alisound94
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Concetti Chiave

  • Kierkegaard visse una vita contemplativa e travagliata da eventi familiari dolorosi, interpretati come punizioni divine.
  • Il filosofo usava pseudonimi per le sue opere teoriche, mentre i discorsi religiosi erano pubblicati col suo vero nome, riflettendo il suo desiderio di celarsi.
  • Kierkegaard è considerato il padre dell'esistenzialismo, opponendosi alla filosofia hegeliana e focalizzandosi sull'importanza dell'individuo e delle scelte.
  • La sua filosofia si basa su concetti chiave come singolo, esistenza, possibilità, scelta e fede, sostenendo che la libertà nasce dalla possibilità di scelta.
  • In "Aut Aut" e "Timore e tremore", Kierkegaard esplora i percorsi di vita estetica, etica e religiosa, evidenziando il conflitto tra libertà individuale e fede.

Indice

  1. Infanzia e dispiaceri familiari
  2. Relazioni personali e pseudonimi
  3. Filosofia e antihegelismo
  4. Possibilità e scelta
  5. Aut Aut e vita estetica
  6. Etica e religione
  7. Angoscia e disperazione
  8. Religione e paradosso

Infanzia e dispiaceri familiari

Kierkegaard ha vissuto una vita piuttosto banale, priva di grandi eventi, contraddittoria.

La sua infanzia fu caratterizzata da una rigida educazione religiosa. Dal 1832, nell’arco di circa sette anni, ebbe alcuni forti dispiaceri familiari (le morti, nel giro di pochi anni, di 5 fratelli e del padre vengono da lui viste come punizioni divine per una terribile colpa, mai specificata nei suoi scritti, commessa dal padre).

Relazioni personali e pseudonimi

Chiese in sposa Regina Olsen, figlia di un esponente di spicco della ricca borghesia danese e di dieci anni più giovane di lui, ma rescisse bruscamente il fidanzamento senza una spiegazione.

Il filosofo usa pseudonimi per le opere di carattere teorico, mentre soltanto i discorsi edificanti e gli scritti di carattere religioso vengono pubblicati con il suo vero nome: anche qui si vede il suo desiderio di celarsi, non vuole quasi apparire.

Nella sua vita fu più contemplativo che attivo, e imputò sempre il suo vivere contemplativo alla difficoltà della scelta.

Filosofia e antihegelismo

Kierkegaard è considerato il padre dell’esistenzialismo, una delle correnti più di successo del 1900.

Ha reagito in modo polemico alla filosofia hegeliana, all’idealismo, alla filosofia ottimistica / panlogistica tedesca.

Per lui importante è l’individuo, nella sua esistenza completa.

Possibilità e scelta

Termini chiave della sua filosofia:

a.

Singolo

b. Esistenza

c. Possibilità

d. Scelta

e. Fede

Possibilità + scelta = Libertà + Antihegelismo.

a. Sulla sua tomba farà scrivere: “quel singolo” -> antihegelismo (totalità).

b. Occuparsi del singolo vuol dire occuparsi della sua esistenza (Tommaso d’Aquino nella scolastica).

c. La vita è data da pressoché infinite possibilità.

d. Dal momento che si hanno delle possibilità, bisogna fare delle scelte.

Possibilità e scelta comportano la libertà della scelta -> No alla dialettica (antihegelismo).

La scelta avviene tra alternative inconciliabili (“Aut aut”).

Dunque -> no totalità + no dialettica

Tematica del Don Giovanni

Aut Aut e vita estetica

Kierkegaard individua 3 possibili alternative / percorsi di vita inconciliabili:

1. Estetica (“Aut aut”)

2. Etica (“Aut aut”)

3. Religiosa (“Timore e tremore”)

Aut Aut (1843): raccolta di scritti, tra cui il “Diario di un seduttore”. Qui intervengono diversi personaggi. Il don Giovanni è la maschera della vita estetica, è l’esteta, colui che vive in una continua ricerca del piacere, di seduzione, per l’amore del cambiamento, della varietà. La sua vita avviene in un eterno presente con una continua ripetizione dell’uguale. Egli vive nell’attimo, nel presente, in un eterno presente. Apparentemente è una vita piena di novità, ma a lungo andare l’esteta è un disperato, perché si annoia, non è mai appagato, non raggiunge mai la felicità. È come se gli altri fossero delle prede. La ricerca non ha mai una vera soddisfazione. Ha passione per le donne, ma non le ama mai veramente: rappresenta la non-scelta. Può solo disperarsi, ma la soluzione è compiere una scelta diversa, quella etica.

