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Concetti Chiave

  • Le parole sono segni convenzionali delle idee, usate per registrare pensieri e comunicare; la loro imperfezione naturale deriva dalla diversità delle idee che rappresentano.
  • La conoscenza è la percezione della concordanza o discordanza tra idee, limitata alle idee stesse, con modalità intuitive, dimostrative e sensibili.
  • Locke distingue tra realtà della nostra esistenza, di Dio e degli oggetti esterni, sottolineando la conoscenza probabile come essenziale per la vita quotidiana.
  • La ragione guida la conoscenza ma deve lavorare in armonia con la fede, distinguendo tra rivelazione divina e fanatismo.
  • Il cristianesimo di Locke è una religione razionale, accessibile senza l'autorità religiosa, basato sul riconoscimento di Gesù come Messia e l'obbedienza ai suoi precetti.

• Le parole

Indice

  1. Il ruolo delle parole
  2. La natura imperfetta del linguaggio
  3. Conoscenza e percezione delle idee
  4. Tipi di conoscenza secondo Locke
  5. La realtà della conoscenza
  6. Conoscenza probabile e ragione
  7. Religione e ragione secondo Locke

Il ruolo delle parole

Per esprimere i nostri pensieri ci serviamo delle parole, che sono i “segni” delle idee. Tra parole e idee non sussiste una connessione naturale. Il legame è invece frutto di una convenzione. Usiamo i segni per due scopi: registrare i pensieri, come aiuto alla nostra memoria; oppure per comunicare. Nel caso in cui parliamo con gli altri, il linguaggio è efficace soltanto se la parola che pronunciamo suscita in chi ci ascolta la stessa idea rappresentata nella nostra mente.

La natura imperfetta del linguaggio

L’incertezza del significato dei suoni è causata dalle idee rappresentate più che dall’incapacità dei suoni di significare una data idea; a produrre incertezza nel significato di certe parole è la differenza delle idee che esse significano. Vi è quindi nel linguaggio un’imperfezione naturale. Può quindi essere utile seguire alcuni suggerimenti che possono, seppur in parte, porre rimedio ai difetti del linguaggio.

Tentare una perfetta riforma delle lingue, o anche soltanto di una lingua, è “ridicolo” e utopistico. Non è possibile attendersi che gli uomini usino le parole sempre nello stesso senso, come se avessero tutti le stesse nozioni e dovessero parlare soltanto di ciò di cui hanno idee chiare e distinte.

• La conoscenza e la probabilità

Conoscenza e percezione delle idee

Ricaviamo le idee dall'esperienza, ma l’esperienza non è la conoscenza. La mente ha come oggetto immediato le proprie idee, quindi la conoscenza non sarà altro che la percezione del legame e concordanza, o della discordanza e contrasto, tra idee nostre quali che siano. Ma se la conoscenza è riducibile alla percezione delle concordanza o discordanza tra le idee, è chiaro che non potrà estendersi oltre le idee che abbiamo. Dobbiamo accettare il fatto che la nostra ignoranza è “infinitamente maggiore” della nostra conoscenza.

Tipi di conoscenza secondo Locke

Ci sono diversi tipi di concordanza o discordanza: identità o diversità; relazione; coesistenza; esistenza reale. In questi è racchiusa tutta la conoscenza che possiamo avere. Ci sono però diversi modi con cui la mente percepisce la concordanza o la discordanza tra le idee. Le può percepire immediatamente, quindi si ha conoscenza intuitiva, da cui dipendono per intero la certezza e l’evidenza della nostra conoscenza; oppure è costretta a servirsi di altre idee, quindi si ha una conoscenza dimostrativa. Questa, ottenuta per mezzo di idee intermedie chiamate prove, non è così evidente come quella intuitiva, dato che richiede che si proceda per gradi; tuttavia è certa, e questa certezza dipende dal fatto che ciascun passaggio del ragionamento è, e non può non essere, un’intuizione.

Si ha però anche la conoscenza sensibile, quella che la mente ha dell’esistenza di particolari oggetti esterni, e che viene acquisita con la percezione dell’ingresso nella mente di idee provenienti da tali oggetti.

