Concetti Chiave
- Schopenhauer vede la conoscenza della genesi del dolore come il primo passo verso la liberazione dal dolore umano.
- L'arte, la giustizia e la carità sono viste come soluzioni temporanee, mentre l'ascesi porta a una liberazione definitiva.
- Epicuro offre un'ascesi parziale, mirante al controllo del desiderio senza annullarlo, a differenza di Schopenhauer.
- La contemplazione estetica permette l'oblìo temporaneo del sé, ma non rappresenta una vera liberazione.
- Il suicidio è considerato un'esaltazione della volontà di vivere, piuttosto che una liberazione da essa.
Indice
La via della conoscenza
Per Schopenhauer la prima delle varie e possibili vie della liberazione dal dolore che affligge l'umano vivere nel mondo delle volontà singolari è anzitutto quella della conoscenza della genesi del dolore. Se esso dipende dalla pulsione auto-affermativa del sé, la sua conoscenza determinerà l’estinzione della volontà separata.
L'arte e l'ascesi
Provvisoriamente con l’arte, parzialmente con la giustizia e carità, in modo definitivo con l’ascesi.
Epicuro e il desiderio
Riguardo a Epicuro, anche in questo ultimo c’è una sorta di ascesi, ma essa è parziale e funzionale, in un tentativo di controllo del desiderio, ma non di suo annullamento. Che è invece ciò a cui tende Schopenhauer, un annullamento totale di ciò che la volontà impone nella sua auto-affermazione.
Contemplazione estetica e suicidio
Già nella contemplazione estetica scompare il soggetto individuale e illimitato, anche se non è ancora una vera liberazione dal sé, ma solo un quietivo momentaneo. Il suicidio non è una liberazione della volontà di vivere, anzi è sua esaltazione, un atto violento di affermazione di un essere attaccatissimo alla vita, solo che ne vorrebbe una diversa dimensione.
La miseria della vita
Dobbiamo partire dalla conoscenza della miseria della nostra vita, che dovrebbe essere una lezione progressivamente a non volere, il distacco. Le grandi sofferenze possono favorire questa conversione alla noluntas.