Concetti Chiave
- Gli insediamenti umani si sono diffusi globalmente grazie alla capacità di adattarsi a condizioni naturali avverse come climi rigidi e terreni ostili.
- Il termine "ecumene" deriva dal greco "οἰκουμένη", usato per indicare le terre abitate attorno al Mediterraneo, e si è esteso a comprendere gran parte delle terre emerse e alcune aree marittime.
- Le regioni anecumeniche, non abitate, comprendono aree coperte da ghiacciai, nevi permanenti e deserti, mentre le zone subecumeniche sono utilizzate temporaneamente.
- I limiti dell'ecumene variano con la latitudine e l'altitudine, come evidenziato dalla differenza tra i poli e le montagne di diverse regioni.
- In montagna, il limite degli insediamenti umani diminuisce con l'aumento della latitudine, come dimostrato dalle Alpi e dagli Appennini rispetto a Tibet e Ande.
L’ecumene
Fin dalle epoche molto antiche, gli insediamenti umani si sono diffusi su tutta la superficie terrestre perché le capacità intellettive hanno permesso all’uomo di lottare in modo efficace contro le condizioni naturali più difficili quali rigidità del clima, ostacoli costituiti da rilievi montuosi, deserti, regioni paludose o foreste impenetrabili, riuscendo così a vivere anche in ambienti in origine ostili alla sua presenza.
Con il termine “οἰκουμένη” (= oikoyméne) che significa “terra abitata”, i Greci indicavano l’insieme delle terre intorno al Mediterraneo nelle quali pensavano fosse limitato il popolamento umano.
Le regioni non abitate sono chiamate anecumèniche ed essenzialmente sono quelle ricoperte da ghiacciai o nevi permanenti o da territori totalmente desertici.
Il limite fra zone abitate e zone non abitate è costituito da una fascia subecumènica: essa viene utilizzata dall’uomo solo in modo temporaneo, quando le condizioni atmosferiche lo permettono: è il caso dei pascoli di alta montagna ed di alcune parti della tundra. Nel corso dei secoli, il limite dell’ecumene non è stato sempre lo stesso, come è successo in Islanda che ha cominciato ad essere abitata solo alla fine del secolo VIII.
Il limite dell’ecumene ai due poli è particolarmente interessante. Al Polo Nord, esso si trova in Groenlandia al 78° parallelo di latitudine nord in cui poche centinaia di Eschimesi vivono in modo stabile. Al Polo Sud, il limite dell’ecumene esclude tutta l’Antartide. L’insediamento umano permanente più meridionale si trova lungo il 58° parallelo di latitudine sud.
Aree anecumeniche si trovano anche sulle montagne a causa della pressione atmosferica e dell’abbassamento della temperatura. Il limite altimetrico delle dimore umane si abbassa man mano che si va dalle regioni calde verso i due poli: nel Tibet, nelle Ande ed in Bolivia le ultime località abitate si trovano a 5000 metri. Nelle Alpi il villaggio più elevato si trova a 2000 metri e negli Appennini a 1600 m. In Norvegia, molto vicina al Polo Nord, gli ultimi insediamenti umano si trovano solo a 600 metri.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del termine "ecumene" e come si è evoluto nel tempo?
- Quali sono le caratteristiche delle regioni anecumeniche?
- Come varia il limite dell'ecumene in base alla latitudine e all'altitudine?
Il termine "ecumene" deriva dal greco "οἰκουμένη" che significa "terra abitata". Inizialmente indicava le terre intorno al Mediterraneo, ma col tempo si è esteso per includere la maggior parte delle terre emerse e alcuni spazi marittimi.
Le regioni anecumeniche sono aree non abitate, essenzialmente ricoperte da ghiacciai, nevi permanenti o territori desertici. Queste aree non supportano insediamenti umani permanenti.
Il limite dell'ecumene varia con la latitudine e l'altitudine. Al Polo Nord, si trova in Groenlandia al 78° parallelo, mentre al Polo Sud esclude l'Antartide. In altitudine, il limite si abbassa dalle regioni calde verso i poli, con insediamenti umani che si trovano a diverse altitudini a seconda della regione.