Mongo95
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Concetti Chiave

  • La terapia filosofica sottolinea l'inutilità di lottare contro il dolore, considerato parte essenziale della vita.
  • Il malinconico autentico è colui che accetta il dolore come parte integrante della sua esistenza, a differenza di chi insegue illusioni.
  • La felicità è vista come una condizione derivata e non positiva, essendo semplicemente l'assenza di dolore o bisogno.
  • La soddisfazione duratura è impossibile, poiché la volontà umana è priva di scopo ultimo o fine definito.
  • La vita è percepita come una tragedia intrinsecamente commediale, e il suicidio è un errore di interpretazione della liberazione dall'infelicità.

Indice

  1. L'inutilità della lotta contro il dolore
  2. Malinconia e autenticità
  3. Felicità e dolore secondo Schopenhauer
  4. L'orologio della vita e il suicidio

L'inutilità della lotta contro il dolore

Se le cose stanno in questo modo, appare del tutto inutile lo sforzo contro il dolore, contro l’illusione di estirparlo. Infatti è vano lottare contro ciò che è l’essenza stessa della nostra vita.

Malinconia e autenticità

Dolore e malinconia. Tutto ciò rende inevitabilmente malinconici. Ma non si tratta soltanto di un elemento negativo, quanto piuttosto il momento dell’autenticità. Il malinconico non patologico è l’uomo autentico, mentre gli altri sono inautentici perché vanno alla ricerca perpetua di illusioni, desideri mutevoli e certamente non procuranti la felicità.

Felicità e dolore secondo Schopenhauer

Il rapporto tra felicità e dolore, a partire dal fato fondamentale secondo Schopenhauer per cui la felicità è sempre un elemento secondo, derivato, non positivo, in quanto semplicemente non dolore, liberazione dal dolore o da un bisogno. Il dato primitivo è sempre il bisogno, della gioia si ha solo una conoscenza indiretta.

L'orologio della vita e il suicidio

Una soddisfazione duratura è impossibile, non può esserci felicità perenne. Anche perché la volontà è sfinalizzata, non ha un telos e un fine. Emblematica è l’immagine dell’orologio, noi siamo solo orologi precaricati che vanno senza sapere il perché, senza scopo e senza termine. Ogni atto di concepimento rappresenta la ricarica di questo orologio. La vita è una tragedia, ma nel modo in cui si articola è una commedia. Il suicidio è un errore di interpretazione della liberazione da questa situazione di infelicità impossibile, ma non certo per questo da condannare.

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