Concetti Chiave
- La terapia filosofica sottolinea l'inutilità di lottare contro il dolore, considerato parte essenziale della vita.
- Il malinconico autentico è colui che accetta il dolore come parte integrante della sua esistenza, a differenza di chi insegue illusioni.
- La felicità è vista come una condizione derivata e non positiva, essendo semplicemente l'assenza di dolore o bisogno.
- La soddisfazione duratura è impossibile, poiché la volontà umana è priva di scopo ultimo o fine definito.
- La vita è percepita come una tragedia intrinsecamente commediale, e il suicidio è un errore di interpretazione della liberazione dall'infelicità.
Indice
L'inutilità della lotta contro il dolore
Se le cose stanno in questo modo, appare del tutto inutile lo sforzo contro il dolore, contro l’illusione di estirparlo. Infatti è vano lottare contro ciò che è l’essenza stessa della nostra vita.
Malinconia e autenticità
Dolore e malinconia. Tutto ciò rende inevitabilmente malinconici. Ma non si tratta soltanto di un elemento negativo, quanto piuttosto il momento dell’autenticità. Il malinconico non patologico è l’uomo autentico, mentre gli altri sono inautentici perché vanno alla ricerca perpetua di illusioni, desideri mutevoli e certamente non procuranti la felicità.
Felicità e dolore secondo Schopenhauer
Il rapporto tra felicità e dolore, a partire dal fato fondamentale secondo Schopenhauer per cui la felicità è sempre un elemento secondo, derivato, non positivo, in quanto semplicemente non dolore, liberazione dal dolore o da un bisogno. Il dato primitivo è sempre il bisogno, della gioia si ha solo una conoscenza indiretta.
L'orologio della vita e il suicidio
Una soddisfazione duratura è impossibile, non può esserci felicità perenne. Anche perché la volontà è sfinalizzata, non ha un telos e un fine. Emblematica è l’immagine dell’orologio, noi siamo solo orologi precaricati che vanno senza sapere il perché, senza scopo e senza termine. Ogni atto di concepimento rappresenta la ricarica di questo orologio. La vita è una tragedia, ma nel modo in cui si articola è una commedia. Il suicidio è un errore di interpretazione della liberazione da questa situazione di infelicità impossibile, ma non certo per questo da condannare.