Concetti Chiave
- Kant sostiene che l'io penso è il principio supremo della conoscenza umana, agendo come un demiurgo che ordina la realtà senza crearla.
- Gli schemi trascendentali di Kant sono regole che permettono all'intelletto di applicare categorie ai fenomeni attraverso il tempo, definito come immaginazione produttiva.
- Kant introduce il concetto di noumeno come oggetto inconoscibile, distinguendo tra conoscenza sensibile e la cosa in sé, irraggiungibile dalla nostra esperienza.
- La critica di Kant alle prove dell'esistenza di Dio si basa sull'agnosticismo, sostenendo che le tradizionali dimostrazioni ontologiche, cosmologiche e fisico-teologiche sono infondate.
- Le idee della ragione pura (anima, mondo, Dio) non hanno un valore conoscitivo, ma servono come guida verso un'unità totale e come regolatori della nostra comprensione.
Indice
- Il principio supremo della conoscenza
- Applicazione delle categorie ai fenomeni
- L'immaginazione produttiva e il tempo
- Superamento di Hume e principi dell'intelletto
- Il noumeno e i limiti della conoscenza
- La ragione e le idee trascendentali
- Critica alla metafisica e l'agnosticismo
- Le prove dell'esistenza di Dio
- Funzione regolativa delle idee della ragion pura
Il principio supremo della conoscenza
Kant ha spiegato perché l'io penso rappresenta il principio supremo della conoscenza umana. Assomiglia al demiurgo perché ordina una realtà che lo preesiste, ma non la crea.
Applicazione delle categorie ai fenomeni
Dopo che Kant si pone il problema di giustificare le categorie e come la realtà corrisponda ad esse, vuole spiegare in che modo le categorie si applicano ai fenomeni.
Mentre nella deduzione trascendentale mostra come l'intelletto condizioni la realtà fenomenica tramite le categorie, dopo spiega come ciò avvenga in concreto, come l'intelletto interessi la natura e come ai fenomeni corrispondano schemi mentali, non viceversa.
L'immaginazione produttiva e il tempo
L'intelletto non agisce direttamente sulle cose ma agisce tramite il tempo, che è il collante che permette di percepire i fenomeni. Quindi l'intelletto condiziona il tempo, il quale condiziona i fenomeni. Questo fenomeno è detto immaginazione produttiva, ovvero la facoltà di produrre a priori le condizioni per la conoscenza sensibile.
Gli schemi trascendentali sono le regole attraverso le quali l'intelletto, sulla base dei suoi concetti a priori, condiziona il tempo.
Superamento di Hume e principi dell'intelletto
Kant supera Hume attraverso delle regole di fondo che permettono l'applicazione delle categorie agli oggetti. I principi dell'intelletto puro sono divisi in assiomi dell'intuizione, anticipazioni della percezione, analogie dell'esperienza e i postulati del pensiero empirico in generale.
Per Kant la natura è sicuramente il fenomeno, ma è anche un ordine necessario e universale posto a fondamento di tutti i fenomeni. Quest'ordine non deriva dall'esperienza ma dall'io penso.
Kant non cerca negli oggetti o in Dio la garanzia della conoscenza, ma nell'uomo.
Il noumeno e i limiti della conoscenza
Il noumeno è inconoscibile e non è oggetto di esperienza possibile. Kant dà una doppia accezione al noumeno: è sia oggetto di una conoscenza non sensibile, ma è anche una cosa in sé che sappiamo esistere ma non possiamo conoscere. È quindi un concetto limite della nostra conoscenza.
Dopo aver affermato il contrario ed aver cercato di trovare i fondamenti della metafisica come scienza, dice che ciò non è possibile e la definisce parto della ragione.
La ragione e le idee trascendentali
La ragione ha la pretesa ad andare oltre l'esperienza perché tende verso l'infinito e verso una visione globale. Essa si basa su tre idee trascendentali che sono anima, mondo e Dio. L'anima è la riunione di tutti i dati del senso, il mondo è l'unione di tutti i dati del senso esterno, Dio è l'unione di entrambi i sensi.
La metafisica è naturale e l'uomo non può farne a meno, ma il suo errore è quello di trasformare queste esigenze mentali in una realtà, dimenticando che abbiamo a che fare non con la cosa in sé, bensì con il fenomeno.
Critica alla metafisica e l'agnosticismo
Kant per dimostrare l'infondatezza della metafisica considera psicologia razionale, cosmologia razionale e teologia naturale.
L'errore è quello di pensare che esista un'anima incorruttibile al posto di quella che è una condizione solo formale. Quella che noi concepiamo come anima non è fenomenica ma è solo una condizione formale dell'esperienza. L'errore della cosmologia è la pretesa di far uso della nozione di mondo intesa come la totalità dei fenomeni cosmici. In realtà la totalità delle esperienze non costituisce un'unica esperienza, ma al contrario deriva dall'osservazione di una completa serie di fenomeni.
Kant non è ateo ma agnostico, ovvero non si può dimostrare né l'esistenza né la non esistenza di Dio.
Le prove dell'esistenza di Dio
Egli demolisce le prove dell'esistenza di Dio dicendo che la prova ontologica che fa derivare da Dio tutta la realtà è impossibile perché presuppone dall'inizio già quello che vuole dimostrare.
Anche la prova cosmologica è oggetto di un errore perché dice che non si possono far derivare delle realtà da dei concetti.
Elimina anche la prova fisico-teologica perché è minata da forzature logiche che riguardano sempre il concetto ontologico.
Quindi l'unico atteggiamento che può avere è quello agnostico.
Funzione regolativa delle idee della ragion pura
Le idee della ragion pura (anima, mondo e Dio) hanno non una funzione conoscitiva ma solo regolativa, ovvero possono darci l'idea della totalità e farci tendere verso quell'unità totale che figurano.
Alla metafisica dogmatica egli presuppone una metafisica scientifica, ovvero scienza dei concetti puri.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'io penso nella conoscenza secondo Kant?
- Come si applicano le categorie ai fenomeni secondo Kant?
- Qual è la posizione di Kant riguardo al noumeno?
- Qual è la critica di Kant alla teologia razionale?
- Qual è la funzione delle idee della ragion pura secondo Kant?
L'io penso rappresenta il principio supremo della conoscenza umana, simile a un demiurgo che ordina la realtà preesistente senza crearla, e giustifica l'applicazione delle categorie ai fenomeni.
Le categorie si applicano ai fenomeni attraverso schemi trascendentali, che sono regole che l'intelletto usa per condizionare il tempo, il quale a sua volta condiziona i fenomeni.
Il noumeno è inconoscibile e non oggetto di esperienza possibile; è un concetto limite della conoscenza, sia come oggetto di conoscenza non sensibile sia come cosa in sé.
Kant critica la teologia razionale affermando che non si può dimostrare né l'esistenza né la non esistenza di Dio, demolendo le prove ontologica, cosmologica e fisico-teologica per le loro forzature logiche.
Le idee della ragion pura (anima, mondo e Dio) hanno una funzione regolativa, non conoscitiva, e ci aiutano a tendere verso l'unità totale che rappresentano.