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Sintesi
Kant, il filosofo criticista

Il criticismo di Kant è una sorta di scetticismo moderato in quanto salva come scienze la matematica (modello: Euclide) e la fisica (modello:Newton) ma deve però abbandonare la metafisica. Kant sostiene quindi che alcune verità sfuggono all’uomo. Le tre opere che indagano sulle attività tipiche dell’uomo sono:
-critica della ragion pura: attività conoscitiva,teoretica che opera sui limiti della ragione umana, si occupa della verità e di come l’uomo la conosce (cos’è il vero e cosa il falso?);
-Critica della ragion pratica: attività morale (cos’è il bene e cosa il male?);
-Critica del giudizio: attività estetica,degli artisti (che cos’è bello e cosa brutto?).

La ragione è giudice ed imputato in quanto critica la ragione stessa esponendo i propri limiti. L’obiettivo è quindi antidogmatico: apre gli occhi all’uomo razionalista facendogli capire che la ragione umana è limitata ma, contro gli empiristi spiega che la ragione umana non è tanto limitata come credono.

Kant applica una modifica fondamentale alla concezione di realtà. Tutti i filosofi antecedenti definivano la realtà come:
“Reale è tutto ciò che è indipendente da noi e dal nostro modo di conoscere”
Quando noi proponiamo di fare della metafisica, desideriamo sapere come sarebbe la realtà a prescindere dalla nostra esistenza. Per Kant esiste una realtà esistente a prescindere dalla nostra esistenza, la realtà noumenica (realtà intellettuale). Le sostanze che vi sono all’interno sono le cose in sé, le cose auto sussistenti. Questa realtà non è esperibile mediante i sensi,non possiamo conoscerla ma possiamo pensarla; non può essere conosciuta perché non esperibile attraverso i sensi, l’uomo non può quindi entrare in rapporto con tali elementi. Esiste inoltre la realtà fenomenica (Natura) che possiamo pensare e conoscere poiché dipendente da noi che contribuiamo a formare questa realtà. L’uomo non è lo specchio della realtà: quando conosce è attivo e dona al mondo un ordine. La forma di cui è fatto il mondo l’abbiamo data noi e, di conseguenza, al centro del rapporto conoscitivo non vi è più l’oggetto ma il soggetto. L’oggetto ruota intorno al soggetto prendendo la forza che il soggetto proietta su esso.

Ricapitolando:
La realtà è tutto ciò che è del tutto indipendente dalla nostra esistenza e dal nostro modo di conoscere. Per Kant, oltre alla realtà noumenica esiste anche quella fenomenica:
-realtà noumenica: è una realtà indipendente dall’uomo e dal suo modo di vederla, concepirla e conoscerla. La realtà noumenica è pensabile e descrivibile, ma non conoscibile;
-Realtà fenomenica: è il mondo della natura ed è tanto reale quanto quello della realtà noumenica. I fenomeni sono conoscibili perché è l’uomo iniseme alla natura a dar vita a ciò che vede e a dargli ordine. Conosco quindi un oggetto quando riconosco ciò che ho contribuito a formare-> oggetto intorno al soggetto. La realtà fenomenica è pensabile e conoscibile.
Estratto del documento

della ragion pratica:

-critica attività morale (cos’è il bene e cosa il male?)

del giudizio:

-critica attività estetica,degli artisti (che cos’è bello e cosa

brutto?)

La ragione è giudice ed imputato in quanto critica la ragione stessa

esponendo i propri limiti. L’obiettivo è quindi antidogmatico: apre gli occhi

all’uomo razionalista facendogli capire che la ragione umana è limitata ma,

contro gli empiristi spiega che la ragione umana non è tanto limitata come

credono.

Kant applica una modifica fondamentale alla concezione di realtà. Tutti i

filosofi antecedenti definivano la realtà come:

“Reale è tutto ciò che è indipendente da noi e dal nostro modo di conoscere”

Quando noi proponiamo di fare della metafisica, desideriamo sapere come

sarebbe la realtà a prescindere dalla nostra esistenza. Per Kant esiste una

realtà NOUMENICA

realtà esistente a prescindere dalla nostra esistenza, la

(realtà intellettuale). Le sostanze che vi sono all’interno sono le cose in sé, le

cose auto sussistenti. Questa realtà non è esperibile mediante i sensi,non

possiamo conoscerla ma possiamo pensarla; non può essere conosciuta perché

non esperibile attraverso i sensi, l’uomo non può quindi entrare in rapporto

realtà FENOMENICA

con tali elementi. Esiste inoltre la (Natura) che

possiamo pensare e conoscere poiché dipendente da noi che contribuiamo a

formare questa realtà. L’uomo non è lo specchio della realtà: quando conosce

è attivo e dona al mondo un ordine. La forma di cui è fatto il mondo l’abbiamo

data noi e, di conseguenza, al centro del rapporto conoscitivo non vi è più

l’oggetto ma il soggetto. L’oggetto ruota intorno al soggetto prendendo la

forza che il soggetto proietta su esso.

