Concetti Chiave
- Gli stadi dell'esistenza di Kierkegaard rappresentano diversi modi di vivere e comprendere l'esistenza, con ogni transizione che richiede un cambiamento radicale di mentalità.
- Lo stadio estetico è caratterizzato dalla ricerca di novità e avventure senza vincoli, portando alla noia e al senso di vuoto, simboleggiato dalla figura del Don Giovanni.
- Nello stadio etico, l'individuo si impegna in compiti fedeli e continui, ma può fallire nel trovare la propria personalità autentica, rappresentato dallo stato matrimoniale.
- Lo stadio religioso implica una fede profonda in Dio, aiutando a superare, ma non eliminare, l'angoscia e la disperazione, simboleggiato dalla figura di Abramo.
- L'angoscia è la sensazione di vertigine causata dalla libertà e infinite possibilità, mentre la disperazione deriva dal senso di incompiutezza rispetto a se stessi; entrambe trovano risposta nella fede in Dio.
Indice
Gli stadi dell'esistenza secondo Kierkegaard
Secondo Kierkegaard gli stadi dell'esistenza sono i modi fondamentali di vivere e di conoscere l'esistenza. Il "passaggio" dall'una all'altra implica un cambiamento radicale di mentalità.
Lo stadio estetico e le sue implicazioni
Lo stadio estetico: l'uomo rifiuta ogni tipo di vincolo o impiego continuativo. Cerca l'attimo, è sempre alla ricerrca di novità e avventure. Ma è destinato alla dispersione e alla noia in quanto, evitando scelte impegnative, rinuncia alla propria identità e avverte un senso di vuoto nella sua esistenza. Lo stadio estetico è rappresentato dalla figura del Don Giovanni
Lo stadio etico e il suo fallimento
Lo stadio etico: l'uomo decide di impegnarsi in un compito a cui rimanere fedele. Si fonda sulla continuità e sulla scelta ripetuta, sottoponendosi al modello universale di comportamento. Vita destinata al fallimento in quanto l'individuo non riesce a trovare sè stesso e la propria personalità ma ha bisogno di un'esperienza profonda e coinvolgente per reazlizzarsi. Lo stadio etico è simboleggiato dallo stato matrimoniale.
Lo stadio religioso e la fede
LO stadio religioso: quello della fede, intesa come "rapporto assoluto con l'Assoluto". L'individuo si apre totalmente a Dio, riuscendo a vincere, anche se non a eliminare totalmente, l'angoscia e la disperazione che lo costituiscono come uomo. Lo stadio religioso è rappresentato dalla figura di Abramo.
Differenza tra angoscia e disperazione
La differenza tra Angoscia e Disperazione: l'Angoscia è il rapporto dell'uomo con il mondo. Condizione esistenziale caratterizzata dalla "vertigine" causata dalla libertà e dalle infinite possibilità di scelta senza un consiglio o una guida. L'unico modo per contrastare l'angoscia e i suoi tormenti è la fede in Dio.
la Disperazione è il rapporto dell'uomo con sè stesso. L'uomo non è bastevole a sè stesso e ha un senso di finitudine e incompiutezza. Non può giungere all'equilibrio e al riposo dal momento che non è autosufficiente e si imbatte nella disperazione. L'unica via è la fede, riconoscendo in Dio la propria dipendenza da colui che solo può garantire la sua realizzazione.
Concetti chiave dell'esistenza
Concetti chiave:
Esistenza= insieme di possibilità che pongono l'uomo di fronte a una scelta che implica una componente di rischio
Scelta= esistere significa scegliere. L'individuo non è quello che è ma quello che sceglie di essere e perfino la rinuncia a una scelta è una scelta
Nulla esistenziale= stato di apatia in cui la scelta e il pensiero si paralizzano e non si prende una decisione, questo è fonte di angoscia.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli stadi dell'esistenza secondo Kierkegaard?
- Come Kierkegaard descrive l'angoscia e la disperazione?
- Qual è il ruolo della scelta nell'esistenza secondo Kierkegaard?
Gli stadi dell'esistenza secondo Kierkegaard sono tre: lo stadio estetico, lo stadio etico e lo stadio religioso. Ognuno rappresenta un modo fondamentale di vivere e conoscere l'esistenza, con il passaggio tra di essi che implica un cambiamento radicale di mentalità.
Kierkegaard descrive l'angoscia come il rapporto dell'uomo con il mondo, caratterizzata dalla "vertigine" della libertà e delle infinite possibilità di scelta. La disperazione, invece, è il rapporto dell'uomo con sé stesso, derivante dalla sua finitudine e incompiutezza. Entrambe possono essere affrontate attraverso la fede in Dio.
Secondo Kierkegaard, esistere significa scegliere. L'individuo è definito dalle sue scelte, e perfino la rinuncia a una scelta è essa stessa una scelta. La scelta implica una componente di rischio e può portare al "nulla esistenziale" se paralizza il pensiero e l'azione.