Concetti Chiave
- Mill è un filosofo del positivismo inglese noto per il suo rifiuto della sociologia di Comte, e per le sue opere sulla logica e sulla libertà individuale.
- La filosofia di Mill è empirista, basata sull'osservazione dei fatti, e si oppone a dogmatismi assolutistici, enfatizzando l'importanza dell'induzione.
- Mill distingue tra logica raziocinativa e logica induttiva, escludendo le proposizioni nominali poiché non basate su verità empiriche.
- Affronta il problema dell'induzione di Hume, sostenendo che la natura è regolata da leggi uniformi, ma riconosce il rischio di un procedimento circolare.
- Nonostante il tentativo di Mill di giustificare l'induttivismo, il suo approccio è considerato fallimentare per la confusione tra l'origine e la veridicità delle teorie.
Indice
Il pensiero di Mill
Risulta Mill costituisce uno dei principali filosofi del positivismo inglese il quale si connota come positivismo etico, o positivismo della morale, e che quindi lo porta a rifiutare la sociologia mitologica costruita da Comte.
Le opere principali di Mill
In particolar modo le tre opere più importanti che egli scrisse furono: il "Sistema di logica deduttiva e induttiva" (opera di epistemologica e di logica), "Sulla libertà" (un saggio che costituisce un manifesto della concezione liberale del mondo e della società e che è incentrato sulla libertà del singolo, costantemente minacciata dall'opinione pubblica e dallo stato) e "sulla servitù delle donne" (scritto con la moglie esso costituisce uno tra i primi manifesti del femminismo moderno e in esso sostiene che la subalternità della donna e la privazione dei diritti morali, politici e civili della donna non è solo una perdita per le donne ma per il mondo stesso).
L'empirismo di Mill
La caratteristica fondamentale del pensiero di Mill è basata sul suo essere, sul solco della filosofia inglese, un'empirista: secondo Mill infatti l'unico metodo di conoscenza possibile è quello basato sull'osservazione dei fatti e dei dati empirici e per questo la sua filosofia non è più orientata, come in Comte (che invece era un razionalista), a trovare un unico sistema che raccogliesse tutte le scienze bensì alla distruzione di ogni forma di dogmatismo assolutistico in quanto colpevole di smettere di rifarsi continuamente ai fatti una volta sviluppate le leggi.
La logica secondo Mill
Nella sua opera Mill distingue fin da subito la logica raziocinatica, ossia la logica delle proposizioni, e la logica induttiva, ossia il processo attraverso il quale a seguito della collezione di una serie di dati e del loro studio viene sviluppata una legge che deve poi essere giustificata: Mill esclude infatti tutte le proposizioni nominali in quanto, non essendo verità empiriche ma sono proposizioni puramente "verbali" (che quindi non affermano nulla in quanto indicano di una cosa un nome che non denota nulla di reale o utile di tale oggetto ma che si limita ad essere una convenzione), non cadano nella logica e non devono quindi essere considerate; al contrario egli afferma che ogni conoscenza vera si riduce all'induzione e necessità quindi di risolvere il problema posto da Hume (il quale aveva mostrato come tale processo sia in realtà fallace in quanto l'impossibilità di osservare tutti i possibili fatti, eventi o casi rende impossibile applicare il metodo dell'induzione ricavando delle leggi a partire da un numero parziale di dati) giustificando così il metodo empirico.
Il principio di uniformità della natura
Tale giustificazione si basa sul principio di uniformità della natura, il quale afferma che la natura è regolata da leggi sono continue nel tempo e nello spazio: ciò significa che la natura presenta delle uniformità che non sono date dal caso ma che al contrario sono delle leggi che ci vengono rivelate dall'esperienza. L'esistenza di uniformità è fornita, secondo Mill, dalla legge di causalità in quanto che per tutti i fatti che hanno un inizio vi è anche una causa, ossia che la natura è una successione di fenomeni necessari. Tuttavia anche questa legge è un'induzione pertanto la validità dell'induzione dipende dall'indizione stessa, facendo così della giustificazione di Mill un procedimento circolare. Tuttavia secondo Mill ciò non accade in quanto non è la premessa maggiore e generale a costituire la prova della conclusione, come avveniva nei sillogismi, ma conclusione e premessa sono dimostrate insieme da una stessa evidenza. Pertanto secondo Mill il pensiero umano non procede dal generale, o universale, al particolare o viceversa ma passa dal particolare al particolare.
La critica all'induttivismo
L'induttivismo era già stato precedentemente confutato da Hume ma probabilmente tale contestazione era stata messa in secondo piano a causa del grandissimo successo e dell’enorme forza propulsiva della scienza e che per la mentalità del tempo ne rendeva evidente l’esistenza senza bisogno di giustificarla o di dedicarsi a disquisizioni filosofiche ed epistemologiche a riguardo. Tuttavia nonostante il tentativo attuato da parte di Mill di trovare una giustificazione dell'induttivismo che non poggi su un principio metafisico e che non riconduca ad un procedimento circolare risulta fallimentare in quanto giustifica la teoria in funzione della sua origine, confondendo così il piano dell'origine di una teoria e della sua veridicità, sostento che essa è vera in quanto poggia su un metodo, dati e fatti empirici.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Mill al positivismo inglese?
- Come Mill distingue tra logica raziocinatica e logica induttiva?
- Qual è il problema principale dell'induzione secondo Hume e come Mill cerca di risolverlo?
- Qual è la critica di Mill al dogmatismo assolutistico?
- Perché il tentativo di Mill di giustificare l'induttivismo è considerato fallimentare?
Mill è uno dei principali filosofi del positivismo inglese, noto per il suo positivismo etico e morale, e per il rifiuto della sociologia mitologica di Comte.
Mill distingue la logica raziocinatica come la logica delle proposizioni e la logica induttiva come il processo di sviluppo di leggi basate su dati empirici.
Hume evidenzia che l'induzione è fallace perché non possiamo osservare tutti i fatti possibili. Mill cerca di risolverlo con il principio di uniformità della natura, sostenendo che la natura è regolata da leggi continue.
Mill critica il dogmatismo assolutistico perché smette di rifarsi ai fatti una volta sviluppate le leggi, preferendo un approccio empirico basato sull'osservazione continua.
Il tentativo di Mill è considerato fallimentare perché giustifica l'induttivismo in funzione della sua origine, confondendo l'origine di una teoria con la sua veridicità, e risultando in un procedimento circolare.