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Critica della ragion pratica
Le condizioni pongono dei limiti, l’oggetto appare dentro una sensazione, una funzione regolativa. Che cosa posso sapere e cosa no, si pone delle domande. Un uomo che tiene insieme. Prima di parlare di logica nella prefazione parla di cosa fa la ragione nel senso teorico e pratico. Discorso sulla ragione che conosce e sulla ragione che agisce. Limiti dal punto di vista ragionativo a sono confine. Confine se non tratto del problema conoscitivo ma del problema pratico, nell’uso pratico la ragione ha a che fare con un noumeno. Creare o produrre qualcosa cioè azioni. I limiti non valgono quando la ragione deve realizzare un oggetto, non sottoposta a condizione di esistenza quindi un noumeno.
Questa volontà buona è quella che produce un’azione morale, l’origine è la ragione pura o la ragion pura pratica che puramente determina la volontà. La nostra ragione ha un condizionamento materiale, può non avere quel limite e determinare in maniera pura o assoluta senza dipendere dall’esperienza. Il luogo dove avviene è la volontà buona, volontà che produce un azione morale generata dalla ragion pura nella produzione di un effetto. Esiste la possibilità che la nostra ragione determini qualcosa, parla dell’esperienza della libertà cioè azione di cui sono autore, io determino la mia volontà a determinati atti. È un fatto, una evidenza. Una ragione che non autorizza altro se non determinare la mia volontà. Esistono azioni nelle quali la ragione è protagonista assoluta come principio capace di azioni morali.
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Le condizioni pongono dei limiti, l’oggetto appare dentro una sensazione, una funzione
regolativa. Che cosa posso sapere e cosa no, si pone delle domande. Un uomo che
tiene insieme. Prima di parlare di logica nella prefazione parla di cosa fa la ragione nel
senso teorico e pratico. Discorso sulla ragione che conosce e sulla ragione che agisce.
Limiti dal punto di vista ragionativo a sono confine. Confine se non tratto del
problema conoscitivo ma del problema pratico, nell’uso pratico la ragione ha a che
fare con un noumeno. Creare o produrre qualcosa cioè azioni. I limiti non valgono
quando la ragione deve realizzare un oggetto, non sottoposta a condizione di
esistenza quindi un noumeno.
Questa volontà buona è quella che produce un’azione morale, l’origine è la ragione
pura o la ragion pura pratica che puramente determina la volontà. La nostra ragione
ha un condizionamento materiale, può non avere quel limite e determinare in maniera
pura o assoluta senza dipendere dall’esperienza. Il luogo dove avviene è la volontà
buona, volontà che produce un azione morale generata dalla ragion pura nella
produzione di un effetto. Esiste la possibilità che la nostra ragione determini qualcosa,
parla dell’esperienza della libertà cioè azione di cui sono autore, io determino la mia
volontà a determinati atti. È un fatto, una evidenza. Una ragione che non autorizza
altro se non determinare la mia volontà. Esistono azioni nelle quali la ragione è
protagonista assoluta come principio capace di azioni morali.
Critica della ragion pratica:
Non abbiamo una conoscenza vera e propria della nostra libertà. La mia libertà ha una
forma paradossale perché nella pratica si mostra come una legge. Posso resistere a
tutti i condizionamenti ed elevo la ragione a colei che decide. La volontà è assalita da
stimoli esterni con i quali la ragione è in competizione. L’azione libera si configura
come una imposizione della ragione alla libertà, devi fare questo. Volontà ad essere
buona e fare atti morali. Ha la forma di una legge.
I limiti Kant li definisce anche come confini. La ragione che realizza l’oggetto e che
produce l’azione sono i confini della nostra realtà teoretica. Si parla i ragion pratica: la
ragione è in grado di determinare a priori la volontà. La ragion pratica per determinare
l’uomo a decidere moralmente, non deve avere condizionamenti dall’esistenza. Una
ragione che determina la volontà che mi muove ad agire. Kant la chiama volontà
buona dove solo la ragione decide, non è determinata da quello che c’è intorno. In
maniera pura la realtà determina una decisione morale. Una volontà pura non viene
da passione o inclinazione. La ragione è capace di determinare in maniera pura
l’azione morale.
La ragione, determinando la realtà, permette l’azione libera dell’uomo aldilà dei
condizionamenti. Questo avviene attraverso la legge morale cioè al fatto che noi
obbediamo a una legge. Per Kant l’agire morale ha la forma di un comando a cui
obbedire, ci accorgiamo di essere liberi solo quando dobbiamo rispondere a un dovere.
Il ondo come un sistema meccanico, niente può apparire come una causa libera in
questo caso. Non è facile determinare, affermare la libertà di un’azione.
Causalità secondo libertà: senza condizionamenti esterni, creando un comando
secondo qui la mia volontà si sviluppa libera. 2 tipi di principi:
Soggettivi: un fine soggettivo da riconoscere. Un comando che vale per me. Un
comando che chiede un’azione funzionale a uno scopo.