dato vita a una società fiorente e popolosa. Finirono però per provocare la propria rovina prosciugando tutte le risorse dell’isola e causando un grave degrado ambientale. In questa versione degli eventi, un piccolo gruppo di colonizzatori polinesiani sbarcò sull’isola. In un primo momento la popolazione aumentò lentamente, ma successivamente ci fu uno stop di crescita demografica e l’ossessione per la costruzione dei Moai (sculture) unita ad una cattiva gestione delle risorse dell’isola e al difficile clima oceanico, cominciarono ad esercitare una pressione ambientale sempre più forte. Alla fine, gli abitanti avevano ormai abbattuto in maniera irrimediabile la gran parte degli alberi dell’isola, scatenando carestie, che portarono a guerre fratricide e infine il crollo della civiltà. Come Jared Diamond, geografo e fisiologo dell’Università della California a Los Angeles, ipotizzò in un articolo del 1995, la popolazione dell’isola di Pasqua abbatté totalmente le foreste, provocò l’estinzione delle piante e degli animali che le popolavano e vide la propria complessa società degenerare in caos e cannibalismo.
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La nuova ricostruzione
Nonostante le teorie sull’esaurimento delle risorse, le carestie e le guerre fratricide siano plausibili e accertate come concause della fine della civiltà, nuovi dati indussero a modificare la visione tradizionale della storia di Rapa Nui. Come suggerisce l’antropologoTerry L. Hunt in un articolo pubblicato per la prima volta nel 2006 sull’American Scientist e subito ripreso dalla rivista italiana Scienze, ad un certo punto della storia dell’isola un piccolo gruppo di polinesiani sbarcò sull’isola di Rapa Nui e la trovò ricoperta di alberi e palme. Lo studio dei pollini dimostra infatti che l’albero della palma di cui era ricoperta l’isola comparve almeno 35.000 anni fa e resistette a numerosi cambiamenti climatici e ambientali. Sembra che gli abitanti dell’isola abbiano iniziato a costruite i Moai già poco dopo il loro arrivo, e dato un primo grande contributo alla deforestazione utilizzando il legno degli alberi per le loro attività sull’isola. La popolazione dell’isola ad un certo punto della sua storia raggiunse un picco di circa 3.000 persone o poco più, densità che rimase pressoché stabile fino all’arrivo degli europei. Le condizioni ambientali e la limitatezza di risorse infatti non potevano permettere un ulteriore incremento demografico. Un’ipotesi imputa la fine della civiltà e in particolare la deforestazione ai ratti. Non si sa se i ratti fossero passeggeri clandestini o una fonte di proteine per i navigatori polinesiani, ma probabilmente sbarcarono insieme ai primi colonizzatori e trovarono un ambiente favorevole: una disponibilità quasi illimitata di alimenti di alta qualità come il seme della palma, che pian piano andarono ad esaurire.
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La lezione di Rapa Nui
Negli anni trenta del Novecento, una nuova teoria emerse tra le altre: quella dell’etnografo francese Alfred Metraux. Egli visitò l’isola di Rapa Nui e in seguito ne descrisse la fine come “una delle più orribili atrocità commesse dall’uomo bianco nei Mari del Sud”. Secondo la sua teoria a spazzar via la popolazione indigena fu quindi un vero e proprio genocidio ad opera dell’uomo europeo, non un ecocidio causato dai cambiamenti climatici e dalla scarsità di risorse (che certo contribuirono a diminuire la popolazione). I colonizzatori europei infatti, come successe con gli indigeni in America, portarono sull’isola la propria ferocia e numerose malattie, alle quali la popolazione non era preparata, come tifo e colera. Inoltre fecero di molti indigeni degli schiavi, portandoli fuori dall’isola, su cui ad un certo punto, nel 1877 rimasero addirittura solo centoundici persone. Una catastrofe ecologica avvenne realmente a Rapa Nui, ma la scomparsa misteriosa di questa civiltà fu la conseguenza di parecchie concause (carestie, clima rigido, deforestazione, guerre fratricide, esaurimento delle risorse) e non solo dell’imprevidenza umana.
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Domande da interrogazione
- Qual è la ricostruzione tradizionale della storia dell'Isola di Pasqua?
- Quali nuove teorie sono emerse riguardo la storia di Rapa Nui?
- Qual è la teoria di Alfred Metraux sulla fine della civiltà di Rapa Nui?
- Quali fattori contribuirono alla scomparsa della civiltà di Rapa Nui secondo il testo?
- Come si spiega la costruzione dei Moai secondo le nuove teorie?
La ricostruzione tradizionale narra che gli abitanti dell'isola, stabilitisi tra il 300 d.C. e il 1200, crearono una società fiorente che finì per collassare a causa dell'esaurimento delle risorse, deforestazione e guerre fratricide.
Nuove teorie suggeriscono che la deforestazione potrebbe essere stata causata dai ratti, che trovarono un ambiente favorevole sull'isola, e che la popolazione rimase stabile fino all'arrivo degli europei.
Alfred Metraux propose che la fine della civiltà di Rapa Nui fu causata da un genocidio ad opera degli europei, che portarono malattie e schiavitù, piuttosto che solo da fattori ecologici.
La scomparsa della civiltà fu il risultato di molte concause, tra cui carestie, clima rigido, deforestazione, guerre fratricide, esaurimento delle risorse e l'arrivo degli europei.
Le nuove teorie suggeriscono che i Moai furono costruiti poco dopo l'arrivo dei polinesiani, contribuendo alla deforestazione attraverso l'uso del legno per le loro attività.