Concetti Chiave
- La Croazia custodisce tracce di insediamenti greci e romani, con monumenti significativi come Pola e Spalato.
- Durante il regno di Giustiniano I, l'architettura ha prosperato, come dimostrato dalla Basilica Eufrasiana a Parenzo.
- Dal IX all'XI secolo, l'arte monumentale rifiorì, con chiese centrali e longitudinali, come S. Donato a Zara.
- Dal XII secolo, la Dalmazia e l'Istria hanno visto una fusione di stili romanico e bizantino, seguiti dal gotico francese e tedesco nel XIII secolo.
- Nel XIX secolo, la pittura croata ha seguito le tendenze europee, mentre nel XX secolo si è manifestata una reazione all'impressionismo.
Indice
Tracce storiche in Istria e Dalmazia
Nelle regioni costiere dell’Istria e della Dalmazia, oggi appartenenti per la maggior parte alla Repubblica croata, si conservano ancora le tracce degli insediamenti greci (Nesazio) e soprattutto romani, fra i quali si segnalano in particolare Pola e Spalato. Questo territorio fece successivamente parte dell’Impero romano d’Oriente e fu interessato da un’ingente attività architettonica soprattutto durante il regno di Giustiniano I (527-565). A questo periodo risale infatti la costruzione, nell’antica colonia romana di Julia Parentium (odierna Parenzo), della Basilica Eufrasiana, presso la quale ancora si conservano gli splendidi mosaici originali.
Evoluzione artistica dal VI al IX secolo
Dalla fine del VI, quando l’invasione delle popolazioni slave interruppe la tradizione romana, al IX secolo sono esclusivamente i reperti provenienti dai corredi tombali a fornire la testimonianza di una attività artistica nella regione. Tra i secoli IX e XI rifiorì in quest’area un’arte di carattere monumentale, testimoniata, soprattutto in Dalmazia, da chiese a pianta centrale, fra le quali degna di nota è la rotonda di S. Donato a Zara, e da piccole chiese longitudinali con volte a cupola. A questa produzione preromanica si affiancò successivamente la penetrazione dell’architettura dei Benedettini cassinesi, che costruirono varie basiliche lungo la costa adriatica. Nel secolo XII Dalmazia ed Istria conobbero la diffusione del romanico, i cui tratti caratteristici si fusero inizialmente con lo stile architettonico della tradizione bizantina mentre solo nei secoli successivi le diverse correnti tesero a differenziarsi accentuando i tratti più specifici di ciascuna.
Influenza del gotico e del barocco
In C. penetrò nel XIII secolo il gotico francese e tedesco, di cui restano significative testimonianze nella chiesa cistercense di Kostanjevica (sec. XIII) e nella cattedrale di Zagabria, costruita verso il 1275 e successivamente riedificata nel XIX secolo. Numerosi sono anche gli edifici di culto tardogotici, quali quello dedicato a S. Marco a Zagabria e le rovine della chiesa di Topusko. In C. il gotico si esaurì solo nel XVII secolo con l’affermarsi dell’architettura tardobarocca dei maestri italiani, ai quali si deve la costruzione della chiesa parrocchiale di Belec (1729-1740) e di quelle di Lepoglava (1740 ca.) e della vicina città di Purga (1750). A Zagabria lavorò lo scultore sloveno di origine veneziana F. Robba, pure influenzato dagli artisti italiani. Una particolare vicenda artistica caratterizzò la Dalmazia che, diversamente dal resto del Paese, essendo indissolubilmente legata all’arte italiana, ne seguì a grandi linee gli sviluppi dal romanico al barocco.
Arte croata nel XIX e XX secolo
Nel XIX secolo la pittura croata seguì le tendenze artistiche che si andavano affermando negli altri Pesi europei ed in particolare in Francia. All’inizio del Novecento i pittori impressionisti croati, come M. Kraljevic, J. Racic e V. Becic, si legarono al movimento di unità nazionale iugoslavo e dopo l’unificazione con la Serbia, la Slovenia e la Bosnia-Erzegovina, avvenuta nel 1918, si manifestò in C., come pure nelle altre regioni, una reazione all’impressionismo. Grandissima influenza ebbe inoltre, anche al di fuori della C., lo scultore I. Mestrovic. Dopo la fine della seconda guerra mondiale l’arte si adeguò per un certo periodo ai canoni del realismo socialista ma dopo il 1950 ripresero vigore anche le correnti artistiche moderne. Un cenno particolare meritano i pittori naïf, tra i quali emergono i croati I. Generalic, intorno al quale è fiorita la scuola di Hlebine, e I. Rabuzin.
Danni artistici durante il conflitto del 1992
Va infine ricordato che, nel corso del conflitto sviluppatosi a partire dal 1992, nei territori croati confinanti con la Serbia e la Bornia-Erzegovina numerose città d’arte, come la dalmata Ragusa, sono state bombardate, subendo danni gravissimi e un numero incalcolabile di monumenti e opere d’arte è andato così irrimediabilmente distrutto.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali influenze artistiche nella storia dell'arte croata?
- Quali sono alcuni esempi di architettura preromanica e romanica in Croazia?
- Come si è evoluta l'arte gotica in Croazia?
- Qual è stato l'impatto della seconda guerra mondiale sull'arte croata?
- Quali sono stati i danni subiti dal patrimonio artistico croato durante il conflitto iniziato nel 1992?
L'arte croata è stata influenzata da insediamenti greci e romani, dall'architettura bizantina, dal romanico, dal gotico francese e tedesco, e infine dall'architettura tardobarocca italiana.
Esempi di architettura preromanica includono la rotonda di S. Donato a Zara, mentre esempi romanici si trovano nelle basiliche costruite dai Benedettini lungo la costa adriatica.
L'arte gotica in Croazia ha visto l'influenza del gotico francese e tedesco nel XIII secolo, con esempi come la cattedrale di Zagabria, e si è esaurita nel XVII secolo con l'avvento dell'architettura tardobarocca.
Dopo la seconda guerra mondiale, l'arte croata si è inizialmente adeguata al realismo socialista, ma dal 1950 ha ripreso vigore con le correnti artistiche moderne.
Numerose città d'arte, come Ragusa, sono state bombardate, causando danni gravissimi e la distruzione di un numero incalcolabile di monumenti e opere d'arte.