Concetti Chiave
- Kant esplora il sentimento come una facoltà autonoma che permette di percepire la finalità del reale, al di là dei limiti delle prime due critiche.
- I giudizi si dividono in determinanti, che riguardano la conoscenza scientifica degli oggetti, e riflettenti, che contemplano la natura già determinata.
- La finitudine dell'uomo richiede un accordo tra natura e finalità, necessitando che la natura sia vista come strumentale ai fini umani e alla libertà.
- I giudizi riflettenti si distinguono ulteriormente in giudizi estetici, che percepiscono intuitivamente la finalità della natura.
- I giudizi teleologici considerano concettualmente la finalità attraverso la nozione di fine, creando armonia e ordine nella natura.
La critica del giudizio
Nella terza critica, Kant si sofferma sul sentimento, definendolo “la terza facoltà autonoma” grazie a cui l’uomo fa esperienza di quella finalità del reale che la prima critica escludeva sul piano fenomenico e la seconda lo postulava a livello noumenico.Il filosofo considera i giudizi: determinanti, conoscitivi e scientifici, che riguardano la determinazione degli oggetti fenomenici attraverso le forme a priori (12 categorie); oppure riflettenti, i quali riflettono appunto, contemplano sulla natura già determinata dai giudizi precedenti.
Questo implica la finitudine dell’uomo, si radica la sua necessità si trovare un accordo tra natura ed esigenza di finalità, l’uomo deve infatti realizzare se stesso nella natura, quindi ha bisogno di pensare che la natura sia adatta a servire i fini umani e a rendere possibile la libertà. I giudizi riflettenti si dividono a loro volta in:• Giudizio estetico: viviamo intuitivamente la finalità della natura;
• Giudizio teleologico: pensiamo concettualmente a questa finalità attraverso la nozione di fine, in base all’articolazione del principio di finalità si crea il rapporto di armonia e l’ordine finalistico nella natura;