La realtà della conoscenza

Locke si pone il problema della realtà della conoscenza stessa. Qualcuno potrebbe sostenere che, se tutta la conoscenza risiede nella percezione della concordanza o discordanza tra le idee, le visioni di un fanatico e i ragionamenti di un uomo equilibrato saranno ugualmente certi. Locke risponde che la conoscenza è reale soltanto in quanto c’è conformità tra le idee e la realtà delle cose, nonostante la mente percepisca soltanto le proprie idee, ha la capacità di sapere se queste concordano con le cose.

Ci sono tre ordini di realtà. La nostra esistenza, che percepiamo intuitivamente con tale evidenza che non è necessaria nessuna prova. L’esistenza di Dio, che invece deve essere dimostrata: il nulla non può produrre nulla, e allora l’esistenza di esseri reali dimostra l’esistenza di qualcosa che esiste dall’eternità, perché ciò che non è esistito dall’eternità ha avuto un principio, e ciò che ha avuto un principio deve essere stato prodotto da qualcos’altro. L’esistenza di qualunque altra cosa ci è nota soltanto mediante la sensazione, cioè possiamo conoscere l’esistenza di un altro essere soltanto nel momento in cui questo fa in modo di essere percepito da noi. Attraverso la memoria, siamo certi che prima di ora sono esistite cose che anno agito sui nostri sensi.

Conoscenza probabile e ragione

Oltre tutto ciò si estende la conoscenza probabile. Ci riferiamo quindi a proposizioni di cui non abbiamo nessuna certezza, ma soltanto qualche buon motivo per considerarle vere. La probabilità si fonda sulla conformità di una cosa con la nostra conoscenza, osservazione ed esperienza, e sulla testimonianza altrui. La conoscenza probabile è molto importante perchè la conoscenza certa è molto limitata. Sarebbe impossibile vivere se dovessimo fare affidamento unicamente su conoscenze certe.

Religione e ragione secondo Locke

La facoltà che ci giuda in tutte le conoscenze è la ragione. Essa ha sicuramente molti limiti, per esempio viene meno là dove ci mancano le idee. È assurdo contrapporre la ragione alla fede: tutto ciò che Dio ha rivelato è certamente vero, ed è l’oggetto proprio della fede. Ma è la ragione che deve giudicare di volta in volta se si tratta di una rivelazione divina o no. Altrimenti la fede è indistinguibile dall’entusiasmo, il fanatismo. Ci si muove in un circolo vizioso: è una rivelazione, perché lo si crede fermamente, e lo si crede, perché è una rivelazione.

La religione non è necessariamente estranea alla ragione. Ne è una dimostrazione il cristianesimo, che è appunto una religione razionale, alla quale ci si può accostare direttamente, senza la mediazione dell’autorità religiosa. Il nucleo essenziale del cristianesimo nel riconoscimento di Gesù come Messia, cioè come figlio di Dio, e nell'obbedienza ai suoi precetti. Il cristianesimo ragionevole di Locke è un cristianesimo accettabile da tutti coloro che ascoltano la voce della ragione e non si lasciano fuorviare dalle sottigliezze teologiche o dal fanatismo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il legame tra parole e idee secondo il testo?
  2. Il testo afferma che tra parole e idee non esiste una connessione naturale, ma piuttosto un legame frutto di una convenzione. Le parole sono usate per registrare pensieri e comunicare, ma il linguaggio è efficace solo se suscita la stessa idea nell'ascoltatore.

  3. Come viene descritta la conoscenza nel testo?
  4. La conoscenza è descritta come la percezione della concordanza o discordanza tra le idee. È limitata alle idee che abbiamo e si distingue in conoscenza intuitiva, dimostrativa e sensibile.

  5. Qual è la posizione di Locke sulla realtà della conoscenza?
  6. Locke sostiene che la conoscenza è reale solo se c'è conformità tra le idee e la realtà delle cose. La mente percepisce le proprie idee, ma può sapere se queste concordano con la realtà.

  7. Qual è il ruolo della probabilità nella conoscenza secondo il testo?
  8. La probabilità è importante perché la conoscenza certa è limitata. Si basa sulla conformità con la nostra conoscenza, osservazione, esperienza e testimonianza altrui, ed è essenziale per vivere.

  9. Come viene vista la relazione tra ragione e fede nel testo?
  10. La ragione guida tutte le conoscenze e non è in contrasto con la fede. La fede deve essere giudicata dalla ragione per evitare il fanatismo. Il cristianesimo è presentato come una religione razionale, accessibile senza l'autorità religiosa.

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