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Concetti Chiave

  • Schopenhauer sostiene che il mondo è una rappresentazione, dove soggetto e oggetto sono inseparabili, in linea con il pensiero di Kant.
  • Critica sia idealismo che realismo, proponendo che la conoscenza deriva dall'interazione tra soggetto e oggetto.
  • Il soggetto filtra la realtà attraverso forme a priori come spazio, tempo e causalità, influenzando la percezione degli oggetti.
  • Schopenhauer distingue tra conoscenza fenomenica, considerata illusoria, e la vera essenza della realtà, nascosta come nel concetto di maya.
  • La volontà è vista come principio metafisico che rivela l'essenza delle cose, oltre la rappresentazione fenomenica.

Indice

  1. La rappresentazione del mondo secondo Schopenhauer
  2. Critica all'idealismo e al realismo
  3. Il ruolo del soggetto nella conoscenza
  4. L'ordine degli oggetti e la causalità
  5. La conoscenza fenomenica e l'illusione
  6. La volontà come chiave dell'essenza

La rappresentazione del mondo secondo Schopenhauer

Schopenhauer quando affermò che il mondo è una sua rappresentazione, intendeva dire, come riteneva Kant, che non è possibile conoscere le cose in se stesse, ma soltanto come si presentano al soggetto.

Ciò implica che il mondo non esiste se non nel rapporto tra soggetto e oggetto, in altri termini ciò implica che il soggetto e l’oggetto non possano sussistere indipendentemente l’uno dall’altro.

Critica all'idealismo e al realismo

A partire da questi presupposti criticò sia l’idealismo che il realismo, dal momento che il realismo riduce il soggetto all’oggetto e l’idealismo risolve l’oggetto nel soggetto, come sua produzione interna. Secondo Schopenhauer infatti la conoscenza è infatti data dall’unione di entrambi, concepiti come componenti indissolubili e paritetiche della rappresentazione. Per questo il filosofo afferma che tutte le cose sono fenomeni, nel senso che sono date dalla relazione tra soggetto e oggetto.

Il ruolo del soggetto nella conoscenza

Rimanendo fedele a Kant Schopenhauer ritiene che il soggetto filtri la realtà con delle forme a priori: lo spazio e il tempo per la sensibilità e la categoria di causa per l’intelletto. Quindi, il materiale percettivo presenta precisi rapporti temporali e spaziali. In questo modo è possibile individuare le cose, nel senso che attraverso queste “cordinate” è possibile anche distinguere le cose le une dalle altre.

L'ordine degli oggetti e la causalità

A questo punto gli oggetti individuati dalla sensibilità ricevono un ordine a livello dell’intelletto grazie alla caterogia di causa la quale si presenta in 4 modi differenti a seconda dei vari ambiti che sono la fisica, che si occupa del rapporto di causa ed effetto tra gli oggetti naturali; la logica, che si occupa dei rapporti fra i giudizi, tra le premesse e le conseguenze; la matematica, che si occupa dei rapporti tra gli enti matematici; morale, che stabilisce una connesione causale tra le azioni che si compiono e i motivi per cui sono compiute. I primi 3 ambiti riguardo la rappresentazione, invece il quarto è svincolato, è come se fosse in sé.

La conoscenza fenomenica e l'illusione

A differenza di Kant però, Schopenhauer ritiene che tale conoscenza fenomenica non sia necessaria, universale e feconda dal momento che non permette di comprendere come la realtà è in sé. È quindi illusoria, per questo aveva parlato di rappresentazione. Paragona infatti la conoscenza fenomenica a una figura della filosofia orientale, la maya che stende un velo sulla realtà, non permettendo di coglierne l’essenza. La conoscenza è perciò simile a quella dei miraggi e dei sogni perché vediamo le cose in una determinata maniera, ma non sono effettivamente così.

La volontà come chiave dell'essenza

Per conoscere l’essenza delle cose è necessario allora un qualcosa che squarci tale velo: la chiave la trovò nel corpo dell’uomo che ha una duplice valenza: da un lato è un oggetto tra gli oggetti, che rientra nel mondo fenomenico, dall’altro però vi è anche una conoscenza interna, vi è una forza primigenia che sfugge a ogni determinazione causale: la volontà. È un principio metafisico che pervade la realtà e che spinge a muoversi, a volere.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione di Schopenhauer riguardo alla conoscenza del mondo?
  2. Schopenhauer sostiene che il mondo è una rappresentazione, accessibile solo attraverso la relazione tra soggetto e oggetto, e critica sia l'idealismo che il realismo per non riconoscere questa interdipendenza.

  3. Come Schopenhauer utilizza le categorie kantiane nella sua filosofia?
  4. Schopenhauer adotta le forme a priori di spazio e tempo per la sensibilità e la categoria di causa per l'intelletto, per organizzare il materiale percettivo e distinguere le cose.

  5. In che modo Schopenhauer differisce da Kant riguardo alla conoscenza fenomenica?
  6. Schopenhauer ritiene che la conoscenza fenomenica non sia necessaria e universale, ma illusoria, paragonandola alla maya orientale che vela la realtà, impedendo di coglierne l'essenza.

  7. Qual è la chiave per comprendere l'essenza delle cose secondo Schopenhauer?
  8. La chiave risiede nel corpo umano, che è sia un oggetto fenomenico sia un veicolo di conoscenza interna, rivelando la volontà come forza primigenia e principio metafisico.

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