Ricapitolando:

La realtà è tutto ciò che è del tutto indipendente dalla nostra esistenza e dal

nostro modo di conoscere. Per Kant, oltre alla realtà noumenica esiste anche

quella fenomenica:

-realtà noumenica: è una realtà indipendente dall’uomo e dal suo modo di

vederla, concepirla e conoscerla. La realtà noumenica è PENSABILE e

DESCRIVIBILE ma non CONOSCIBILE

fenomenica:

-realtà è il mondo della natura ed è tanto reale quanto quello

della realtà noumenica. I fenomeni sono conoscibili perché è l’uomo iniseme

alla natura a dar vita a ciò che vede e a dargli ordine. Conosco quindi un

oggetto quando riconosco ciò che ho contribuito a formare-> oggetto intorno

al soggetto. La realtà fenomenica è PENSABILE e CONOSCIBILE

CRITICA DELLA RAGION PURA

La critica della ragion pura è divisa in due parti:

L’estetica trascendentale si occupa dei sensi e indaga sulla matematica

L’analitica trascendentale si occupa del funzionamento dell’intelletto e indaga

sulla fisica

La dialettica trascendentale si occupa del funzionamento della ragione e

indaga sulla metafisica

Per TRASCENDENTALE si intende immanente ovvero qualcosa che non derivi

dall’esperienza e che, pur non derivando dall’esperienza, può essere usato

solo nell’esperienza. I trascendentali sono strumenti per costruire degli

oggetti

Le facoltà conoscitive per Kant sono tre:

-sensi Kant li ritiene attivi e possessori di trascendentali quali forme pure

dell’intuizione ovvero SPAZIO e TEMPO. Questi non esisterebbero se non ci

fossero l’uomo e gli animali e sono strumenti per ordinare il mondo

Dottrina

Dottrina trascendentale degli

trascendentale del elementi

metodo Estetica Logica

trascendentale trascendentale

Analitica trascendentale Dialettica trascendentale

Appendice alla

Appendice alla

Analitica dei Analitica dei dialettica

concetti Principi trascendentale

-ragione

-intelletto

Analitica Trascendentale: facoltà intellettiva

Essa procede a scomporre la per ricercare i concetti a

priori e studiarne l’uso sistematico. I concetti dell’intelletto sono funzioni. La

funzione propria di essi è giudicare, ovvero fare attività di sintesi. I modi in

concetti puri o categorie:

cui l’intelletto sintetizza sono i

Tavola dei giudizi Tavola delle categorie

I. Quantità

1. universali 1. unità

2. particolari 2. pluralità

3. singolari 3. totalità

II. Qualità

1. affermativi 1. realtà

2. negativi 2. negazione

3. infiniti 3. limitazione

III. Relazione

1. categorici 1. della sostanza

2. ipotetici 2. causa ed effetto

3. disgiuntivi 3. della reciprocità

IV. Modalità

1. problematici 1. possibilità-impossibilità

2. assertori 2. esistenza-inesistenza

3. apodittici 3. necessità-contingenza

cogito

Altro trascendentale dell’intelletto, oltre ai concetti, è il o “io penso”.

Kant sostiene che il cogito sia innato e che non è sostanza. L’io penso può

essere utilizzato solo nell’esperienza.

Kant è un idealista ma non nega l’esistenza della materia. Egli crede che fuori

da sé stesso ci sia solamente caos a cui noi diamo forma attraverso la

sensibilità e attraverso le categorie dell’intelletto.

Pensare= unificare il MOLTEPLICE (è già stato spazio-temporalizzato) della

SENSIBILITÀ attraverso le dodici categorie.

Deduzione trascendentale: Kant usa la deduzione non in ambito filosofico

ma in ambito giuridico com giustificazione per l’uso dell’intelletto per

giudicare gli eventi. La deduzione ha come obiettivo la dimostrazione dell’ “io”

come INNATO.

Esempio della fascina:

-Hume dice che i legnetti sono l’esperienza e la corda per legarli è l’abitudine.

-Kant sostiene invece che c’è bisogno dell0 “io” che abbia la consapevolezza

esperienza.

del gesto e la memoria dell’ Il pensare,quindi il cogito,unifica fin

dal principio il molteplice della sensibilità.

