Concetti Chiave
- La ragione è sovrana in ambito morale ed etico, determinando autonomamente la volontà attraverso l'imperativo categorico.
- L'età di ragione implica ascoltare solo la ragione, che guida verso il bene e il regno dei fini, essendo una legge morale formale e autonoma.
- La ragione è universale e si applica a tutti, pur determinando la volontà individuale di ciascuno.
- I problemi dell'analisi della ragione pratica sono risolti con tre postulati: libertà, immortalità dell'anima e esistenza di Dio.
- La ragione deve essere esplicata, richiedendo l'accettazione dell'immortalità dell'anima per la realizzazione dopo la vita terrena.
La critica della ragion pratica
La sovranità della ragione
Si tratta dell’ambito morale ed etico (ethos), e dice che la ragione è sovrana, indipendente da tutto il resto lei ci dice come dobbiamo comportarci.
Qui la ragione è criticata non quando non si attiene all’oggetto come nella critica della ragion pura, ma quando si attiene all’oggetto, perché la ragione è sovrana in ambito morale etico, e perciò deve attenersi solo a sé stessa.
L'imperativo categorico
È in grado da sola di determinare la volontà; è legge morale (nomos=autonoma). Essa si esprime con un DEVI, l’imperativo categorico, perché noi siamo sensibili e tendiamo a fare quello che vogliamo o basarci sull’opinione altrui, erroneamente; finché non siamo in età di ragione possiamo ascoltare gli altri, ma una volta raggiunta l’età bisogna ascoltare solo la ragione che indirizza verso il bene e il regno dei fini. Non ci da un contenuto, è una LEGGE FORMALE e AUTONOMA, ovvero è in grado da sola di determinare la volontà, non deve ascoltare nessuno. Non deve circoscrivere cosa deve fare perché lei è universale, ed è pura forma solo in ambito pratico, mentre in ambito nosologico commette errori.
Dato che ognuno ha vita diversa, la ragione è universale (stesse forme per tutti) ma determina la volontà del singolo.
I postulati della ragion pratica
Sorgono però dei problemi nella sua analisi, risolti con i tre postulati della ragion pratica (proposizioni che devo ammettere per poter procedere con il ragionamento)
I. Io devo ammettere di essere libero: altrimenti se faccio sempre come la ragione comanda, non sarei umano;
II. La ragione è in noi e si deve esplicare: devo ammettere che la mia anima è immortale, poiché in coloro che muoiono prima, comunque deve realizzarsi e può farlo dopo la vita terrena;
III. Una volta aver conseguito la mia pienezza razionale del mio essere umano, sono morale, devo essere felice: devo quindi ammettere l’esistenza di Dio, di un ente supremo che mi renda felice.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della ragione nella "Critica della ragion pratica"?
- Quali sono i tre postulati della ragion pratica?
- Perché la ragione deve essere autonoma in ambito morale?
Nella "Critica della ragion pratica", la ragione è sovrana e indipendente, determinando autonomamente la volontà morale attraverso l'imperativo categorico, senza influenze esterne.
I tre postulati sono: la libertà dell'individuo, l'immortalità dell'anima, e l'esistenza di Dio, necessari per realizzare la pienezza razionale e la felicità morale.
La ragione deve essere autonoma perché è una legge formale e universale, capace di determinare la volontà senza influenze esterne, guidando verso il bene e il regno dei fini.