Concetti Chiave
- Schopenhauer distingue tra fenomeno, visto come illusione, e noumeno, la realtà nascosta dietro il fenomeno.
- Le forme a priori della conoscenza per Schopenhauer sono spazio, tempo e causalità, con quest'ultima considerata fondamentale.
- La causalità è vista come il principio guida che definisce la realtà e le sue diverse manifestazioni.
- La vita è identificata con la volontà e, di conseguenza, con il dolore, poiché il desiderio non appagato causa sofferenza.
- Schopenhauer presenta una visione pessimistica della vita, descrivendola come un pendolo tra dolore e noia, con il piacere solo come sollievo temporaneo.
Distinzione tra fenomeno e noumeno
Il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è la distinzione tra fenomeno e noumeno. Secondo Kant il fenomeno è la realtà, invece il noumeno è il concetto-limite che rammenta all’uomo i limiti della conoscenza; quindi il fenomeno è l’oggetto della rappresentazione ed esiste fuori dalla coscienza. Secondo Schopenhauer il fenomeno è parvenza, illusione e sogno, nell’antica sapienza era detto “velo di maya”, invece il noumeno è quella realtà che si nasconde dietro l’ingannevole trama del fenomeno; il fenomeno è la rappresentazione che esiste solo dentro la coscienza.
La causalità nella conoscenza
Le forme a priori della conoscenza sono: spazio, tempo e causalità. La causalità è l’unica categoria perché:
-Tutte le altre sono a essa riconducibili
-La realtà stessa dell’oggetto si risolve completamente nella sua azione causale su altri oggetti
-Per Schopenhauer dire “materia” equivale a dire “azione causale”
-Assume forme diverse: principio del divenire, del conoscere, dell’essere e dell’agire
Volontà e dolore nella vita
Secondo Schopenhauer la vita è volontà, secondo Schopenhauer ne deriva che è anche necessariamente dolore, volere vuol dire desiderare perché il desiderio è assenza di ciò che si vorrebbe avere, è vuoto e quindi dolore. L’appagamento di un desiderio provoca uno stato di piacere che però è solo una cessazione del dolore, una volta appagato un desiderio ne compare subito un altro e questo fa del dolore una realtà durevole. Ecco che solitamente compare la noia: “ la vita umana è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia, passando attraverso l’intervallo fugace e illusorio del piacere”. Esistere è soffrire, perché il desiderio inappagato è tipico di tutte le forme di vita. In Schopenhauer si evince un pessimismo cosmico, infatti è chiaro che secondo lui in qualsiasi cosa possiamo riscontrare la sofferenza.
Domande da interrogazione
- Qual è la distinzione tra fenomeno e noumeno secondo Schopenhauer?
- Qual è il ruolo della causalità nella conoscenza secondo Schopenhauer?
- Come descrive Schopenhauer la relazione tra volontà e dolore nella vita?
Schopenhauer distingue il fenomeno come parvenza e illusione, mentre il noumeno è la realtà nascosta dietro il fenomeno ingannevole, esistente solo nella coscienza.
La causalità è l'unica categoria fondamentale, poiché tutte le altre forme di conoscenza sono riconducibili ad essa, e la realtà dell'oggetto si risolve nella sua azione causale.
Schopenhauer afferma che la vita è volontà e quindi dolore, poiché il desiderio è assenza e vuoto, e l'appagamento è solo una cessazione temporanea del dolore, portando a un ciclo continuo di sofferenza e noia.