Etica e religione

L’ideale etico è quello di chi progetta, di chi si impegna nella società con una famiglia e un lavoro, di chi si appropria della sua vita. Bisogna fare dell’amore un legame (= Hegel). Il matrimonio è l’amore che diventa progetto, impegno etico.

Timore e tremore (1843): a un certo punto anche questa vita può smarrirsi, insabbiarsi nel moralismo (conformismo) -> la sua moralità diventa peccato moralistico, che alimenta la presunzione di sentirsi un giusto che ha guadagnato la salvezza di fronte a Dio. Perciò si deve compiere il salto abissale verso la vita religiosa, che è in grado di colmare l’angoscia e la disperazione originate dalla libertà.

Angoscia e disperazione

L'angoscia deriva dall’infinita gamma di scelte possibili, dalla loro inconciliabilità (si diventa discepoli dell’angoscia).

La disperazione si ha quando ci si guarda in uno specchio: a quel punto si può scegliersi o non scegliersi. Non si può far altro che scegliere di scegliere, quindi scegliere se stessi completamente, scegliere di diventare quello che si è, ma questo vuol dire che ci si basta a se stessi, e ciò non è possibile. Allora interviene la religione, approdo in cui ci si riconosce nell’abbandono a Dio. L’individuo sceglie di ritrovare se stesso nella sua singolarità, nel suo essere unico davanti agli altri, rifiutando l’astrazione e l’universalità che lo accomunano agi altri facendogli perdere se stesso.

Religione e paradosso

Per Kierkegaard la religione (cristianesimo) è paradosso (l’incarnazione della divinità nell’uomo Gesù è il paradosso assoluto che fa vacillare il pensiero), scandalo (che disgusta), sospensione dell'etica: quando ci si abbandona a Dio, per lui si è anche disposti a sospendere le leggi umane dell’etica -> il miglior esempio è la vicenda di Abramo, che è pronto a sacrificare per fede il figlio Isacco: in spregio a qualunque morale umana, Dio gli chiede in sacrificio il figlio Isacco. In osservanza dell’etica, Abramo dovrebbe rifiutare, ma poiché ha fede esegue l’ordine divino.

Domande da interrogazione

  1. Quali eventi hanno segnato l'infanzia di Kierkegaard?
  2. L'infanzia di Kierkegaard è stata segnata da una rigida educazione religiosa e da forti dispiaceri familiari, tra cui la morte di cinque fratelli e del padre, che lui interpretava come punizioni divine.

  3. Perché Kierkegaard utilizzava pseudonimi per alcune delle sue opere?
  4. Kierkegaard usava pseudonimi per le opere di carattere teorico per celarsi e mantenere un certo distacco, mentre pubblicava discorsi edificanti e scritti religiosi con il suo vero nome.

  5. Qual è il significato della scelta nella filosofia di Kierkegaard?
  6. Nella filosofia di Kierkegaard, la scelta è fondamentale perché rappresenta la libertà dell'individuo di decidere tra possibilità inconciliabili, rifiutando la totalità e la dialettica hegeliana.

  7. Come Kierkegaard descrive la vita estetica nel suo "Aut Aut"?
  8. Kierkegaard descrive la vita estetica come una continua ricerca del piacere e della varietà, vissuta nell'attimo presente, che porta alla disperazione e alla noia poiché non raggiunge mai la vera felicità.

  9. Qual è il ruolo della religione nella filosofia di Kierkegaard?
  10. Nella filosofia di Kierkegaard, la religione rappresenta un paradosso e uno scandalo che permette all'individuo di ritrovare se stesso nella sua singolarità, sospendendo le leggi umane dell'etica per abbandonarsi a Dio.

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