Concetti Chiave
- Locke, fondatore dell'illuminismo, promuove diritti naturali inalienabili e la divisione dei poteri, scrivendo opere chiave come "Saggio sull'intelletto umano".
- Nell'"Epistola sulla tolleranza", Locke sostiene che lo Stato debba basarsi sulla tolleranza, fondata sulla carità cristiana, e rispettare diversità religiose e comportamentali.
- Lo Stato è visto come una società di uomini liberi che garantisce diritti civili, mentre la Chiesa, distinta dallo Stato, si occupa della cura delle anime.
- Locke distingue tra fede e ragione, criticando l'imposizione della fede e condannando le guerre religiose come contrarie al cristianesimo.
- Sebbene promuova la tolleranza religiosa, Locke esclude i cristiani papisti e gli atei, considerando quest'ultimi una minaccia per la moralità e la stabilità dello Stato.
LOCKE E LA TOLLERANZA
Indice
Locke e le sue opere
Locke è il fondatore dell’ illuminismo e della teoria liberale, afferma l’ esistenza di diritti naturali inalienabili e elabora il principio della divisione dei poteri. Egi scrive tre opere principali:
1. "Saggio sull' intelletto umano", considerato il testo di riferimento dell’ empirismo; è, infatti, in questo testo che Locke esprime il concetto secondo cui la conoscenza derivi dall’esperienza;
2. "Due trattati sul governo civile", testo in cui esprime le dottrine liberali;
3. "Epistola sulla tolleranza" che viene scritto nel periodo in cui Locke soggiorna in Olanda;
Principi di tolleranza
Locke apre questo testo, affermando il principio su cui dovrebbe fondarsi lo Stato: la tolleranza, la quale presenta le seguenti caratteristiche:
- si fonda su un valore importante proposto dal cristianesimo, la carità;
- Deve essere di tutti i tipi di diversità, sia quelle che riguardano la religione, sia quelle che riguardano i comportamenti.
Stato e chiesa
Il testo analizza differenti concetti:
1. Lo Stato inteso come:
- una società di uomini liberi fondata per promuovere solo i beni civili (libertà, vita);
- A questa società civile spetta il compito ben preciso di garantire e tutelare i diritti dei cittadini;
- Lo Stato deve intervenire solo quando si hanno delle religioni che vanno a ledere determinati diritti.
2. LA CHIESA intesa come:
- Un'Istituzione alla quale ci si aggrega spontaneamente, la quale è differente dallo Stato, l’individuo deve scegliere se aderire o meno a una religione;
- L’uomo può anche essere ateo;
- Il compito della Chiesa è quello di curare le anime.
- Potere religioso e potere statale devono essere distinti e non devono confondere i loro ambiti d’azione.
3. IL RAPPORTO TRA LA FEDE E LA RAGIONE
Fede e ragione
Le verità di fede possono anche essere chiamate dogmi che non sono dimostrabili dalla ragione, quindi per questo motivo la fede è diversa dalla ragione. La fede è quindi una scelta interiore che dipende dalla coscienza del singolo individuo.
Voler imporre la fede con la forza è un atto contrario al cristianesimo, giudicato da Locke anche dal punto di vista civile; il filosofo fa una critica aperta a tutte quelle guerre combattute per motivi religiosi (il colonialismo, le Crociate).
4. LA DISTINZIONE TRA CITTADINO E FEDELE
Cittadino e fedele
Locke fa una differenziazione dei due ruoli:
- essere cittadino è una condizione irrinunciabile (l’uomo è per forza un cittadino) che comporta dei doveri, garantendo anche dei diritti;
- Essere fedele non è una condizione irrinunciabile, ma una scelta libera del soggetto che dipende dalla sua coscienza.
L'appartenere a un credo religioso non deve essere motivo né di privilegi né di restrizioni dei diritti.
Limiti della posizione di Locke
Limiti della tolleranza di Locke
Il filosofo propone un modello di tolleranza soprattutto religiosa che però non estende a tutti in maniera incondizionata. Dalla tolleranza esclude due categorie: i cristiani e gli atei, ai quali rivolge delle critiche poiché ritiene che il loro comportamento non andrebbe tollerato.
Critiche ai cristiani e agli atei
1) Critica nei confronti dei cristiani
Locke critica in particolar modo il papa, giudicato come un sovrano straniero che, anziché estendere carità e tolleranza a tutti, considera quest’ultima come un principio applicabile ad alcune categorie; il filosofo non critica il cristianesimo di per sé, ma il fatto che i cristiani si rifacciano alla figura del papa.
Locke è in linea con il clima del ‘600 in cui c’erano degli aspri conflitti tra la religione e la politica.
2) Critica nei confronti degli atei
Locke ritiene che la religione sia alla base della moralità, quindi l’assenza di Dio produce immoralità. Chi non aderisce a un credo religioso non fa propri i principi morali, di conseguenza gli atei rappresentano un pericolo per la stabilità dello Stato.
Domande da interrogazione
- Qual è il principio fondamentale su cui Locke ritiene debba fondarsi lo Stato?
- Come Locke distingue tra Stato e Chiesa?
- Qual è la posizione di Locke sul rapporto tra fede e ragione?
- Come Locke differenzia il ruolo di cittadino da quello di fedele?
- Quali sono i limiti della tolleranza proposta da Locke?
Locke afferma che lo Stato dovrebbe fondarsi sul principio della tolleranza, che si basa sulla carità cristiana e deve includere tutte le diversità, sia religiose che comportamentali.
Locke vede lo Stato come una società di uomini liberi che promuove beni civili e garantisce diritti, mentre la Chiesa è un'istituzione a cui ci si aggrega spontaneamente per curare le anime, con poteri distinti dallo Stato.
Locke sostiene che la fede e la ragione sono distinte, con la fede basata su dogmi non dimostrabili dalla ragione, e critica l'imposizione della fede con la forza.
Essere cittadino è una condizione irrinunciabile con diritti e doveri, mentre essere fedele è una scelta libera che non deve influenzare i diritti civili.
Locke esclude dalla tolleranza incondizionata i cristiani, criticando il papa, e gli atei, ritenendo che l'assenza di religione porti a immoralità e instabilità dello Stato.