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Concetti Chiave

  • La teoria marginalista si concentra sull'utilità marginale dei beni, analizzando come l'utilità varia con la quantità disponibile, e sostiene la trasparenza del mercato.
  • Joseph A. Schumpeter enfatizza il ruolo dell'imprenditore e delle innovazioni, che introducono dinamiche di instabilità nel mercato.
  • John M. Keynes critica il Marginalismo per non spiegare gli squilibri economici, come la disoccupazione e la capacità produttiva inutilizzata.
  • Keynes evidenzia l'importanza della domanda effettiva e del saggio di interesse, considerando il ruolo cruciale dello Stato nella stimolazione economica.
  • Secondo Keynes, l'intervento statale mediante l'aumento della liquidità e delle spese pubbliche può compensare la domanda privata insufficiente, senza necessità di mantenere un bilancio in pareggio.

Indice

  1. Fondamenti del marginalismo
  2. Schumpeter e l'innovazione
  3. Keynes e la domanda effettiva

Fondamenti del marginalismo

In economia, per la teoria marginalista è fondamentale l’utilità o il valore d’uso di un bene, o meglio, l’utilità marginale, ovvero il grado di utilità che possiedono le dosi ultime di ciascun bene sul mercato: in questo caso, trovare la derivata della funzione vuoi dire calcolare, ad esempio, la variazione dell’utilità col variare della quantità del bene disponibile. La nuova teoria economica si basa, quindi, essenzialmente, sulla domanda degli individui, è una teoria della domanda. Alla base del Marginalismo c’è, inoltre, un’idea di perfetta trasparenza del mercato:

tale, cioè, che ciascun “attore” sia perfettamente informato. Così, l’equilibrio del mercato si realizza attraverso l’incontro della domanda e dell’offerta, cioè attraverso la massimizzazione della soddisfazione dei diversi soggetti-consumatori.

Schumpeter e l'innovazione

Joseph A. Schumpeter sposta l’asse dell’analisi dal consumatore all’imprenditore, sulla continua ricerca di innovazioni da parte di questi. Le innovazioni immettono sul mercato dinamiche di vastissima portata, quindi sono anche fattore di permanente instabilità.

Keynes e la domanda effettiva

Per John M. Keynes è essenziale lo studio degli squilibri, a cui il Marginalismo non è in grado di dare spiegazioni: capacità produttiva inutilizzata, disoccupazione, ecc. Egli constata che non sempre il reddito viene speso integralmente: ad esempio, nelle decisioni di spesa degli imprenditori o in quelle dei risparmiatori, che spesso rinviano a tempo indeterminato il momento dell’investimento del loro reddito, abbassando la domanda. Nella vita economica appare, quindi, centrale il ruolo del saggio di interesse. Egli guarda alla domanda effettiva dei beni e non al mercato in astratto, come facevano i Marginalisti. Decisivo, in particolare, è il ruolo dello

Stato nella lotta alla disoccupazione, che può essere più efficace quanto più efficace e diretto è un aumento della liquidità monetaria deciso dallo Stato ed un aumento delle spese pubbliche che possono sopperire alle carenze della domanda privata e costituire un potente sollecitatore per uno sviluppo del ciclo consumi/investimenti. Non c’è più bisogno, per questo, di un “bilancio in pareggio”, in quanto l’aumento della liquidità monetaria promosso dallo Stato può avere un’efficacia maggiore di aumenti, ad esempio, della tassazione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto centrale della teoria marginalista in economia?
  2. La teoria marginalista si concentra sull'utilità marginale, ovvero il grado di utilità delle dosi ultime di ciascun bene sul mercato, e si basa essenzialmente sulla domanda degli individui.

  3. Come Joseph A. Schumpeter modifica l'analisi economica rispetto alla teoria marginalista?
  4. Schumpeter sposta l'attenzione dall'analisi del consumatore all'imprenditore, enfatizzando l'importanza delle innovazioni che introducono dinamiche di vasta portata e instabilità nel mercato.

  5. Qual è il contributo di John M. Keynes alla teoria economica rispetto al marginalismo?
  6. Keynes si concentra sugli squilibri economici, come la disoccupazione e la capacità produttiva inutilizzata, e sottolinea l'importanza del ruolo dello Stato e del saggio di interesse nella gestione della domanda effettiva e nella lotta alla disoccupazione.

Domande e risposte

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