Concetti Chiave
- Locke è il fondatore dell'empirismo inglese, che limita la ragione all'esperienza come fonte e criterio di verità.
- La ragione umana è manchevole, dipendendo dall'esperienza per i suoi principi e variando tra gli individui.
- Le idee derivano dall'esperienza e possono essere semplici o complesse, con la critica all'innatismo che nega le idee innate.
- La conoscenza è la percezione dell'accordo tra idee, distinta in intuitiva e dimostrativa, e riconosce tre ordini di realtà.
- In politica, Locke afferma che le leggi devono garantire la felicità e la conservazione dei cittadini, con il potere che risiede nel popolo.
Indice
Fondamenti dell'empirismo inglese
Locke è il fondatore dell’empirismo inglese, proseguito poi da Berkeley e da Hume.
L’empirismo considera la ragione un insieme di poteri limitati dall’esperienza.
L’esperienza è a sua volta:
1) fonte ed origine del processo conoscitivo;
2) criterio di verità.
Le possibilità conoscitive dell’uomo sono quindi limitate, ed è perciò possibile interessarsi solo di ciò che è accessibile alla conoscenza dell’uomo.
Di seguito si riportano i punti chiave del pensiero di Locke.
Limiti e potenzialità della ragione
Secondo Locke la ragione è manchevole perché:
1) gli uomini ne partecipano in misura diversa;
2) le idee di cui dispone sono spesso oscure;
3) essa deve ricavare i suoi principi dall’esperienza.
Tuttavia, seppur manchevole, essa rappresenta l’unica guida conoscitiva dell’uomo.
Prima di incamminarsi verso la conoscenza, dunque, è necessario esaminare le capacità dell’uomo.
L’esperienza fornisce alla ragione il “materiale di lavoro”.
La ragione può combinare questo materiale come vuole, ma dev’essere sempre controllata dall’esperienza, per evitare costruzioni fantastiche o di avventurarsi in concetti al di là delle facoltà conoscitive.
Le idee sono l’oggetto della nostra conoscenza e derivano dall’esperienza.
Ve ne sono di due tipi:
1) di sensazione, derivanti dalle cose naturali;
2) di riflessione, derivanti dallo spirito.
Critica all'innatismo e natura delle idee
Locke fa a questo punto una critica all'innatismo, secondo cui una persona avrebbe conoscenze già al momento della nascita.
Infatti per un’idea esistere significa essere pensata.
Le idee innate dovrebbero quindi esistere in tutti, anche negli idioti, nei bambini e nei selvaggi. Ma poiché non è così, esse non possono essere innate, ma acquisite.
Le idee possono essere anche:
1) semplici, cioè fornite dall’esperienza;
2) complesse, date dalla riunione delle idee semplici.
La idee hanno anche qualità soggettive ed oggettive.
Per quanto riguarda le idee complesse, esse possono essere di tre categorie:
1) modi: modi e manifestazioni della sostanza;
2) sostanze: come uomo, pecora. Queste idee la nostra mente è in realtà portata inavvertitamente a considerarle semplici, poiché non possiamo immaginare come un’idea semplice possa sussistere senza un substratum alla base, come ad esempio i colori, e tuttavia non lo sono;
3) relazioni: nascono dal confronto di un’idea con un’altra. Quattro sono le principali relazioni: causa-effetto, identità-diversità. Esiste dunque l’identità di persona (in cui percepiamo e percepiamo di percepire) e le idee generali (un gruppo di idee particolari tra le quali è possibile riconoscere una certa somiglianza, ad esempio l’umanità).
Tipologie di conoscenza secondo Locke
La conoscenza è una percezione di accordo o disaccordo tra le idee.
La conoscenza può essere:
1) intuitiva, che è immediata e perfetta;
2) dimostrativa, che ha bisogno di prove, che sono a loro volta altre idee intuitive. Nelle lunghe dimostrazioni l’errore è però possibile.
Ora, come facciamo a sapere che le cose pensate siano reali?
Secondo Locke esistono tre ordini di realtà:
1) Io, di cui si sente l’esistenza intuitivamente;
2) Dio, di cui si sente la presenza con la dimostrazione, cioè con il pensiero che nulla nasce dal nulla;
3) le cose, di cui si avverte l’esistenza con la sensazione. Certo, l’idea potrebbe esistere anche se la cosa stessa non esistesse (come ciò che è raffigurato in un quadro), ma se si riceve un’idea esterna è tuttavia lecito supporre che l’oggetto che l’ha suscitata esista ora (sensazione attuale). Ragionevole è anche pensare che le cose esistano anche quando non se ne ha la percezione attuale né la si è mai avuta, ma in quel caso non è possibile esserne certi (conoscenza probabile).
Principi politici e sociali di Locke
In ambito politico, Locke sostiene che in uno stato siano da utilizzarsi solo quelle leggi utili per la conservazione e la felicità dei cittadini.
Anche nello stato di natura si deve ubbidire alla ragione, che prescrive il rispetto degli altri. Se qualcuno viene meno a ciò, lo si deve punire, ma non arbitrariamente.
La sovranità deriva inoltre dal diritto conferito da Dio ad Adamo.
Lo stato di natura può anche diventare lo stato di guerra se alcuni cittadini si coalizzano per avere potere sugli altri. Per questo ci si riunisce in società, scelte dai cittadini.
All’interno della società non ci si può danneggiare, né rendere schiavi.
Potere legislativo: le leggi devono valere per tutti, ed essere fatte solo per il bene dei cittadini. Si devono rispettare i tre diritti naturali.
Potere esecutivo e federativo: rappresenta la comunità di fronte ad altre comunità.
Il vero potere lo hanno dunque i cittadini, che possono ribellarsi ai malvagi o ai tiranni. In questo caso, però, non si può parlare di vera ribellione.
Ruolo della religione e della Chiesa
Secondo Locke, lo stato si può occupare solo di beni civili.
Nessuno può essere salvato per forza, ma per fede, quindi la fede non può essere imposta.
La Chiesa può espellere chi ritiene incompatibile ai propri principi, ma la scomunica non deve intaccare i beni e i diritti civili.
Infine Locke sostiene la ragionevolezza del Cristianesimo.
Domande da interrogazione
- Chi è considerato il fondatore dell'empirismo inglese?
- Qual è il ruolo dell'esperienza secondo Locke?
- Come Locke critica l'innatismo?
- Quali sono le categorie delle idee complesse secondo Locke?
- Qual è la visione di Locke sulla politica e la sovranità?
John Locke è considerato il fondatore dell'empirismo inglese, seguito da Berkeley e Hume.
L'esperienza è la fonte e l'origine del processo conoscitivo e il criterio di verità, limitando le possibilità conoscitive dell'uomo.
Locke critica l'innatismo sostenendo che le idee innate non esistono, poiché non sono presenti in tutti, come nei bambini o nei selvaggi, e devono essere acquisite attraverso l'esperienza.
Le idee complesse possono essere modi, sostanze e relazioni, derivanti dalla combinazione di idee semplici.
Locke sostiene che le leggi devono essere utili per la conservazione e felicità dei cittadini, e la sovranità deriva dal diritto conferito da Dio ad Adamo, con il vero potere appartenente ai cittadini.