Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Negli anni '80, la Nuova Zelanda ha affrontato le conseguenze economiche dell'ingresso della Gran Bretagna nell'CEE, migliorando la crescita e stabilizzando l'inflazione e la disoccupazione.
  • L'agricoltura è cruciale per l'economia della Nuova Zelanda, rappresentando il 6% del PIL e il 28% delle esportazioni, con una forte dipendenza dai prezzi mondiali di lana e carne.
  • Le risorse energetiche includono carbone, gas naturale e idroelettrico, con significativi contributi al fabbisogno energetico nazionale.
  • L'industria neozelandese si concentra su agroalimentare e silvicoltura, esporta il 90% della produzione di alluminio e si è adattata alla globalizzazione riducendo la forza lavoro.
  • La Nuova Zelanda ha sviluppato relazioni internazionali con paesi del Pacifico per compensare la perdita di mercati europei, firmando trattati di libero scambio e partecipando all'APEC.

Indice

  1. Sintesi
  2. Agricoltura
  3. Risorse energetiche
  4. Industria e i trasporti
  5. Relazioni internazionali

Sintesi

Negli anni '80, la Nuova Zelanda ha cercato di rimediare alle conseguenze commerciali dell'ingresso della Gran Bretagna nell'CEE (ora Unione Europea), che aveva inferto un duro colpo all'economia nazionale. Il Paese è tornato a crescere, l'inflazione si è ridotta, la bilancia commerciale è tornata in equilibrio e la disoccupazione si è stabilizzata.
Ma la Nuova Zelanda è ancora svantaggiata dall'esiguità del suo mercato interno, dall'insufficiente diversificazione della sua economia e dal suo isolamento geografico, nonostante una migliore integrazione regionale all'interno dell'area Asia-Pacifico.

Agricoltura

L'agricoltura, che rappresenta circa il 6% del prodotto interno lordo e il 28% dei proventi delle esportazioni, occupa ancora un posto di rilievo nell'economia della Nuova Zelanda, ma rimane molto dipendente dalle fluttuazioni dei prezzi mondiali della lana e della carne. La Nuova Zelanda è prima di tutto un paese agricolo. I bovini e gli ovini forniscono lana, carne e prodotti lattiero-caseari, la cui esportazione è fondamentale, data la ristrettezza del mercato interno. Le colture (frumento, orzo, alberi da frutto) occupano solo una piccola area. La viticoltura sta diventando sempre più importante e consente alcune esportazioni di vino. Lo sfruttamento del bosco ha riscontrato negli ultimi anni un rinnovato interesse, con l'obiettivo di diversificare le fonti di reddito agricolo. La pesca è un settore in via di sviluppo, orientato principalmente verso l'export, che costituisce il principale prodotto dell'allevamento marino.

Risorse energetiche

Le principali risorse minerarie sono il carbone (utilizzato per la produzione di energia elettrica) e il gas naturale, sfruttato nei giacimenti offshore e destinato alla produzione di petrolio sintetico ed elettricità. Alcuni pozzi petroliferi nelle due grandi isole e una significativa produzione idroelettrica contribuiscono in modo sostanziale al fabbisogno energetico nazionale.

Industria e i trasporti

L'industria (agroalimentare, tessile) promuove principalmente la produzione agricola (latte, carne, pelli, lana, frutta) e la silvicoltura. La produzione di alluminio, non trascurabile, viene esportata per il 90%. La Nuova Zelanda è presente anche in settori specializzati come le attrezzature per il tempo libero (yacht). La politica di liberalizzazione e apertura dell'economia nazionale, nel quadro della globalizzazione del commercio, ha portato l'industria neozelandese ad aumentare la propria produttività riducendo la forza lavoro.
La Nuova Zelanda dispone di 92.000 km di strade. Quasi tutto il commercio estero avviene via mare, tramite società private. Sette dei tredici principali porti commerciali sono di proprietà dei governi locali, gli altri quattro sono privatizzati. Il turismo è uno dei primi settori di attività.

Relazioni internazionali

Per compensare la perdita di parte dei suoi punti vendita europei, la Nuova Zelanda ha sviluppato relazioni con i paesi che si affacciano sul Pacifico (Stati Uniti, Giappone, Australia, Cina, Corea del Sud, ecc.). La bilancia commerciale e la bilancia dei pagamenti sono in disavanzo. Nel 1983, la Nuova Zelanda e l'Australia hanno firmato un trattato con l'obiettivo di stabilire relazioni economiche più strette, per poi istituire una zona di libero scambio per gli scambi di merci nel giugno 1990. La Nuova Zelanda è anche membro dell'APEC (Asia Pacific Economic Cooperation), creata nel 1989 con l'obiettivo di rafforzare il commercio e promuovere gli investimenti nell'area Asia-Pacifico.
Il paese soffre dell’isolamento geografico, della ristrettezza del mercato interno e dell'insufficiente diversificazione dell’economia.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati gli effetti dell'ingresso della Gran Bretagna nell'Unione Europea sull'economia della Nuova Zelanda?
  2. L'ingresso della Gran Bretagna nell'Unione Europea ha inflitto un duro colpo all'economia della Nuova Zelanda, portando il paese a cercare di rimediare alle conseguenze commerciali negli anni '80.

  3. Qual è il ruolo dell'agricoltura nell'economia della Nuova Zelanda?
  4. L'agricoltura rappresenta circa il 6% del PIL e il 28% dei proventi delle esportazioni, con un'importanza fondamentale per l'economia, nonostante la dipendenza dalle fluttuazioni dei prezzi mondiali.

  5. Quali sono le principali risorse energetiche della Nuova Zelanda?
  6. Le principali risorse energetiche includono il carbone, il gas naturale, alcuni pozzi petroliferi e una significativa produzione idroelettrica.

  7. Come si è evoluta l'industria neozelandese nel contesto della globalizzazione?
  8. L'industria neozelandese ha aumentato la produttività riducendo la forza lavoro, promuovendo la produzione agricola e la silvicoltura, e partecipando a settori specializzati come le attrezzature per il tempo libero.

  9. Quali strategie ha adottato la Nuova Zelanda per migliorare le sue relazioni internazionali?
  10. La Nuova Zelanda ha sviluppato relazioni con i paesi del Pacifico e ha firmato un trattato con l'Australia per stabilire relazioni economiche più strette, istituendo una zona di libero scambio nel 1990.

Domande e risposte

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