BrunaBonanno
Sapiens
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Concetti Chiave

  • Nel giudizio riflettente, il particolare è dato dall'esperienza mentre l'universale è trovato internamente e riguarda il sentimento.
  • Il giudizio riflettente si divide in giudizio estetico e teologico, ognuno con le proprie caratteristiche distintive.
  • Il giudizio estetico distingue tra bello, percepito attraverso l'armonia dei sentimenti, e sublime, che deriva dall'infinito e da ciò che sconvolge.
  • Il sublime si suddivide in matematico e dinamico, rappresentando rispettivamente l'infinito e ciò che provoca meraviglia.
  • Il giudizio teologico esplora la finalità interna delle cose e contempla l'esistenza di un finalismo universale, suggerendo la presenza di un Dio creatore.

Nelle due Critiche precedenti (alla Ragion Pura e alla Ragion Pratica) il giudizio sintetico apriori veniva considerato come “determinante”.

Nella Critica del giudizio, il giudizio è “riflettente”, perché è oggetto di indagine filosofica.

Mentre nel giudizio determinante il particolare e l’universale sono dati, nel giudizio riflettente, il particolare, cioè l’esperienza, è data, ma l’universale lo trovo dentro di me, perché riguarda un’altra dimensione: il sentimento.

Indice

  1. Divisione del giudizio riflettente
  2. Concetto di bello e sublime
  3. Giudizio teologico e finalismo

Divisione del giudizio riflettente

Il giudizio riflettente si divide in:

- Estetico

- Teologico

Concetto di bello e sublime

Il Giudizio Estetico si divide in: bello e sublime.

Per spiegare il concetto di bello, facciamo un esempio: se mi trovo di fronte a un quadro, chi mi dice che è bello? La bellezza la sento attraverso il sentimento. Il bello è determinato da tutto ciò che è armonioso.

Il sublime invece, deriva dall’infinito e da ciò che mi sconvolge, infatti si divide in: dinamico e matematico.

- Matematico significa infinito, lo sento dentro di me come una cosa che mi proietta in una dimensione nuova (ad esempio il cielo stellato).

- Dinamico è ciò che mi sconvolge (ad esempio il mare agitato).

Giudizio teologico e finalismo

Il Giudizio Teologico, riguarda la ricerca di una finalità.

A tutto ciò che mi circonda posso trovare un fine interno, ad esempio: ogni essere vivente è costituito da organi che hanno il compito di mantenere in vita il corpo.

Il finalismo interno mi porta a pensare che esista un finalismo universale, perché mi porta a pensare che esista un Dio creatore, e che l’uomo, creatura perfetta, possa essere l’ultimo fine della creazione.

Non posso però averne una certezza, ma (sostiene Kant) una ragionevole speranza.

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