Concetti Chiave
- I Masai sono un popolo nilo-camitico che si stabilì in Kenya nel XVI secolo, organizzandosi inizialmente in bande per razziare il bestiame.
- Alla fine del XIX secolo, calamità come vaiolo e carestia facilitarono la colonizzazione europea, confinando i Masai in riserve.
- La società masai è strutturata in villaggi guidati da un capo, scelto per saggezza e pazienza, che funge anche da leader spirituale e militare.
- I Masai dividono la vita in cinque gruppi di età, con rituali specifici come l'iniziazione dei giovani a guerrieri attraverso la caccia al leone.
- Gli anziani Masai educano i bambini e offrono consigli, mentre gli adulti amministrano le mandrie, si sposano e stabiliscono nuove famiglie.
Indice
Origini e organizzazione dei masai
I popoli masai, di cultura nilo-camitica, arrivò in Kenya dall'Etiopia verso la fine del XVI secolo e fino al 1850 si organizzò in bande che razziavano il bestiame delle popolazioni del Lago Turkana. Alla fine dell'Ottocento, una serie di calamità come il vaiolo, la carestia e la siccità permise ai bianchi di penetrare in Kenya e di confinare i masai in due riserve. Ogni regione è divisa in villaggi e l'autorità è nelle mani di un capo, eletto per le sue doti di saggezza e pazienza. Egli rappresenta l'unione tra l'umano e il divino e può assumere anche la funzione di capo militare. Ogni generazione è divisa in cinque gruppi di età e ogni gruppo svolge compiti specifici.
Riti di passaggio e iniziazione
Appena nato, l'individuo è considerato come un animale e viene chiamato tato. Avrà un solo nome al compimento del terzo anno di età. In quel momento diventa un bambino e deve imparare a badare alle piccole mandrie di pecore e capre fino a 14-18 anni. A quel punto il capo del villaggio decide la data per la festa dell'Euntoto, che è la cerimonia che introduce il ragazzo nel secondo gruppo, quello dei guerrieri; è un rito di iniziazione. I candidati, per essere ammessi alla cerimonia, devono dimostrare il loro coraggio, andando a caccia di un leone maschio. Dopo questa prova, ogni giovane passa tre mesi di segregazione, in cui gira vestito di ero, spruzzato di cenere e con penne di struzzo nei capelli. Solo dopo aver superato queste prove, il giovane è maturo per diventare un guerriero.
Transizione verso l'età adulta
Il terzo gruppo di età comprende i giovani anziani. Questi possono farsi crescere i capelli e vivere in una capanna propria. Poi, dopo 6-7 anni, seguendo l'indicazione della fioritura degli alberi, il capo può dichiarare l'apertura di una nuova cerimonia, per la quale viene preparata una bibita inebriante a base di miele e zucchero. Da allora i giovani anziani, diventati adulti, possono amministrare le mandrie di animali, sposarsi, avere figli e abitare in un altro villaggio. Il quinto gruppo, quello degli anziani, ha il compito di educare i bambini e di dare saggi consigli.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del capo nei villaggi masai?
- Quali sono le fasi principali della vita di un masai dalla nascita all'età adulta?
- Quali prove deve superare un giovane masai per diventare guerriero?
Il capo nei villaggi masai è eletto per la sua saggezza e pazienza, rappresenta l'unione tra l'umano e il divino e può anche assumere la funzione di capo militare.
Un masai è inizialmente considerato un animale e chiamato tato, diventa bambino a tre anni, poi guerriero dopo l'iniziazione dell'Euntoto, e infine giovane anziano e adulto, con la possibilità di sposarsi e amministrare mandrie.
Un giovane masai deve dimostrare il suo coraggio cacciando un leone maschio e passare tre mesi di segregazione vestito di ero, spruzzato di cenere e con penne di struzzo nei capelli.