Concetti Chiave
- I conflitti internazionali e interni colpiscono principalmente i civili, che rappresentano il 90% delle vittime annuali.
- Milioni di persone sono costrette a fuggire dalle loro case a causa delle guerre, cercando rifugio in campi profughi.
- Nel 2012, 45 milioni di persone furono sfollate a causa di conflitti, con Siria, Afghanistan, Somalia, Iraq e Sudan tra i paesi più colpiti.
- La guerra civile in Siria ha provocato un numero esponenziale di rifugiati dal 2011.
- I bambini soldato rappresentano un grave problema, con circa 250.000 minori coinvolti nei conflitti, spesso rapiti e abusati.
Le conseguenze umane dei conflitti
I conflitti internazionali e interni provocano ogni anno migliaia di vittime, il 90% delle quali sono civili. Caratteristica comune dei conflitti attuali è proprio il massiccio coinvolgimento delle popolazioni che per salvarsi devono abbandonare la propria casa o il proprio paese e cercare accoglienza nei campi profughi. Secondo il rapporto pubblicato nel 2013 dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni erano alla fine del 2012 ben 45 milioni (16 milioni di profughi e rifugiati e 29 milioni di sfollati che non oltrepassano il proprio paese).
La maggior parte dei rifugiati viene da cinque paesi coinvolti in conflitti: Afghanistan, Siria, Somalia, Iraq, Sudan. In Siria, in particolare, il numero dei rifugiati continua a crescere in modo esponenziale a causa della guerra civile che dal marzo del 2011 dilania il paese. Un’altra conseguenza dei conflitti è il reclutamento dei bambini da parte di eserciti regolari o irregolari. Il fenomeno dei bambini soldato è particolarmente diffuso in Africa e spesso riguarda minori di soli 6-10 anni, infatti l’UNICEF stima che nel mondo ci siano 250 000 bambini usati come combattenti o come messaggeri per trasmettere informazioni ai combattenti. Molto spesso sono orfani e vittime di rapimenti e abusi.