Concetti Chiave
- Kant distingue tra forma e contenuto nella legge morale, evidenziando che una legge universale richiede un contenuto formale.
- Il contenuto formale stabilisce come agire, fornendo un criterio d'azione piuttosto che specifiche istruzioni.
- Il primo e terzo enunciato si riassumono nel principio di agire secondo una massima che possa diventare legge universale.
- Il secondo enunciato invita a trattare l'umanità sempre come un fine e mai solo come un mezzo, evitando la strumentalizzazione.
- Un esempio di applicazione è il rubare: se universalizzato, danneggerebbe tutti, quindi non può diventare legge morale.
Dopo aver definito il tipo di comando universale che egli identifica con l’imperativo categorico ed aver distinto anche nell’ambito della morale forma e contenuto, Kant capisce come basandoci solamente sulla forma per arrivare ad una legge universale accade che non viene espresso nessun comando ed il comando stesso non ha senso perché si ridurrebbe ad un “ tu devi” e vi è sempre la necessità di un contenuto che, per far sì che sia universale, deve essere reso formale.
Il contenuto formale ci dice non che cosa bisogna fare ma come bisogna farlo, istituendo una sorta di criterio d’azione e perciò si arriva alla necessità di enunciare tre diversi enunciati, di cui il primo ed il terzo possono essere riassunti nell’enunciato: “ agisci unicamente in modo che la massima della tua volontà possa valere al tempo stesso come principio di una legislazione universale”, mentre la seconda “ agisci in modo da trattare l’umanità sia nella tua persona quanto nella persona di un altro sempre allo stesso tempo come un fine e mai unicamente come un mezzo” può essere intesa come un invito a non strumentalizzare gli uomini. Il primo enunciato equivale ad affermare che quando si compie un’azione ci si deve sempre domandare se può valere per tutti. Ad esempio il rubare se esteso a legge morale ed universalizzato potrebbe danneggiare te stesso e quindi non può essere assunto come legge morale.