I concetti senza le intuizioni (dei sensi) sono vuoti, le intuizioni però senza i

concetti sono cieche (senza guida = senza senso). C’è quindi bisogno di un

mediatore tra intelletto e sensibilità: l’IMMAGINAZIONE (trascendentale);

l’uomo ha due tipi di immaginazione:

-immaginazione riproduttiva: memoria

-immaginazione produttiva: fantasia e creatività

L’immaginazione traduce le categorie in modo da renderle più simili alla realtà

in termini di tempo: successione (causa-effetto), simultaneità e continuazione.

Metafora della Colomba:

La Colomba (ragione) crede che se non ci fosse l’aria (realtà sensibile)

farebbe molta meno fatica a volare ma è proprio l’aria che le permette di farlo.

Dialettica trascendentale

Oltre alla sensibilità e all’io penso, anche la ragione ha dei trascendentali: le

idee sono i concetti puri della ragione. Kant dimostra che in realtà non sono

trascendentali come crede ma derivano dall’esperienza; sono oggetti non

sensibili ma VIRTUALI costruiti dalla ragione e si distinguono in:

-anima

-Dio

-mondo

Kant presenta quattro ANTINOMIE (tesi e antitesi)

Mondo:

-MATEMATICHE:

il mondo ha un inizio nel tempo e spazio ed è chiuso in limiti

 il mondo è finito in tempo e spazio

-DINAMICHE:

ciascuna cosa è composta da parti semplici

 non esiste nulla di semplice, tutto è complesso

-LIBERTÀ:

c’è nel mondo una causa libera e non solo necessità

 non c’è spazio per la libertà, tutto è estremamente necessario

-DIO: esiste un essere necessario che causa il mondo

 TUTTO è contingente, non esiste nessun essere necessario né nel mondo

 né fuori

Anima:

ragionamento sbagliato che porta l’uomo a considerare l’intelletto come

 anima: applica una categoria ad un’altra categoria. L’anima non è innata

perché frutto di un ragionamento sbagliato

Dio: Dimostrazione di Dio di Sant’Anselmo perché applico “categoria” ad un

 pensiero e non a qualcosa che deriva dall’esperienza

Dimostrazione di San Tommaso perche applico una necessità ad una

 causa. Non possiamo quindi essere sicuri che esista una causa incausata

perché non è riscontrabile nell’esperienza

AGNOSTICISMO: atteggiamento corretto verso l’anima, Dio e i grandi di

questo mondo.

Appendice alla dialettica trascendentale

Le idee della ragione sono illusioni ma non possiamo sbarazzarcene dal

momento che continuano a tornare. Kant sostiene quindi che abbiano uno

scopo o necessità -> FUNZIONE REGOLATIVA: fungono da limiti in senso

matematico, da illusioni diventano ideali. Noi pensiamo che tutto ciò che non

possiamo sapere esistesse (metafisica del come se)

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

Per poter essere il soggetto di un giudizio morale si deve avere una volontà

libera-> l’uomo ha il libero arbitrio (animali-> solo istinto; Dio-> volontà

santa,sceglie sempre il bene)

leggi morali

Bisogna seguire delle da cui derivano doveri morali. I doveri per

Kant sono imperativi che possono essere:

-ipotetici: “se vuoi allora devi”

-categorici: “devi!”

Le leggi morali, se non provengono da me, sono eteronomie. La morale deve

però essere AUTONOMA ovvero valida per tutti in ogni circostanza

regole

nonostante i doveri cambino da persona a persona. Ci sono infatti

comuni che stanno alla base di tutti:

1. Agisci sempre come se il massimo a cui si ispira il tuo comportamento

dovesse diventare legge universale -> non fare agli altri ciò che non

vorresti fosse fatto a te

2. Agisci sempre in modo da considerare l’umanità in te stesso e negli altri

come fine e mai come mezzo -> ama il prossimo come te stesso

3. Agisci sempre come se la tua volontà fosse legislatrice universale

Le regole comuni si riassumono nel concetto di RAZIONALE: bisogna farsi

guidare dalla ragione e non dalla religione e dai sensi. Non bisogna essere

egoisti e bisogna considerare la ragione unica autorità dell’uomo.

Le regole sono FORMULE che insegnano all’uomo come fare ad agire. Sono

imperativi che per seguirli completamente ci vorrebbe una VOLONTÀ SANTA

ovvero un comportamento sempre razionale. La perfezione però non

appartiene a questo mondo nonostante ci sia una voce interna che ci dice

cos’è la perfezione. Esiste un altro mondo in cui l’anima continua alla ricerca

della perfezione.

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