Concetti Chiave
- I fenomeni meteorologici erano spiegati attraverso miti e divinità dagli antichi, con Zeus come principale figura legata ai fulmini e alle piogge.
- Aristotele, nel IV secolo a.C., ha contribuito allo studio dell'atmosfera con il suo trattato "Meteorologica", da cui deriva il termine meteorologia.
- La meteorologia è passata da una spiegazione mitologica a una scientifica negli ultimi tre secoli grazie a strumenti adeguati.
- Dal XX secolo, i palloni sonda vengono utilizzati per misurare la pressione, temperatura e umidità in quota, trasmettendo i dati a terra tramite radio.
- I satelliti meteorologici, lanciati dal 1960, permettono il monitoraggio globale del clima, rilevando dati su nuvole, venti, umidità e temperatura.
Fenomeni meteorologici
I fenomeni meteorologici hanno interessato gli uomini fin dai tempi più remoti: non potendo, però, spiegarne in modo scientifico l’esistenza, gli antichi ricorrevano ai miti e alle divinità. Zeus, ad esempio, non era solo il padre di tutti gli dei, ma era soprattutto il «signore dei fulmini» o l’«adunatore di nembi»: a lui, infatti, si attribuiva la funzione di scagliare i fulmini, di dispensare la pioggia, di ripulire il cielo o, al contrario, di coprirlo di nuvole.
Anche i filosofi si dedicarono allo studio dell’atmosfera: Aristotele nel IV secolo a.C. scrisse un trattato dal titolo Meteorologica. Da quest’opera, che si occupava dello «studio di cose sollevate da terra», deriva il termine meteorologia. Solo negli ultimi tre secoli la meteorologia è passata dal mito alla conoscenza scientifica anche grazie all’invenzione di adeguati strumenti di osservazione.
Dal XX secolo le osservazioni e le misurazioni dei fenomeni atmosferici non avvengono più solo in superficie, ma anche in quota. Per questo scopo si usa il pallone sonda: esso consiste in un insieme di strumenti per misurare pressione, temperatura e umidità, costruiti in materiale leggero, che viene sollevato ad alta quota da un pallone gonfiato con elio. Il risultato delle misurazioni è inviato alle stazioni riceventi a terra attraverso un piccolo trasmettitore radio.
Dal 1960, anno in cui fu lanciato in orbita Tiros, il primo satellite meteorologico, gli scienziati si avvalgono di un nuovo strumento per l'osservazione dell'atmosfera: i satelliti artificiali. Grazie a essi è possibile avere sempre sotto controllo la situazione meteorologica dell'intero pianeta. I satelliti meteorologici sono dotati di sensori che rilevano informazioni sulla estensione e sull'altezza delle nuvole, sulla direzione e velocità dei venti, sulle variazioni dell'umidità e della temperatura dell'aria in quota.