Concetti Chiave
- Kierkegaard enfatizza l'importanza delle scelte esistenziali del singolo, sottolineando la necessità di non fallire la propria esistenza.
- La libertà è fondamentale per rendere effettive le infinite possibilità di scelta, ma può generare angoscia di fronte a tali possibilità.
- Nella condizione estetica, l'individuo evita scelte definitive, vivendo nell'immediatezza e nell'illusione, portando alla disperazione.
- La condizione etica-morale implica scelte consapevoli e ripetute, ma può portare al pentimento e all'angoscia per le possibilità sacrificate.
- Nella condizione religiosa, la scelta è arazionale e coinvolge un salto nel buio, basando la decisione sulla fede piuttosto che sulla ragione.
Kierkegaard Elabora la filosofia del singolo, del singolo uomo di fronte alla sua esistenza.
L’unica cosa che importa è non fallire la propria esistenza (scelte esistenziali del singolo uomo).
Indice
Libertà e angoscia
La vera filosofia è analizzare le possibilità del singolo, ovvero che l’uomo deve avere infinite possibilità e la libertà di scegliere.
La libertà rende la possibilità effettiva. Senza libertà non ci sono possibilità.
L’uomo, tuttavia, di fronte alle infinite possibilità di scelta, si blocca, provando un senso di angoscia (sentimento che l’uomo prova di fronte al proprio modo di essere, ossia all’esistenza. L’esistenza è sempre legata al rischio della scelta).
Mentre la paura riguarda sempre un oggetto preciso, l’angoscia non ha oggetto, ma è la “vertigine” che l’uomo prova davanti all’esperienza della propria effettiva libertà di scelta.
Condizione estetica
L’uomo di fronte a infinite possibilità può avere tre atteggiamenti o condizioni:
1. Condizione estetica:
incarnato nella figura del seduttore (prende come riferimento il personaggio “Il don Giovanni di Mozart”, a lui piaceva intrattenersi con le donne registrandole per numeri su una lista), che dedica la sua intera esistenza alla conquista dell’animo femminile per il puro piacere della conquista.
La vita estetica è, infatti, centrata sul desiderio e sul godimento. Il seduttore vive nell’elemento dell’immediatezza: non compie mai una scelta definitiva (Don Jon, non sceglie…si fa scegliere)
Il Don Giovanni è il simbolo di una possibile scelta dell’uomo: la non scelta, la rinuncia alla libertà di scelta di fronte a infinite possibilità, l’uomo non sceglie e prende quello che capita. Don L’esito della condizione estetica è la disperazione ovvero la condizione in cui cade l’uomo quando decide di non scegliere (l’uomo si perde). La disperazione, a differenza dell’angoscia, riguarda il rapporto dell’individuo con se stesso. (angoscia: rapporto dell’individuo in relazione con l’esterno).
2.
Condizione etica-morale
Condizione etica-morale:
è la condizione di chi sceglie. Trova la sua migliore rappresentazione nella figura del marito o, piu’ in generale, del Cancelliere Guglielmo (è un politico, fa un lavoro per la comunità e ogni giorno fa scelte)
Il marito: ogni giorno sceglie sempre la stessa donna. Tuttavia, c’è sempre il rischio che un giorno il marito si svegli e veda la moglie come una ripetizione,
L’uomo etico, a differenza dell’uomo estetico, ama la ripetizione, vedendo in essa una continua riconferma della decisione iniziale.
Tuttavia un giorno l’uomo può rendersi conto di avere rinunciato alle altre per lei e questo porterà all’ANGOSCIA, angoscia che nasce per una scelta che è stata fatta, ma che adesso ci schiaccia. (Dal testo si deduce anche se lui non l ‘ha mai affermato, che abbia lasciato Regina sia per la possibilità che la maledizione colpisca anche sia perché l’amava troppo per vederla nel futuro come una ripetizione.) Tuttavia l’uomo etico accetta il dovere, il compito che si è a se stessi, ciò che ciascuno ha deciso di diventare in virtu’ della sua libera scelta.
