Concetti Chiave
- Dopo la decolonizzazione, si è creata una divisione internazionale del lavoro tra Paesi industrializzati del Nord e Paesi non industrializzati del Sud.
- I Paesi del Sud continuano a fornire materie prime e beni agricoli al Nord, mantenendo una dipendenza economica.
- Il sottosviluppo è aggravato dalla transizione verso la monocoltura, sostituendo l'agricoltura di sussistenza con coltivazioni gestite da multinazionali.
- Le multinazionali agricole producono beni di alta qualità, come caffè e cacao, pagando salari bassi e vendendo a prezzi elevati nei mercati del Nord.
- Questa dinamica economica perpetua uno squilibrio di ricchezza tra Nord e Sud, ostacolando lo sviluppo sostenibile dei Paesi del Sud.
Divisione internazionale del lavoro
Dopo la decolonizzazione (avvenuta in America Latina agli inizi dell'Ottocento e in Asia e in Africa nella seconda metà del XX secolo), si è venuta affermando come pesante eredità della precedente politica coloniale, una divisione internazionale del lavoro fra i Paesi industrializzati del Nord del mondo, ricchi di tecnologia (ma non sempre di materie prime), e i Paesi non industrializzati del Sud del mondo, che svolgono ancora oggi il ruolo di produttori di materie prime e di beni agricoli destinati al Nord.
Cause del sottosviluppo
Una delle maggiori cause del sottosviluppo di questi Paesi è la sostituzione di forme di agricoltura di sussistenza, che forniscono prodotti per l'autoconsumo della popolazione locale, con la cosiddetta monocoltura (cioè coltivazione di un unico prodotto o coltura di piantagione) gestita da multinazionali, che sono grandi organizzazioni economiche le quali producono e vendono in varie parti del mondo.
Ruolo delle multinazionali
Le multinazionali che operano in campo agricolo, per esempio, ricavano prodotti di qualità (caffè, cacao, canna da zucchero) pur pagando bassi salari, e li rivendono a prezzi molto alti sui mercati del Nord.