Concetti Chiave
- Schopenhauer si ispira a Platone per la teoria delle idee, concependo un mondo superiore privo di dolore.
- Critica Aristotele, definendo l'uomo come istinto dominato dalla "volontà", piuttosto che animale razionale.
- Adotta da Spinoza il concetto di conatus, reinterpretandolo come "volontà".
- Influenza di Kant nella gnoseologia soggettivistica, con il noumeno irragiungibile e il fenomeno conoscibile.
- Contrasta l'idealismo di Hegel, definendo la realtà come irrazionale e guidata dalla "volontà".
Schopenhauer - Le radici culturali
Nella sua produzione filosofica, Schopenhauer si rifà a Platone, Aristotele, Spinoza, Kant, l’Illuminismo, il Romanticismo, l’idealismo e la spiritualità indiana.
• Di Platone lo attrae soprattutto la teoria delle idee, secondo la quale esiste un mondo superiore al nostro poiché privo di dolore, costituito dalle idee, intese come forme eterne sottratte alla caducità dolorosa del nostro mondo.
• Di Aristotele critica la definizione di uomo come «animale razionale», sostenendo piuttosto che l’uomo è soprattutto istinto e non ragione.
• Di Spinoza egli richiama il concetto di conatus, definendolo piuttosto «volontà».
• Da Kant deriva l’impostazione soggettivistica della gnoseologia, ammettendo che tutta la nostra conoscenza deriva da un qualcosa di meramente personale e soggettivo e che la realtà oggettiva delle cose, ciò che Kant chiama “noumeno” ovvero la «cosa in sé», non può essere conosciuta dall’uomo. Quest’ultimo può conoscere solo il fenomeno, cioè la «cosa per noi».
• Dell’Illuminismo lo interessa soprattutto il filone materialistico.
• Dal Romanticismo Schopenhauer trae il tema dell’irrazionalismo, ma anche la grande importanza attribuita all’arte e alla musica, e soprattutto il tema dell’infinito e il tema del dolore: il filosofo ha infatti una visione pessimistica della realtà.
• Di Hegel e dell’idealismo il filosofo critica il carattere non veritiero, considerando la filosofia idealista non al servizio della verità, ma al servizio di interessi volgari come il successo e il potere. Schopenhauer è un filosofo anti-idealista, in contrapposizione con Hegel. Vi è, infatti, una sostanziale differenza tra i due filosofi: Hegel affermava che tutto è ragione, sostenendo che «ciò che è reale è razionale, ciò che è razionale è reale». Secondo Hegel tutto accade perché deve accadere, in quanto tutto è il prodotto di un processo causale; secondo Schopenhauer, invece, non è vero che la realtà è dominata dalla ragione. La realtà è espressione di un principio naturale e irrazionale, che ignora il bene del singolo individuo e che ha come fine quello di garantire la sopravvivenza della specie. Questo principio viene chiamato da Schopenhauer «volontà» e la ragione è semplicemente uno strumento nelle sue mani.
Domande da interrogazione
- Quali sono le influenze principali nella filosofia di Schopenhauer?
- Come Schopenhauer critica la definizione di uomo di Aristotele?
- In che modo Schopenhauer si oppone alla filosofia di Hegel?
Schopenhauer si rifà a Platone, Aristotele, Spinoza, Kant, l’Illuminismo, il Romanticismo, l’idealismo e la spiritualità indiana, integrando elementi come la teoria delle idee di Platone e il concetto di "volontà" derivato da Spinoza e Kant.
Schopenhauer critica la definizione di uomo come «animale razionale» di Aristotele, sostenendo che l’uomo è guidato principalmente dall'istinto e non dalla ragione, che è solo uno strumento della «volontà».
Schopenhauer si oppone a Hegel criticando il carattere non veritiero dell'idealismo, affermando che la realtà non è dominata dalla ragione ma da un principio naturale e irrazionale chiamato «volontà», che ignora il bene individuale.