Concetti Chiave
- Le categorie dell'intelletto organizzano i dati empirici attraverso strutture come spazio e tempo, con l'io come centro unificatore.
- Tutti possiedono un io consapevole e un io inconsapevole, che unifica e stabilisce relazioni tra le categorie.
- L'io penso è essenziale per la coscienza umana, rendendo possibile l'esistenza del pensiero.
- La percezione del mondo è regolata da categorie come causa-effetto, permettendo giudizi sintetici a priori.
- Per Kant, la scienza non può raggiungere la verità assoluta a causa delle limitazioni umane.
L'intelletto e le categorie
Le categorie dell’intelletto lavorano sui dati empirici, le informazioni esterne non possono organizzarsi da sole, quindi l’intelletto tramite strutture, come le categorie spazio-tempo, riordina l’attività sintetica, necessario centro unificatore dell’attività delle categorie, ovvero l’io ( affermare “io penso” implica quindi di dire anche “a percezione trascendentale”).
L'io e la coscienza
Tutti sono consapevoli di avere un io, un’identità, un’autocoscienza e tutti hanno un io inconsapevole che ha la funzione di unificare lo stesso lavoro delle categorie, stabilisce relazioni ma se non venissero rapportate ad un io pensante, sarebbero nulle. L’io penso è collegato alla coscienza umana, ogni cosa pensata per essere pensata e quindi per esistere, deve essere rapportata ad un io cosciente che pensa e che sa di esistere.
La percezione del mondo
Noi siamo coscienti di esistere ma non di avere un io pensante, un’autocoscienza fondamento della coscienza, non di esistere, consiste di fatto che ogni pensiero si rapporti all’io senza che noi ne siamo coscienti. L’uomo percepisce quindi il mondo regolato dalle categorie causa-effetto, a partire da queste categorie lo scienziato può esprimere giudizi sintetici a priori, ogni evento ha infatti una causa, un principio ormai implicito, tuttavia per Kant la scienza non potrà mai raggiungere la verità assoluta perché è un’impossibilità umana.