Se sceglie se stesso fino in fondo, l’individuo raggiunge la propria origine, cioè Dio. Davanti a Dio, l’unico sentimento che l’uomo può provare p la propria inadeguatezza morale.
Quindi l’esito finale della vita etica è il pentimento. Con il pentimento si esce dalla sfera etica per entrare in quella religiosa.
3.
Condizione religiosa
Condizione religiosa:
prende come esempio:
a)Abramo: Dio gli ordina di partire con la moglie Sara promettendogli una ricca discendenza. Lui parte e arriva in Palestina (Israele) ma Sara non riesce a rimanere incinta così decide di mandare una schiava da Abramo per farla partorire. Ciò accade ma la schiava e Sara litigano così Abramo decide di lasciare il bambino e la madre nel deserto con alcune sprovviste. Inaspettatamente Sara rimane incinta, partorisce Isacco e quando lui ha 12 anni, Dio chiede ad Abramo di ucciderlo (Abramo sente la voce di Dio ma non ha garanzie, va contro ogni ragione, Dio è buono e chiede ad Abramo di uccidere il figlio tanto atteso). Abramo lega il figlio alla legna e quando sta per ucciderlo, l’angelo lo ferma = scelta religiosa è una scelta arazionale, c’è la sospensione della morale e della ragione, è un salto nel buio. La scelta di fede non si può giudicare con parametri umani normali.
b)Kierkegaard fa riferimento anche ad Agamennone, re dei greci, che vuole attuare un’azione punitiva su Troia ma un indovino gli comunica che Poseidone non gli permetterà di arrivare a Troia se non ucciderà Efigenia , sua figlia. Lui accetta e quando tornerà dalla spedizione la donna lo ucciderà.
Vi sono delle diversità tra Abramo e Agamennone:
- Abramo sente nel suo cuore la voce di Dio e agli occhi del figlio è un assassino
- mentre Agamennone ascolta un indovino e agli occhi del popolo è una persona che sacrifica gli affetti per il bene della spedizione.
Per Kierkegaard, quindi, la scelta religiosa è una scelta arazionale, una sospensione della morale.
Conclusione sulle scelte
In conclusione l’uomo deve continuare a fare scelte, anche quando si limita a vivere nell’istante (stadio estetico), senza impegnarsi in nulla, sta comunque scegliendo. Cosi come quando sceglie una volta soltanto, ma conferma continuamente quella scelta (stadio etico). Ma la scelta piu’ radicale, la sola che si rivela una possibilità assolutamente positiva, è la scelta di Dio(stadio religioso), anche se essa, non potendo essere confortata da alcuna considerazione razionale, comporta l’accettazione del paradosso, per cui si sceglie l’assurdo (scelta arazionale).
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale della filosofia di Kierkegaard riguardo all'esistenza del singolo?
- Come Kierkegaard descrive l'angoscia in relazione alla libertà e alle possibilità?
- Quali sono le tre condizioni o atteggiamenti che l'uomo può assumere di fronte alle infinite possibilità?
- In che modo Kierkegaard distingue tra la disperazione e l'angoscia?
- Qual è la scelta più radicale secondo Kierkegaard e perché?
Kierkegaard si concentra sull'importanza delle scelte esistenziali del singolo uomo, sottolineando che l'unica cosa che conta è non fallire la propria esistenza attraverso le scelte che si fanno.
L'angoscia è descritta come la "vertigine" che l'uomo prova di fronte alla propria effettiva libertà di scelta, senza un oggetto preciso, a differenza della paura che è sempre legata a un oggetto specifico.
Le tre condizioni sono: la condizione estetica, centrata sul desiderio e il godimento; la condizione etica-morale, che implica la scelta e l'accettazione del dovere; e la condizione religiosa, che rappresenta una scelta arazionale e un salto nel buio.
La disperazione riguarda il rapporto dell'individuo con se stesso, mentre l'angoscia è legata al rapporto dell'individuo con l'esterno e le infinite possibilità di scelta.
La scelta più radicale è la scelta di Dio, nello stadio religioso, poiché rappresenta una possibilità assolutamente positiva, anche se comporta l'accettazione del paradosso e dell'assurdo, essendo una scelta arazionale.