Concetti Chiave
- L'uomo è intrinsecamente desiderio, ma la sua ricerca di senso non trova risposta, creando una condizione di insoddisfazione e dolore esistenziale.
- Il piacere è solo un temporaneo sollievo dal dolore, che è persistente e fondamentale nell'esperienza umana, mentre il piacere porta inevitabilmente alla noia.
- Schopenhauer sfida l'ottimismo storico, sostenendo che la realtà è intrinsecamente negativa e priva di senso, criticando le illusioni religiose, scientifiche e politiche.
- Secondo Schopenhauer, la soluzione al dolore non sta nel trattare i sintomi ma nell'eliminare la volontà, vista come la radice del male umano.
- Schopenhauer propone tre vie per superare il male: estetica, morale e ascesi, tutte basate sull'eliminazione della volontà, rigettando il suicidio come soluzione.
Indice
Il desiderio umano e il dolore
L’uomo è desiderio e ciò converge nel desiderio di senso. L’uomo è fatto per desiderare e per ricercare. C’è però il problema che la risposta a questo desiderio non c’è. La volontà si identifica nell’uomo nel desiderio (mangiare, riprodursi ecc.). Da una parte c’è questa natura fatta di desiderio, dall’altra c’è il fatto che a questo desiderio non c’è risposta, perché la volontà non ha senso, è inconscia e non ha significato. Altra grande dimensione dell’uomo è quindi il dolore. Il desiderio c’è perché mi manca qualcosa, perché l’uomo ha una necessità. Questo qualcosa, però, non esiste. Siccome la radice dell’uomo è il desiderio ed egli desidera continuamente, c’è un problema: questa natura non ha un appagamento. L’uomo continuamente desidera qualcosa, e quando lo ottiene (se lo ottiene), l’appagamento che ne consegue è illusorio, non dura. Desidererò sempre qualcos’altro.
Il pendolo tra dolore e noia
A questo punto questo desiderio insoddisfatto si traduce in una condizione di dolore esistenziale. Il problema non è non avere qualcosa ma il non trovare risposta al senso della vita. Il piacere quindi non è altro che una cessazione del dolore che, per sua stessa natura, non dura nel tempo. Il dolore è un dato primario del vivere, mentre il piacere deriva dal dolore. Inoltre il dolore è durevole, mentre il piacere è momentaneo e illusorio, perché mi porta in uno stato ancora peggiore: la noia (momentanea sospensione del desiderio). Ad un certo punto questa cessa perché fa spazio a nuovi dolori. La vita è un pendolo che oscilla incessantemente tra dolore e noia, passando attraverso un fugace piacere.
Schopenhauer e il pessimismo
Da Socrate in poi si è sempre detto che la volontà viene dominata dalla ragione. Per la prima volta con Schopenhauer è la volontà a dominare la ragione.
La via d'uscita secondo Schopenhauer
Schopenhauer a partire da questo pessimismo, prende di mira tutte le forme di ottimismo della storia e che dominavano un certo periodo storico. L’idea che la realtà sia ordinata secondo un fine ultimo – come Dio nella religione – è illusoria. La fiducia nel progresso scientifico è anch’essa illusoria. In quel periodo non viene dato credito a questa teoria in quanto si stava vivendo il passaggio tra la prima e la seconda rivoluzione industriale. Anche l’idea che la politica e l’ottimismo portato da essa possa risolvere la situazione drammatica dell’uomo è illusoria. Tutta la realtà è negativa e senza un senso. Questa condizione disperata, di forte pessimismo, impone una via d’uscita. L’uomo tenta o di illudersi o di fuggire, di liberarsi. L’unico modo per non soffrire non è curare i sintomi ma attaccare il male alla radice. Ogni tentativo di lavorare sui sintomi è vano. Bisogna eliminare il cancro che porta a questo male. Esso si chiama volontà, quindi bisogna eliminare la volontà. Il suicidio per Schopenhauer è la soluzione peggiore; è la forma più alta della volontà dell’uomo (desiderio di togliersi la vita) e la volontà continua ad esistere, riconfigurandosi in qualcos’altro. Schopenhauer afferma 3 teorie per eliminare il male, tutti e tre fondati sull’eliminazione della volontà: estetica (arte), morale (compassione, pietà) e ascesi.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del desiderio nella vita umana secondo il testo?
- Come viene descritto il rapporto tra piacere e dolore?
- Qual è la visione di Schopenhauer sulla volontà e la ragione?
- Quali sono le critiche di Schopenhauer alle forme di ottimismo?
- Quali soluzioni propone Schopenhauer per eliminare il male della volontà?
Il desiderio è centrale nella vita umana, rappresentando una ricerca continua di senso che però non trova risposta, portando a un dolore esistenziale.
Il piacere è visto come una temporanea cessazione del dolore, che è durevole e primario, mentre il piacere è momentaneo e illusorio, portando infine alla noia.
Schopenhauer sostiene che la volontà domina la ragione, contrariamente alla tradizione filosofica che vedeva la ragione come dominante.
Schopenhauer critica l'idea che la realtà abbia un fine ultimo, la fiducia nel progresso scientifico e l'ottimismo politico, considerandole illusioni.
Schopenhauer propone tre vie: l'estetica (arte), la morale (compassione, pietà) e l'ascesi, tutte mirate all'eliminazione della volontà.