Concetti Chiave
- I vulcani e le catene montuose sono spesso situati lungo le linee di frattura delle zolle terrestri, come dimostrato dalla cintura di fuoco del Pacifico.
- L'arcipelago delle Hawaii è un laboratorio naturale ideale per studiare i fenomeni vulcanici grazie alla sua attività vulcanica continua e diversificata.
- La Big Island delle Hawaii ospita due grandi focolai vulcanici: il Mauna Loa e il Kilauea, quest'ultimo noto per le sue frequenti eruzioni distruttive.
- L'eruzione del Krakatoa nel 1883 causò la distruzione dell'isola e la formazione di una caldera sottomarina, che si è successivamente sollevata.
- Nel 1991, l'eruzione del Pinatubo nelle Filippine fu prevista con successo, limitando il numero di vittime nonostante la massiccia emissione di cenere.
I vulcani
I vulcani attivi della Terra, come pure le più importanti catene montuose, non sono distribuiti casualmente: la maggior parte di essi è dislocata lungo le linee di frattura delle zolle terrestri. Ne è prova la cosiddetta cintura di fuoco, ossia la linea di vulcani che circonda tutto l’Oceano Pacifico. L’arcipelago delle isole Hawaii nell’Oceano Pacifico, con i suoi vulcani attivi, inattivi e sottomarini, è il miglior laboratorio naturale per lo studio dei fenomeni vulcanici.
Nella più grande isola delle Hawaii, chiamata Big Island «Grande Isola», vi è un parco nazionale che racchiude una delle principali zone vulcaniche del mondo: dal 1983 a oggi c’è sempre stata una rilevante attività con enorme produzione di lava. La Big Island ha in sé due grandi focolai: l’alto picco vulcanico Mauna Loa e il complesso del Kilauea. Quest’ultimo, posizionato più a sud a quota 1200 m, occupa un’area di 10 km e si trova a picco sul mare . Negli ultimi due secoli vi sono state molte eruzioni rovinose. Il 27 agosto del 1883 l’attività del vulcano dell’isola di Krakatoa, nell’Oceano Pacifico, distrusse l’isola stessa e l’esplosione fu avvertita sino in Australia. Il Krakatoa sprofondò su se stesso formando una caldera sottomarina che, anno dopo anno, cominciò a sollevarsi facendo riaffiorare nuovamente un’isola vulcanica. Più recentemente, nel 1991, l’eruzione del Pinatubo (Filippine) scaraventò colonne di cenere a un’altezza di 30 km; per fortuna l’attività vulcanica era stata prevista e il numero di vittime fu limitato.