Concetti Chiave
- Rousseau vede la riflessione interiore come legata al rapporto tra uomo e natura, decentrando l'io rispetto alla società.
- La solitudine è vista come un ritorno alla condizione primitiva dell'uomo, dove esisteva una felicità cieca da ricostruire.
- La solitudine offre piaceri derivanti dall'allontanamento dal consenso umano e consente il ripiegamento interiore.
- Rousseau, attraverso l'erborizzazione, prova estasi dalla contemplazione della natura, che è infinita per l'uomo primitivo e solo.
- La natura colpisce per la sua armonia, permettendo un'immersione piacevole e un ritorno in sé attraverso la contemplazione.
Indice
Riflessione interiore e natura
Rousseau ritiene che la riflessione interiore sia direttamente collegata con il rapporto esistente tra l’essere umano e la natura. L’io viene decentrato rispetto alla società, in quanto il mancato raggiungimento della felicità (Rousseau dice che la felicità è impossibile perché il nostro piacere non deriva dal desiderio in sé, ma unicamente dal suo raggiungimento) lo pone in secondo piano rispetto a qualunque sua possibile collocazione.
Solitudine e felicità primitiva
Si sviluppa così il tema della solitudine ricollegata a quella che era la condizione dell’uomo nello stato primitivo, nel quale esisteva una cieca felicità che Rousseau sostiene debba essere ricostituita. La solitudine ci dà un piacere dato dall’allontanamento dal consenso umano e ci consente il ripiegamento in noi stesi.
Piaceri della solitudine
Nel Passeggiatore solitario (1776-78) egli dice che i piaceri della solitudine sono legati all’esperienza della natura. La solitudine è:
1. Un fallimento personale da ascrivere al mondo sociale, motivo per il quale decidiamo di rinunciarvi.
2. Intesa come componente della vita associata; fa parte del lavoro della coscienza e rielabora il tema del ritorno in sé.
3. Componente dell’incontro con la natura, anche quando essa è frutto della mano umana (il giardino di Eloisa).
Contemplazione e estasi
Rousseau era anche un erborizzatore ed in quanto tale osserva e fa esperienza della natura, provando il piacere della contemplazione degli ambienti naturali che produce un’estasi. La terra offre l’unico spettacolo di cui l’uomo non può stancarsi; più un contemplatore ha l’anima sensibile più si abbandona all’estasi avvertendo l’immensità della bellezza dell’universo nel quale si identifica (Passeggiatore). Essa è infinita davanti all’uomo primitivo e solo.
Armonia della natura
Viene a il quadro finalistico, la natura colpisce solo per la sua armonia che ci fa immergere in un sentimento piacevole, facendoci sentire nel proprio elemento. È un modo attraverso il quale rientrare in sé facendo esercizio della scienza e tacitando ogni altra agitazione dell'animo. Si tratta di un involontario, ma potente trasporto.
Domande da interrogazione
- Qual è il legame tra la riflessione interiore e la natura secondo Rousseau?
- Come Rousseau descrive la solitudine e il suo rapporto con la natura?
- Qual è l'importanza della contemplazione della natura per Rousseau?
Rousseau ritiene che la riflessione interiore sia collegata al rapporto tra l'essere umano e la natura, dove l'io viene decentrato rispetto alla società, e la solitudine permette un ritorno a uno stato primitivo di felicità.
Rousseau descrive la solitudine come un piacere derivante dall'allontanamento dal consenso umano, legato all'esperienza della natura, che permette un ritorno in sé e un incontro con la bellezza dell'universo.
La contemplazione della natura è fondamentale per Rousseau, poiché offre un'estasi e un piacere che derivano dall'armonia naturale, permettendo all'uomo di immergersi in un sentimento piacevole e di esercitare la scienza interiore.