Schopenhauer, Arthur
A partire dalla morte di Hegel si manifestano orientamenti critici nei confronti delle sue tesi. Schopenhauer va contro alla visione ottimista di Hegel secondo cui tutto ciò che accade è razionale ed è giusto che accade come per esempio la guerra. Schopenhauer ha una visione più pessimista e il suo pensiero affonda le proprie radici in quattro particolari ambiti: In primo luogo nella filosofia di Platone, da cui trae che non ci si può fidare delle cose sensibili perché la vera essenza delle cose si trova nell’aldilà. In secondo luogo, nella filosofia indiana: proprio dalla lettura del libro dei Veda, Schopenhauer trae conferma della visione platonica del mondo come incantesimo, illusione. In terzo luogo, nel materialismo illuminista, da cui riprende la perplessità dell’esistenza di una divinità che sia interessata delle vicende umane.infine, nel criticismo Kantiano che è il riferimento principale della filosofia di Schopenauer.
Fenomeno e noumeno
Il merito maggiore di Kant, è stato quello di aver posto in evidenza la distinzione del fenomeno e del noumeno. Il fenomeno è ciò che cade sotto i miei sensi e che posso dimostrarne l’esistenza invece il noumeno è qualcosa che posso pensare ma non posso dimostrarne l’esistenza. Il pensiero di Schopenhauer è un’interpretazione della teoria kantiana del mondo fenomenico.questa verità vale per ogni essere vivente e pensante. Il mondo fenomenico è il mondo della rappresentazione, di cui il soggetto e l’unico autore.Schopenhauer considera il mondo come rappresentazione ,ossia come correlazione fra oggetto rappresentato e il soggetto che lo rappresenta. Schopenhauer afferma che, nel costruire rappresentazioni, il soggetto usa forme a priori, ovvero funzioni ordinamento dell’esperienza, che egli riduce a tre: il tempo, lo spazio e la causalità. Tale concezione si distingue dalla teoria kantiana della conoscenza perché Schopenhauer assegna le tre forme a priori all’intelletto. Il principio di causalità si divide in divenire, conoscere, essere e agire.
Mondo come volontà
Secondo Schopenhauer il noumeno è una realtà esistente,è una volontà che si nasconde dietro i fenomeni ma che può essere conosciuta, mentre i fenomeni sono soltanto illusione e apparenza di tale volontà.nel mondo fenomenico non si può avere la certezza che esistono le cose perché c’è un velo chiamato ”Velo di Maya” che le copre in tal modo da oscurare la loro realtà autentica.a differenziare Schopenhauer da Kant è la possibilità secondo Schopenhauer di lacerare il velo di Maya e cogliere l’essenza della realtà.partendo da questo pensiero egli dimostra questo concetto con il corpo dell’essere umano. Secondo Schopenhauer il corpo è la manifestazione della volontà: l’atto volitivo e l’azione del corpo sono una sola cosa.la volontà si presenta come forza,come principio di origine e si manifesta in tutte le cose sensibili. Quando infatti l’essere umano vuole fare qualcosa e compie quell’azione, il suo corpo non è più soltanto una rappresentazione, ma è l'oggettivazione della sua volontà.La volontà è il noumeno Kantiano. Schopenhauer ritiene che il mancato riconoscimento della volontà come cosa in sé sia uno degli errori più gravi di Kant. Per Schopenhauer spazio e tempo sono le forme e modi in cui la volontà si manifesta e si realizza nel mondo. La volontà è libera in quanto cosa in sé, perché priva di qualunque scopo che dia senso alle sue azioni. La volontà è irrazionale, si sprigiona anche in modo brutto come il dolore ed è eterna perché è indistruttibile.