Concetti Chiave
- L'imperativo categorico di Kant si esprime in due formule: la prima invita ad agire solo secondo massime che possano diventare leggi universali.
- La seconda formula sottolinea l'importanza di trattare l'umanità, in se stessi e negli altri, sempre come un fine e mai come un mezzo.
- Kant sostiene che la moralità è indipendente dalla religione e dalle leggi dello stato, basandosi invece su un profondo senso del dovere.
- La sua morale è incondizionata, non influenzata da fattori esterni o interni, come leggi o desideri personali.
- La vera libertà, secondo Kant, consiste nell'essere liberi da condizionamenti e nell'obbedire a leggi che ci si è dati autonomamente.
Indice
Le due formule dell'imperativo categorico
Le 2 formule dell’imperativo categorico: L’imperativo categorico secondo Kant può esprimersi in 2 formule diverse:
“ Agisci solo secondo quella massima che tu puoi volere, al tempo stesso, che divenga una legge universale”.
L'universalità della legge morale
Dobbiamo sempre chiederci se la “massima” che determina la nostra volontà possa valere come legge per tutti gli uomini. Solo in questo caso essa può essere considerata moralmente positiva. La legge morale prescrive, quindi, una forma irrinunciabile: la forma dell’universalità, ossia la validità per tutti gli esseri dotati di ragione.
Il rispetto della dignità umana
“Agisci in modo da considerare, l’umanità nella tua persona e nella persona di ogni altro, sempre come fine e mai come mezzo”. Questo significa che l’azione morale deve basarsi sul rispetto della dignità umana in ogni rapporto che stabiliamo con il nostro prossimo. Questo atteggiamento conduce a vedere in ogni essere ragionevole considerato nella sua umanità “un fine a se stesso”. C’è quindi il riconoscimento della dignità di esseri umani. Così, nessun individuo in quanto persona, può usare se stesso o può essere usato come strumento per conseguire dei fini.
L'indipendenza della morale
Per Kant la morale è indipendente dalla religione e anche dalle leggi dello stato. Le azioni morali, per definirle tali bisogna capire se essa proviene dal profondo senso del dovere o se lo si fa solo perché una convenzione lo stabilisce. La morale come detto non deriva quindi dalla religione o dalle leggi dello stato ma è il contrario. Nella dottrina cristiana si praticano i comandamenti, che sono categorici, i quali sono finalizzati a tenere lontani i peccati, in vista della salvezza, quindi c’è una condizione dunque da categorici diventano ipotetici. Quindi la morale di Kant è asettica, incondizionata.
La libertà e il libero arbitrio
Anche per la libertà, il libero arbitrio, chi è veramente libero è colui che riesce a tener lontani i condizionamenti esterni e interni. Quegli esterni sono quelli dati dalle leggi dello stato, dalle leggi morali, universali ecc.. quelli interni sono quelli che ci diamo a noi stessi, tipo quando si va da qualcuno parlando di interessi, desideri e passione abbiamo a che fare con la componente che condiziona una buona parte della nostra vita. Quindi se vogliamo essere liberi dobbiamo essere liberi da condizionamenti esterni e interni e questo è il primo senso che porta l’uomo ad essere libero, mentre il secondo dice che è libero colui che riesce ad obbedire alla legge che si è dato autonomamente.
Domande da interrogazione
- Quali sono le due formule dell'imperativo categorico secondo Kant?
- In che modo la morale kantiana è indipendente dalla religione e dalle leggi dello stato?
- Cosa significa essere veramente liberi secondo Kant?
Le due formule sono: agire secondo massime che possano diventare leggi universali e considerare l'umanità sempre come fine e mai come mezzo.
La morale kantiana si basa sul senso del dovere e non su convenzioni religiose o leggi statali, rendendola asettica e incondizionata.
Essere liberi significa essere liberi da condizionamenti esterni e interni e obbedire autonomamente alla legge che ci si è dati.