Concetti Chiave
- Il Mare del Nord è un mare epicontinentale situato nell'Europa nordoccidentale, con una superficie di 575.000 km², delimitato da isole e stretti come le Shetland e lo Skagerrak.
- Caratterizzato da una profonda differenza tra la parte meridionale meno profonda e la parte settentrionale più aspra e glaciale, con coste alte e profonde depressioni.
- Le influenze climatiche variano da atlantiche a boreali, con differenze di salinità e forti maree a ovest, mentre l'est è più soggetto al gelo e meno agitato.
- Rappresenta una risorsa economica fondamentale grazie alla pesca intensiva e ai porti principali come Rotterdam, Londra, Anversa e Amburgo, che sono tra i più trafficati al mondo.
- L'estrazione di gas naturale e petrolio è significativa, con importanti giacimenti nel Regno Unito e Norvegia, rendendo la Gran Bretagna il maggiore beneficiario di queste risorse.
Il Mare del Nord
Il Mare del Nord è un mare epicontinentale (cioè che sovrasta la piattaforma continentale) dell'Europa nordoccidentale; esso è delimitato dalle isole Shetland, dallo Skagerrak e dal Passo di Calais, e corrisponde ad una superficie di 575.000 km2.Ha la forma di un grande golfo in leggera pendenza e si apre sulle coste e sul bacino della Norvegia. Bagna Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Belgio.
La parte meridionale (profonda meno di 50 m) costituisce un'estensione del Nord Europa: oltre a scogliere, paludi e dune, le coste sono delimitate da banchi di sabbia (Pas de Calais) o morene (Dogger Bank). La parte settentrionale, delimitata dalla base primaria (Scozia, Norvegia), è più aspra e profonda: le coste alte con fiordi e scogliere, le secche, le depressioni e i solchi hanno un’origine glaciale. Al di sotto, la serie sedimentaria è molto fitta (da 6 a 8 km), frequentemente intervallata da rialzi diapirici, cioè che si sono formati a seguito di risalita di masse rocciose profonde con perforazione delle rocce sovrastanti. Ai margini della base scandinava, la "fossa norvegese" è una depressione monoclina relativamente profonda (400-700 m), ricoperta da antichi ghiacciai.Nella metà occidentale si mantengono le influenze atlantiche: rami rotanti del Nord Atlantico alla deriva, salinità ancora elevata (sopra il 35 ‰), forte marea. La parte est è meno salata, a causa delle affluenze dei fiumi e del Baltico (dal 30 al 32 ‰); è più soggetto al gelo e meno agitato dalla marea. Ampiamente aperto alle influenze boreali, il Mare del Nord ha un clima rigido, umido e nebbioso. In inverno, i venti possono soffiare nelle tempeste e sollevare onde che inondano le pianure e i polder.
Il Mare del Nord costituisce una grande ricchezza economica. La pesca intensiva (pesca a strascico: aringa, sgombro, eglefino, razze) è praticata principalmente da danesi e norvegesi. Nonostante le condizioni sfavorevoli, la navigazione è rilevante per l'importanza dei porti e per l'attività industriale. La maggior parte dei principali porti d'Europa sorge sugli estuari che sfociano nel Mare del Nord: Rotterdam, Londra, Anversa e Amburgo sono tra i porti più trafficati del mondo. Le misure di sicurezza, le norme di navigazione, il monitoraggio dei punti più frequentati sono stati rafforzati dall'utilizzo degli idrocarburi. I lavori preparatori per l'operazione risalgono al 1962. Il primo giacimento di gas naturale (West Sole, nella zona britannica) è stato scoperto nel 1965, il primo giacimento a petrolio (Ekofisk, nella zona norvegese), nel 1969. Oggi la maggior parte dei giacimenti di gas naturale e petrolio vengono estratti nel Regno Unito (gas naturale Indefatigable e Leman Bank; petrolio Quaranta e Brent in particolare) e Norvegia (gas naturale e petrolio Ekofisk; petrolio Frigg e gas Statfjord). La Gran Bretagna risulta essere la maggiore beneficiaria di un'operazione che richiedeva la risoluzione di delicate questioni politiche (sovranità degli stati rivieraschi, statuti delle operazioni offshore) e tecniche (costruzione di impianti di perforazione e gasdotti). L'esplorazione petrolifera, dopo un calo dal 1999, si è stabilizzata grazie ai progressi tecnici nella ricerca e nella produzione.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche geografiche principali del Mare del Nord?
- Come influiscono le condizioni climatiche sul Mare del Nord?
- Qual è l'importanza economica del Mare del Nord?
- Quali sono stati i principali sviluppi nell'estrazione di idrocarburi nel Mare del Nord?
- Quali sfide sono state affrontate nell'operazione di estrazione di idrocarburi nel Mare del Nord?
Il Mare del Nord è un mare epicontinentale dell'Europa nordoccidentale, con una superficie di 575.000 km2. Ha la forma di un grande golfo e bagna diversi paesi tra cui Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Belgio. La parte meridionale è meno profonda e caratterizzata da scogliere e dune, mentre la parte settentrionale è più aspra e profonda, con coste alte e fiordi di origine glaciale.
Il Mare del Nord ha un clima rigido, umido e nebbioso, con influenze atlantiche nella metà occidentale e meno salinità nella parte orientale a causa delle affluenze dei fiumi e del Baltico. In inverno, i venti possono causare tempeste e onde che inondano le pianure e i polder.
Il Mare del Nord è una grande risorsa economica grazie alla pesca intensiva e alla navigazione rilevante per l'importanza dei porti come Rotterdam, Londra, Anversa e Amburgo. Inoltre, è un'area chiave per l'estrazione di gas naturale e petrolio, con giacimenti significativi nel Regno Unito e in Norvegia.
I lavori preparatori per l'estrazione di idrocarburi sono iniziati nel 1962, con la scoperta del primo giacimento di gas naturale nel 1965 e del primo giacimento di petrolio nel 1969. Oggi, la maggior parte dei giacimenti di gas naturale e petrolio viene estratta nel Regno Unito e in Norvegia, con la Gran Bretagna come maggiore beneficiaria.
L'operazione di estrazione di idrocarburi ha richiesto la risoluzione di delicate questioni politiche, come la sovranità degli stati rivieraschi e gli statuti delle operazioni offshore, oltre a sfide tecniche nella costruzione di impianti di perforazione e gasdotti. L'esplorazione petrolifera si è stabilizzata grazie ai progressi tecnici nella ricerca e produzione.