Concetti Chiave
- Kierkegaard, filosofo danese, è considerato l'iniziatore dell'esistenzialismo cristiano, con opere che spaziano tra scritti religiosi e filosofici.
- Critica Hegel attraverso tre primati: esistenza sull'essenza, singolarità sull'universalità, e possibilità sulla necessità, enfatizzando l'importanza della soggettività e della scelta individuale.
- Descrive tre stadi esistenziali: estetico, etico e religioso, ciascuno caratterizzato da un diverso approccio alla vita e alla fede.
- La fede è presentata come un atto esistenziale e un paradosso che sfida la ragione, offrendo una soluzione all'angoscia e alla disperazione umana.
- Feuerbach, critico di Hegel e esponente della sinistra hegeliana, promuove l'ateismo filosofico e l'importanza dell'uomo e della natura come base della vita.
Filosofo danese iniziatore dell'Esistenzialismo contemporaneo in chiave cristiana.
Ha due gruppi di scritti, religiosi e filosofici (“Aut-Aut” che contiene “Diario di un seduttore”, “Briciole filosofiche... etc). Si rifiuta di costruire un sistema come Hegel, ma ha un andamento discorsivo (filosofia in briciole).
Indice
Critica a Hegel e primati esistenziali
Critica Hegel in tre Primati.
-PRIMATO DELL'ESISTENZA SULL'ESSENZA
Hegel considera l'esistenza solo in quanto inclusa nell'essenza stessa, è una pura accidentalità che sfugge all'analisi filosofica.
Già per Kant era una “posizione assoluta” indipendente dal concetto della cosa a cui si riferisce (posso conoscere qualcosa senza che esista effettivamente). Per Kierkegaard è un dato di fatto, il pensiero non può determinarla, ma solo riflettere su essa.
-PRIMATO DELLA SINGOLARITÀ SULL UNIVERSALITÀ
Per Hegel i concetti sono universali in quanto l'universale è l'oggetto della sua filosofia che si occupa solo dell'essenza. Per Kierkegaard non è universale, in quanto è diversa dall'essenza, ma della singola persona.
-PRIMATO DELLA POSSIBILITÀ SULLA NECESSITÀ
Hegel si pone dal punto di vista dell'assoluto mostrando la necessità dell'essere.
Per Kierkegaard l'uomo non riesce ad uscire dalla propria soggettività, in quanto singolo, e quindi non può porsi dal punto di vista dell'assoluto. Resta quindi nella sfera della possibilità (scegliere). L'esistenza si caratterizza per la totale apertura verso il possibile (esistenzialismo).
Stadi esistenziali secondo Kierkegaard
Distingue 3 possibilità fondamentali esistenziali o stadi. Nel passaggio da uno all'altro c'è un salto possibile in quanto il singolo individuo può scegliere (no divenire dialettico).
1.STADIO ESTETICO: incarnato da il Don Giovanni di Mozart, seduttore. Vive la vita come serie ininterrotta si istanti indipendenti (Carpe diem, immediatezza, no ripetizione → noia. Continua novità). In questo modo evita le scelte impegnative, ma rinuncia in qualche modo alla sua identità. Questo lo porta alla disperazione e al salto allo stadio successivo.
2.STADIO ETICO: incarnato dal Consigliere di Stato Guglielmo, marito. Fedele alla sua scelta, vita come ripetizione che la riconferma (coerenza, vivere nelle leggi universali → certezza). Uomo del dovere, severo con se stesso, consapevole dei propri sbagli che lo portano al pentimento e alla categoria religiosa dell'ultimo stadio.
3.STADIO RELIGIOSO: incarnato da Abramo che vive nelle leggi etiche ma è disposto a sacrificare il figlio Isacco per Dio. La Fede è in contrasto con l'etica, è un rapporto privato tra uomo e Dio. In questo stadio infatti l'uomo è solo (Cavaliere della fede), dominio della solitudine.
Fede → rischio e PARADOSSO → Cristo stesso è paradosso perchè è figlio di Dio che soffre e muore.
La possibilità è la categoria fondamentale dell'esistenza che porta insicurezza e disagio, e quindi: angoscia e disperazioen.
ANGOSCIA (“In concetto dell'angoscia”) → legata al rapporto del singolo con il mondo. La possibilità genera una vertigine della libertà. L'uomo può scegliere, ma quando tutto è possibile, nulla è possibile. Non conosco le conseguenze delle possibilità e si genera l'angoscia (indeterminata). Esempio di Adamo di fronte al divieto di mangiare i frutti dell'albero della conoscenza, ma non sa cos'è la conoscenza e quindi prova angoscia di fronte a questa scelta. È la situazione fondamentale dell'uomo nel mondo.
DISPERAZIONE (“Malattia mortale”) → riguarda il rapporto del singolo con se stesso. Nasce dalla constatazione che la possibilità dell'io di traduce in impossibilità.
L'io ha due alternative: volere se stesso o non volere se stesso.
Volere se stesso → vuole realizzarsi fino in fondo ma incontra i propri limiti.
Non volere se stesso → essere altro da se, impossibilità maggiore perchè il rapporto con se stesso gli è cotitutivo.
Si arriva quindi alla disperazione per il fallimento.
La soluzione all'angoscia e alla disperazione è aggrapparsi a Dio (niente possibilità perchè sei nelle sue mani, è un ancoraggio).
FEDE → è contro l'opinione etica della ragione, è una verità soggettiva. Non può essere giustificata con argomentazioni razionali, è un salto senza mediazioni, atto esistenziale. L'uomo accetta ciò che sembra assurdo per la ragione (paradosso).
Alla morte di Hegel (1831) si formano due correnti, destra e sinistra Hegeliana.
Destra → adatta l'idealismo alla tesi del cristianesimo ed ad una visione politica conservatrice. Identità tra reale e razionale, visione giustificazionista dell'esistente.
Sinistra → afferma che non tutto ciò che si vede è razionale, concependo la filosofia come critica dell'esistente e crea delle elaborazioni rivoluzionaria delle istituzioni politiche.
Ateismo filosofico e antropologia capovolta
Esponente della sinistra Hegeliana, fondatore dell'ateismo filosofico.
La religione cristiana consente di scoprire l'essenza dell'uomo. L'uomo si scinde, divide i suoi bisogni da se proietta fuori da se le caratteristiche che vorrebbe avere in una potenza a cui si sottomette. Più l'uomo aliena e pone in Dio, più toglie a se stesso. (Antropologia capovolta). Il compito della filosofia/antropologia è quello di recuperare i predicati che prima venivano attribuiti a Dio e ricondurli all'uomo. L'Ateismo è un dovere morale necessario all'uomo per riappropiarsi della propria essenza.
Feuerbach e la filosofia dell'avvenire
La filosofia di Hegel è una teologia mascherata dove Dio coincide con l'assoluto. Hegel fa l'errore di dedurre il finito dall'infinito ma in realtà ha ricevuto le determinazioni dalla realtà finita.
La filosofia dell'avvenire deve compiere questo rovesciamento e partire dal finito. Il vero soggetto non è lo spirito ma l'uomo come essere sensibile e corporeo. La natura diventa base reale della vita dell'uomo. Sensualismo → il concetto di esistenza deriva dalla sensibilità.
Per Feuerbach è importante la differenza tra maschio e femmina perchè ci fa riconoscere l'esistenza di un essere differente da Dio, ma che è essenziale per la mia esistenza. Il vero principio della vita è l'io e tu, la relazione (interesse per l'esistenza dell'altra persona).
UOMO E NATURA
Alienazione e importanza della natura
Un'altra forma di alienazione è quella degli uomini primitivi che adoravano come Dei i fenomeni naturali perchè senza di essi non poteva vivere.
Da anche importanza all'alimentazione “l'uomo è ciò che mangia”. Legame con la natura.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Kierkegaard all'esistenzialismo?
- Come Kierkegaard critica Hegel nei suoi "Primati"?
- Quali sono gli stadi nel cammino della vita secondo Kierkegaard?
- Cosa rappresenta l'angoscia e la disperazione nella filosofia di Kierkegaard?
- Qual è la critica di Feuerbach alla filosofia di Hegel?
Kierkegaard è considerato l'iniziatore dell'esistenzialismo contemporaneo in chiave cristiana, rifiutando di costruire un sistema filosofico come Hegel e adottando un approccio discorsivo.
Kierkegaard critica Hegel attraverso tre primati: l'esistenza ha la precedenza sull'essenza, la singolarità sull'universalità, e la possibilità sulla necessità, sottolineando l'importanza della soggettività e della scelta individuale.
Kierkegaard distingue tre stadi esistenziali: estetico, etico e religioso, ognuno rappresentato da figure emblematiche e caratterizzato da diverse modalità di vivere e scegliere.
L'angoscia è legata alla libertà e alla possibilità di scelta, mentre la disperazione riguarda il rapporto dell'individuo con se stesso, entrambe risolvibili attraverso la fede in Dio.
Feuerbach critica Hegel per aver mascherato la teologia come filosofia, sostenendo che la filosofia dovrebbe partire dal finito e dall'uomo come essere sensibile, piuttosto che dall'assoluto.